Anomalie nell’assunzione degli ex Feluca all’Amam: l’ispettorato del lavoro acquisisce gli atti

I riflettori dell’Ispettorato del lavoro si sono accesi sull’Amam, ed in particolare sul passaggio dei Feluca in quell’azienda destinata a diventare nei progetti dell’amministrazione un vero e proprio carrozzone, attraverso la “Multiservizi delle meraviglie”. In attesa che si concretizzi il passaggio dei servizi, da un anno il Comune ha avviato celermente il transito di lavoratori. Ma su quelli di Feluca sono fioccate polemiche, perplessità e denunce finite sul tavolo dell’ispettorato del lavoro che nei giorni scorsi ha avviato l’acquisizione di una serie di atti sia all’Amam che a Palazzo Zanca e che riguardano l’iter seguito nel 2015 e fortemente voluto dall’allora vicesindaco Guido Signorino e dal segretario generale Antonino Le Donne.

Come già fatto nel caso del Consorzio autostrade, l’ingegnere Gaetano Sciacca, che guida l’ispettorato del lavoro,ha avviato un tavolo tecnico con i vertici dell’Amam e con l’amministrazione comunale per individuare il percorso migliore e soprattutto evidenziare le “falle” del passaggio sotto l’aspetto normativo. Così come per la vicenda Cas anche all’Amam per quel che riguarda il transito di Feluca, il tavolo tecnico non ha sortito alcun effetto ed all’ispettorato del lavoro, ufficio che ha come compito principale il controllo del rispetto della normativa in materia di personale ed assunzioni, non è rimasta altra strada che l’attività ispettiva e l’acquisizione di atti per l’avvio di eventuali sanzioni amministrative. Peraltro, sempre per legge, la relazione ed i faldoni acquisiti, qualora dovessero emergere fatti di rilevanza penale, dovranno obbligatoriamente essere trasmessi alla Procura.

Numerose le irregolarità riscontrate nel corso dell’attività ispettiva dei mesi scorsi e che riguardano la procedura di assunzione dei lavoratori della società mista che gestiva la rete civica e che è finita in liquidazione.

Come rilevato nel corso del tavolo tecnico il passaggio all’Amam non può essere effettuato per quei lavoratori che non risultano LSU (considerazione che vale anche per tutti i trasferimenti). L’amministrazione pur accogliendo le indicazioni dell’ufficio del lavoro ha alzato le barricate solo sui Feluca, trincerandosi dietro il parere del segretario generale Le Donne.

Diverse le irregolarità. Gli ex Feluca non sono Lsu, manca (fatto rilevante) una delibera di assunzione in carico del personale. Il presidente Leonardo Termini, infatti, subentrato a Nastasi, non ha mai firmato alcun atto in tal senso. L’unico provvedimento è quindi quello firmato da Nastasi a suo tempo. Il nodo cruciale poi è la “natura” di Feluca, che secondo il parere di Le Donne, è una CONTROLLATA dal Comune, sorvolando sul fatto che il 51% delle quote era di Intermedia socio privato che deteneva la maggioranza,mentre il restante 49% era suddiviso tra Comune e Provincia. Intermedia nel frattempo è fallita da una decina d’anni.

“Su tutti i passaggi all’Amam ho evidenziato che nel pubblico si accede per concorso– spiegava nei giorni scorsi Sciacca- Un fatto che ritengo ovvio e naturale. Invece quando lo faccio notare vengo guardato come un marziano, come qualcuno che vuole sovvertire un contesto consolidato. Io guardo anche alle future generazioni, quelle che non avranno mai alcuna possibilità di accedere a nessun concorso proprio perché una visione distorta del pubblico ha portato a queste conseguenze. Nel caso specifico di Feluca è evidente che se il socio privato era al 51% il discorso non è così semplice come al Comune lo vogliono far passare. La legge dice ben altro rispetto al parere del segretario generale”.

E se Le Donne sostiene che Feluca era controllata totalmente dal Comune, sorvolando su quel 51% ai privati, nel corso dell’attività ispettiva, dopo aver ascoltato dirigenti di Palazzo Zanca e revisori, sono emerse le anomalie procedurali. Insomma secondo Le Donne quello scarso 24% in Feluca da parte dell’amministrazione basterebbe per un’assunzione diretta in Amam, bypassando precari storici, (ai quali lo stesso Le Donne sbandiera stabilizzazioni con soglie orarie risibili e stipendi striminziti) e soprattutto la normativa in tema di assunzioni nel pubblico. Va da sé che sull’Amam Multiservizi le bandierine di stop dei revisori dei conti si sono alzate e la stessa Corte dei conti ha chiaramente evidenziato le conseguenze della mega società “panacea di tutti i disservizi”.

Insomma i riflettori dell’ispettorato del lavoro si sono accesi e l’acquisizione degli atti può essere solo inizio, dal momento che i faldoni potrebbero finire da un Palazzo ad un altro qualora si riscontrassero elementi di natura penale.

Come nel caso degli straordinari al Cas c’è da rilevare che quando fuori da una porta c’è chi reclama diritti e dentro quella porta invece si opera in modo strabico, serve con urgenza ripristinare legalità e trasparenza. Al Cas c’erano “i magnifici 100” destinatari di centinaia di ore di straordinario,a fronte di precari ai quali anche solo 3 mesi di occupazione, sarebbe equivalso al rispetto della loro dignità.

Per quel che riguarda l’Amam nei giorni scorsi il consigliere comunale di Sicilia Futura Nino Carreri, che periodicamente firma interrogazioni chiedendo l’accesso agli atti, e risposte dall’azienda, ha sbottato, dando 30 giorni per avere quel che da mesi richiede inutilmente. Sul piano dell’amministrazione trasparente l’Amam è all’anno zero, basta andare a cercare sul sito della società. Carreri chiede da mesi lumi su incarichi, consulenze, affidamenti a cooperative,bandi e quant’altro.

Ma all’Amam tutto scorre… come l’acqua.

Rosaria Brancato