Discarica di Mazzarrà, per la deputata Zafarana “troppe incongruenze nei documenti”

“Lavorare sulla discarica di Mazzarrà è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”. Esordisce così la portavoce del del gruppo parlamentare del Movimento 5Stelle all’Ars Valentina Zafarana dopo un primo esame dei documenti che riguardano la discarica messinese.

Il gruppo ha acceso i riflettori sui fascicoli dedicati all’ampliamento del sito, rilevando una serie di anomalie su cui adesso chiede chiarimenti urgenti. “Analizzando i decreti AIA di ampliamento – afferma la deputata – si scoprono diverse grossolane incongruenze, sulle quali adesso sarà l’assessorato a dover far luce. Non si capisce infatti – continua Zafarana – come e perché tutte le prescrizioni previste dal secondo decreto di ampliamento, quello del 2009, facciano pensare ad un sito per lo smaltimento, fra gli altri materiali, dell’amianto, mentre dello stesso non esiste traccia nell’elenco allegato, riportante proprio i materiali smaltibili in loco.”

La deputata spiega poi che nello stesso decreto si parla di “parziale modifica dell’elenco già approvato”, quello del 2007, ma quando si vanno a confrontare i due documenti, non solo i codici identificativi dei materiali sono gli stessi, ma addirittura gli elenchi, quelli cartacei, altri non sono che, presumibilmente, fotocopie l’uno dell’altro, riportando le stesse date e diciture nell’intestazione e in calce. “E’ evidente che c’è qualcosa che non va; è fondamentale che l’assessorato verifichi se nella discarica di Mazzarrà non sia mai stato smaltito amianto, o, se così non fosse, far partire immediatamente le operazioni di bonifica della stessa”.

“Ma l’incredibile deve ancora arrivare. Infatti, studiando le carte, ci si è imbattuti in una inquietante sorpresa, durante il nostro lavoro – continua Zafarana – ci siamo trovati di fronte nientemeno che a due versioni diverse dello stesso decreto, e non di poco; la prima, depositata all’assessorato Territorio e ambiente autorizzava un ampliamento di capacità fino 1.700.000 mc circa; la seconda, invece, ritirata presso l’assessorato Energia, allo stesso articolo riportava una capacità di 2.500.000 mc circa. Incredibile ma vero. Abbiamo chiesto, dunque, ad entrambi gli assessorati, di conoscere le motivazioni in merito a questa assurda circostanza, e se non ritengano di doversi rivolgere all’autorità giudiziaria al fine di verificare eventuali responsabilità e dolo”.

“Aspetteremo la risposta – conclude Zafarana – e sulla base di quella, decideremo se sostituirci agli assessorati e presentare noi un esposto alla Procura della Repubblica”.