Porto di Tremestieri, c’è una prima bozza dello studio del Dhi. Ed è vicino l’esito finale

La strada verso l’ampliamento del porto di Tremestieri sembra spianata. Se a breve verrà messo nero su bianco per l’allargamento della circoscrizione dell’Autorità Portuale, la conferma dei finanziamenti e l’affidamento dei poteri speciali, potrà finalmente essere validato e approvato il progetto definitivo e si procederà alla firma del contratto. Serviranno poi ancora circa quattro mesi per la redazione e l’approvazione del progetto esecutivo, prima dell’avvio delle opere. Concludere il lungo iter amministrativo propedeutico ai lavori entro fine anno sarebbe un successo.

Ed allora ancora per un po’ bisognerà fare i conti con le carenze del porto attuale. La vicenda è passata sotto silenzio perché da due mesi, esattamente dallo scorso 18 aprile, giorno della riapertura, non si sono più verificati insabbiamenti. Il maltempo e l’arrivo della bella stagione hanno dato una tregua, dopo un periodo invernale deleterio. Due fortissime mareggiate, la prima il 5 novembre 2014 e la seconda il 21 febbraio 2015, e le solite lunghissime trafile burocratiche hanno fatto sì che il porto restasse aperto nel periodo intermedio per appena 24 giorni, dal 28 gennaio al 20 febbraio, in un periodo di cinque mesi e mezzo.

Anche adesso, a dirla tutta, un po’ di sabbia è entrata. “Al momento non dà fastidio – spiega il segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina – e non c’è un rischio insabbiamento imminente. Ma non vogliamo farci trovare impreparati nell’eventualità in cui dovesse verificarsi. Abbiamo quindi già fatto una gara che è stata aggiudicata in via provvisoria e diventerà definitiva nel momento in cui avremo bisogno di fare il dragaggio. La Regione ci ha chiesto di fare ancora l’analisi della sabbia. L’abbiamo fatta subito e inviato le carte con la nuova richiesta di autorizzazione. Adesso siamo, come sempre, in attesa ma ci siamo mossi con largo anticipo per essere in condizioni di poter eventualmente intervenire a breve”.

E’ vicino al risultato finale, nel frattempo, lo studio commissionato al Dhi, il Danish Hydraulic Institute, per trovare soluzioni ai continui insabbiamenti. Con la realizzazione delle nuove invasature, basterà una manutenzione ordinaria perché il fenomeno non si verifichi più. In questi anni, però, è necessario mettere in pratica anche altre rimedi. “Ci hanno mandato una prima bozza ufficiosa – prosegue Di Sarcina – in cui si vede che, tarando i moltissimi parametri del modello matematico applicato, stanno riuscendo a simulare fedelmente quello che è accaduto nella mareggiata del novembre 2014. E’ registrata negli archivi e ne conoscono le caratteristiche nei dettagli. Nel loro software, inseriscono la geometria della struttura del fondale, la granulometria e la sensibilità della sabbia, gli orientamenti, l’intensità dell’onda e tutto il resto fino a riformare la gobba che si è creata nel porto. Modificano i parametri fin quando non ottengono la sagoma che si è verificata ed appena il modello sarà tarato su quei criteri riusciranno a riprodurre esattamente i fenomeni che si verificano a Tremestieri”.

A quel punto quale sarà la soluzione? “Verrà simulata la fossa che vogliamo fare – conclude Di Sarcina – ed il modello indicherà dove andrà a finire la sabbia, anche se possiamo già verosimilmente individuarlo. Nella prima bozza si vede una forma all’interno del porto molto simile a quella reale, vuol dire che siamo ad un passo dal risultato finale. Poi bisognerà capire quanto materiale sabbioso si dovrà togliere e fare un progetto. Se contemporaneamente avremo buone notizie sul nuovo porto, saremo più sereni. E’ un work in progress, non possiamo dire quale risultato sarà raggiunto prima perché dipende da troppi fattori”.

(Marco Ipsale)