Messina e la Regina Elena che nel 1908 vestì da infermiera e soccorse i feriti

Elena del Montenegro, ovverosia Jelena Petrović-Njegoš, è una figura che ricorre in modo importante nella toponomastica di Messina e il motivo è tristemente, ma teneramente, noto più o meno a tutti: l’orribile terremoto del 1908, che la vide protagonista mirabile delle operazioni di salvataggio di molte vite.

Elena, Regina Consorte d’Italia in virtù del matrimonio con Vittorio Emanuele III di Savoia, aveva una personalità brillante e gentile. Principessa illirica, figlia di Re Nicola del Montenegro e rampolla della secolare dinastia dei Principi-Vescovi di casa Petrović-Njegoš, aveva studiato allo Smol’nyj di Pietroburgo, era appassionata d’arte ma soprattutto amava intensamente la medicina, tanto da sostenere personalmente le ricerche contro malattie tuttora problematiche; la sua compassione, poi, era ancora più grande.

Forse è a Messina che fu compiuta la più grande impresa caritatevole della Regina.

Quando il sisma colpì Messina e l’area dello Stretto il 28 Dicembre 1908, Elena giunse sul posto insieme a suo marito il Re con alcune navi. Erano arrivati per primi i Russi che con la risolutezza degli eroi dei loro poemi avevano estratto già molte vite dalle macerie. All’interno di un intervento italiano probabilmente inefficiente e deludente, la Regina illirica costituì un’eccezione e si dedicò in modo consistente ai soccorsi al pari dei generosissimi aiuti provenienti dalle marine presenti in quelle acque.

Pianse Elena quando vide il disastro che la furia della natura aveva inflitto alla nobilissima città e ai suoi abitanti sopravvissuti, ai quali rivolgeva parole di conforto mentre li accoglieva nelle navi. Infatti, allestì ospedali al loro interno e ivi medicava i feriti in prima persona grazie alle sue competenze mediche. Inoltre, in virtù della sua amicizia con lo Zar Nicola, contattò altre navi russe che transitavano in zona e lanciò loro l’allarme convincendole ad avvicinarsi a Messina per prestare soccorso.

Fu vista fare persino di più: sicuramente contro il volere del Re, andò in mezzo alle rovine coordinando salvataggi e medicando coloro che ancora erano in vita, dimostrando sangue freddo nel raggiungere addirittura le zone più disastrate e a rischio di crollo prima ancora di altri soccorritori. Vestiva come un’infermiera, scegliendo d’essere la Regina dei sofferenti; per chi la vedeva e la riconosceva, doveva davvero apparire come un angelo celeste.

Non si limitò alla permanenza a Messina l’impegno della principessa montenegrina: ritornata a Roma, iniziò a confezionare vestiti per i terremotati insieme alle sue giovani figlie, tessendoli nella sala del trono stessa. Il Villaggio Regina Elena, uno dei quartieri provvisori sorti dai finanziamenti dei benefattori, fra i tanti designati con nomi degli stranieri donatori, fu intestato direttamente a lei.

Oggi la Regina della Carità è sulla via della canonizzazione ed è riverita come Serva di Dio dalla Chiesa Cattolica. Doveva essere una sovrana consorte illirica a dare amore vero e conforto a Messina e alla Sicilia in un momento di massima angoscia e lutto, più ancora dei figli di casa Savoia; e il nostro popolo le sarà per sempre riconoscente.

Nel giorno dell’anniversario del sisma e mentre nel Paese è polemica sul ritorno della salma di Vittorio Emanuele III, vogliamo ricordare quel che la consorte fece per il nostro territorio martoriato.

A Sua Altezza Reale Jelena Petrović-Njegoš del Montenegro.

Daniele Ferrara