Nei giorni scorsi, da queste colonne Coldiretti aveva messo in guardia sui gravissimi danni in itinere ai danni degli apicoltori: in molta parte della Calabria, distrutto anche metà del prodotto previsto a causa di gelate improvvise e api ridotte alla fame. A tal punto che gli apicoltori sono stati costretti, per farle sopravvivere, ad alimentarle direttamente negli alveari con sciroppi zuccherini.
Uno stato di cose non certo superato e particolarmente triste oggi, 20 maggio, data in cui ricorre la Giornata mondiale delle api.
In base ai dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica – Banca dati apistica, in Calabria lavorano 1385 apicoltori tra professionisti e hobbisti (che producono miele per autoconsumo, ma possiedono il codice d’attività). Gli apiari sono 5406, gli alveari 118.465 e gli sciami 12.103. “Dati e numeri nel tempo – fa sapere Coldiretti Calabria – sono aumentati in parallelo con gli alveari dedicati al biologico, ma che adesso stanno subendo un duro colpo. Sono più di 3.500.000 i kg di miele che si producono, che generano un valore alla produzione di oltre 15 milioni di euro. In media una singola ape – precisa l’associazione di coltivatori – visita in genere circa 7mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele”.
Quest’anno, però, evidenzia Coldiretti, “l’inverno bollente e la primavera segnata da ripetute gelate hanno creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori”.
Le difficoltà che stanno attanagliando le api, si fa sapere da Coldiretti, “sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione. Il ruolo delle api è fondamentale considerato che – evidenzia la Coldiretti – dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben 3 colture alimentari su 4, come mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni”.
Fase cruciale, l’impollinazione, anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.
Per tutte queste ragioni, Coldiretti Calabria “ribadisce la richiesta al Dipartimento regionale Agricoltura di verificare i danni sulle aziende apistiche per la dichiarazione dello stato di calamità in questo delicato comparto, fondamentale per la salvaguardia della biodiversità e delle produzioni di qualità”.
A tale proposito, se nel 2020 l’acquisto di miele è cresciuto del 13%, “sugli scaffali dei supermercati italiani – denuncia Coldiretti Calabria – più di 1 vasetto di miele su 2 viene dall’estero. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure – si consiglia – rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna amica. La Coldiretti ricorda che il miele prodotto sul territorio è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.