Politica

Ance Messina: “Intollerabile blocco pagamenti nei lavori regionali”

“Quando le strategie politiche ed elettorali prevalgono sulle responsabilità istituzionali, non si può tacere e restare inermi”. Il presidente di Ance Messina, Pippo Ricciardello, denuncia una pessima consuetudine che si ripete nella Regione Sicilia: “Ogni anno, in estate, ci sono dei problemi di rendicontazione contabile negli uffici amministrativi regionali, con gli esponenti politici che rimpallano alla burocrazia i ritardi nella emissione di documenti essenziali per liquidare alle imprese i lavori eseguiti. Quindi – sottolinea il presidente dei costruttori messinesi – ci sono aziende che, dopo un anno, non vengono pagate, per cui, all’ormai consolidato ritardo nella liquidazione degli stati di avanzamento o delle fatture, ben oltre il limite concesso dalla legge, si aggiunge il blocco legato a un meccanismo contabile di valore esclusivamente formale, che, però, diventa sostanziale quando impedisce alle imprese di monetizzare i propri crediti nei confronti degli enti appaltanti finanziati dalla Regione. Un malcostume – continua Ricciardello – che l’assessore Falcone ci aveva assicurato non si sarebbe ripetuto, ma invece tanti colleghi ci hanno segnalato i soliti problemi sul riaccertamento dei residui. Sono totalmente vicino a loro e anche ai colleghi presidenti delle territoriali Ance di Agrigento e Caltanissetta che hanno posto all’attenzione dell’opinione pubblica questo serissimo problema”.

Verso le elezioni

“Adesso, con le dimissioni della Giunta Musumeci e l’approssimarsi del turno unico elettorale regionale e nazionale del 25 settembre prossimo, non vorremmo che si pensi solo ai propri posizionamenti futuri e si abbandonino le imprese al loro destino, così come sta accadendo in alcuni enti appaltanti siciliani che non portano avanti le pratiche per le compensazioni dei prezzi concessa dai recenti Decreti Aiuti, con il fine di far fronte al caro materiali. Occorre che la macchina burocratica si attivi subito, indipendentemente dalle sorti di chi dovrà governarci, a Palermo o a Roma. Altrimenti avrà ragione quel nostro associato che, ieri, sul proprio profilo social – conclude Ricciardello- ha affermato di volere scappare dalla Sicilia e spostare la sua azienda lontano dalla nostra Regione”.