Carenze d’organico e soppressione tribunali; inaugurazione anno giudiziario con proteste

Ormai è tradizione. Anche quest’anno l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Messina è stata caratterizzata da proteste dentro e fuori il Palazzo di Giustizia. E come accade ormai da molti anni a questa parte la relazione del Presidente della Corte d’Appello è stata incentrata sulle
carenze d’organico e sui tempi lunghi della giustizia. Segno che non cambia nulla, nonostante le polemiche ed i dibattiti, ed anzi rischia di peggiorare visto che è pronta una riorganizzazione delle piante organiche che prevede a Messina il taglio di cinque magistrati ed altri ne dovrebbero essere eliminati a Patti. I problemi sono tanti e non si possono certo superare con la soppressione di tribunali e sezioni distaccate. Servono innanzitutto riforme serie, per avere processi più veloci. Bisognerebbe avere il coraggio di modificare l’articolo 111 della costituzione e ridurre i gradi di giudizio. A sostenerlo, nella sua relazione, il presidente della Corte d’appello Nicolò Fazio che questa volta ha trovato il plauso sia dei magistrati che degli avvocati dopo le polemiche degli anni scorsi. “Siamo tutti uniti dagli stessi ideali al servizio della verità e della giustizia –ha detto Fazio nel suo intervento – e per il raggiungimento di questa meta comune possiamo darci la mano”. Ad inscenare l’immancabile protesta sono stati quest’anno gli avvocati ed i sindaci della zona jonica che contestano la paventata soppressione del tribunale di Taormina. Prima hanno manifestato all’esterno di Palazzo Piacentini poi nell’aula della Corte d’Assise, non a caso durante l’intervento di Tommaso Virga, membro del Csm. Il coordinamento avvocati della zona Jonica ha mostrato dei cartelloni eloquenti: “ difendiamo la giustizia di prossimità no alla soppressione del tribunale di Taormina” . La cerimonia ha evidenziato una volta di più la crisi della giustizia nel nostro distretto. Una crisi legata indissolubilmente all’esiguità degli organici –come ha detto il presidente della Corte d’appello – e a un sistema ormai vecchio che non riesce a mettersi al passo con i tempi. Nonostante tutto –ha concluso Fazio- gli operatori continuano a lavorare oggigiorno fra mille difficoltà per garantire verità e giustizia.