I “superminimi” di Ato 3, isole ecologiche e Messinambiente. Impazza il dibattito

Somme corrisposte legittimamente ma, ora più che mai, inopportune. Il consigliere comunale Libero Gioveni porta alla luce un nuovo elemento sulla controversa gestione dei rifiuti in città. “Alcuni dipendenti dell’Ato 3 – scrive – percepiscono in busta paga una quota aggiuntiva denominata "superminimo" o "aumento di merito" o "ad personam", che per alcuni arriva a toccare anche 500 euro al mese in più rispetto allo stipendio. E’ correlato "alla particolare laboriosità e diligenza del lavoratore"”.

Ed alcuni dipendenti sono stati premiati doppiamente, anche con gli aumenti di livello. “Dal 4° al 6° – prosegue il consigliere – o addirittura qualcuno dal 4° direttamente all'8°. Nulla di strano che il tutto vada a cozzare con la beffa per i cittadini di dover includere nella tanto indigesta Tares anche questi costi che forse potevano essere evitati”.

Gioveni si rivolge al sindaco ed agli assessori Ialacqua e Signorino per sapere “se intendano intervenire su un’altra vicenda influente sui costi di gestione dei rifiuti e, qualora decidano di farlo, quali provvedimenti intendano adottare per limitare tali costi che non possono che gravare sulle tasche dell'utenza”.

Le lamentele nei confronti dell’Ato 3 e dell’amministrazione comunale riguardano anche le isole ecologiche. Il Consiglio della V circoscrizione ha approvato all’unanimità un’interrogazione, da sottoporre all’assessore all’ambiente, Daniele Ialacqua, in merito al funzionamento dei Centri comunali di raccolta.

“Le cinque isole ecologiche attualmente operative – si legge nel documento – risultano assolutamente insufficienti rispetto alle accresciute esigenze del territorio comunale. Ne servirebbero almeno due per ogni circoscrizione”. Ed anche in quelle operative, le condizioni non sono ideali. In particolare in quella di Tremonti, ricadente all’interno del territorio circoscrizionale, i consiglieri registrano “assenza di un idoneo sistema di pesatura dei rifiuti; accatastamento sulla piattaforma di rifiuti indifferenziati; vasca per l'alloggiamento del cassone per la raccolta totalmente allagata”.

Il V quartiere ricorda anche che lo scorso 17 gennaio, “Messinambiente ha presentato all'assessorato comunale all'Ambiente un preventivo di spesa della ditta Tassinari Bilance per la messa in funzione del sistema di pesatura informatizzato dei rifiuti all'interno dei 5 Centri di Raccolta per un importo complessivo di 40mila euro più iva. Il sistema comprende l'inserimento di un software di gestione in grado di collegare direttamente la pesatura al codice fiscale dell'utente che effettua il conferimento, garantendo la necessaria precisione e tracciabilità delle operazioni”.

L’assessorato, però, non ha autorizzato l’accettazione del preventivo. Verte anche su questo l’interrogazione del Consiglio della V circoscrizione. “Al momento, a Tremonti, la pesatura viene fatta ad occhio dal personale di Messinambiente, 28 unità nelle 5 isole, di cui alcuni con funzionalità limitate e tre addirittura analfabeti”. Ed ancora, questioni sui contrasti nella gestione tra Messinambiente e Ato 3 e sul mancato avvio dei progetti pilota per la raccolta differenziata porta a porta nelle aree individuate dai Consigli di quartiere.

Infine “l’Ato 3 dispone di sei mini cam, mezzi mobili con sistema di pesatura informatizzata, attualmente inutilizzati. Consentirebbero l’immediata messa in funzione di sei piccoli centri di raccolta attrezzati al conferimento differenziato”.

Sui bilanci di Messinambiente interviene invece il deputato del Nuovo Centrodestra, Vincenzo Garofalo. “Ancora una volta – sottolinea – chiediamo all'Amministrazione comunale di convocare a stretto giro il Consiglio per condividere ed illustrare i dati che hanno portato alla bocciatura dei consuntivi 2011-2012 della Spa. Un atto così importante non può che scaturire da una indagine attenta condotta sui conti della Società. Un'indagine i cui esiti vanno condivisi dall'amministrazione comunale non solo attraverso una indicazione di massima delle ragioni che l'hanno determinata ma, piuttosto, fornendo al Consiglio e alla città elementi precisi”.

Garofalo ripropone l’istituzione della commissione di inchiesta. “Non si tratta di individuare i responsabili, perché non è questo il compito che il Consiglio è chiamato a svolgere. Se vi sono responsabilità queste verranno accertate in altra sede. Si tratta, piuttosto, di analizzare le cause che hanno portato a questo punto al fine di mettere in atto le correzioni necessarie a ridurre i costi e raggiungere standard adeguati di efficienza del servizio”.

(Marco Ipsale)