Amministrative 2013, il Cga respinge il ricorso. Accorinti: “Continuiamo con determinazione come e più di prima”

Il Cga ha respinto l’appello relativo al ricorso contro l’elezione di Accorinti sindaco alle amministrative del 2013. La sentenza, un provvedimento collegiale, n° 201400627, relatore Silvia La Guardia, è stata pubblicata oggi nel pomeriggio nel sito ufficiale del Consiglio di giustizia amministrativa e riguarda uno dei due appelli presentati alla decisione del Tar, il n° 189. Resta in attesa di decisione il secondo appello, il n°188, sempre per la stessa sentenza del Tar. Al momento il dispositivo non è noto, si sa quindi soltanto che l'appello è stato respinto.

A distanza di un ben sei mesi dall’udienza del 28 maggio il Consiglio di Giustizia amministrativa ha rigettato l’appello, confermando quindi la sentenza del Tar che a gennaio ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Alessia Currò, Giovanna Venuti e Giovanni Cocivera in merito al primo turno delle amministrative 2013 che hanno poi portato al ballottaggio ed all’elezione di Accorinti.

I magistrati del Cga, Raffaele Maria De Lipsis, Marco Lipari, Silvia La Guardia (relatore), Marco Baricelli, Alessandro Corbino e Giuseppe Mineo, hanno quindi respinto la tesi degli avvocati Silvano Martella e Giovanni Marchese, che avevano chiesto la riapertura dei plichi ed il riconteggio delle schede nelle sezioni indicate dal ricorso e nelle quali si sarebbero registrate irregolarità tali da avere inficiato l’esito finale del voto. Il candidato del centro-sinistra Felice Calabrò infatti non è stato eletto al primo turno per 59 voti e si è arrivati al ballottaggio con Accorinti ed alla sua successiva elezione.

Anche in secondo grado quindi viene confermato il rigetto del ricorso alle amministrative 2013. Si chiude quindi un capitolo che ha tenuto in bilico l’amministrazione sin dall’insediamento, perché l’incertezza sull’esito dell’iter giudiziario ha pesato, anche se non “in modo visibile” sulla serenità dell’operato dell’amministrazione. Va da sé che da oggi non ci saranno più alibi in nessuno dei due fronti, né da parte di chi amministra che adesso sa di poter andare avanti fino alla scadenza naturale del mandato e quindi deve dar prova di averne piena capacità, né da parte dell’opposizione che non può limitarsi ai “no” pregiudiziali ma passare ad un confronto costruttivo.

Il ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa era stato predisposto a febbraio in seguito ad una sentenza del Tar che secondo l’avvocato Martella presentava diversi travisamenti che costituivano il presupposto della decisione stessa.

I ricorrenti infatti avevano chiesto in primo grado l’apertura dei plichi ed il riconteggio dei voti, ma nella sentenza del Tar si leggeva: “Tuttavia, per nessuna delle sezioni individuate in ricorso i ricorrenti precisano quali dovrebbero essere i risultati corretti, …..” i ricorrenti inoltre non avrebbero spiegato neanche “in quale modo tale eventuale discrasia avrebbe influito sull’esito finale. I ricorrenti non riescono a dimostrare che dagli affermati vizi di verbalizzazione delle sezioni, sia effettivamente derivata una alterazione del risultato elettorale”.

Nell’appello al Cga si sottolineava come non sia possibile fornire alcuna prova evidente dell’alterazione del risultato elettorale dal momento che mancano i verbali di contestazione: “L’unico modo per dimostrarlo sarebbe stato fotografare i singoli voti, ma è chiaramente un’attività illecita. In merito alla possibile alterazione del risultato elettorale si ribadisce che a fronte di una differenza di appena 59 voti rispetto al quorum richiesto, le censure proposte ne investono quasi un migliaio!”.

Il dato contestato, tra l’altro, si basava anche “su quanto attestato dallo stesso Ufficio Centrale e che, per un cospicuo numero di sezioni elettorali, è stata integralmente violata la normativa di riferimento. Nello specifico non erano stati trasmessi, e mancavano del tutto, i verbali attestanti le operazioni di scrutinio del seggio, necessari per consentire la verifica dei voti, mentre, per altre sezioni, ha constatato che alcuni verbali erano in bianco, altri non completi, altri compilati in via sommaria con dati contrastanti, altri ancora recanti cancellature ed abrasioni. Ciò non poteva consentire di attribuire il voto, in quelle sezioni, nei modi con cui lo ha fatto l’Ufficio Centrale”. In sintesi non ci era basati sui regolari verbali delle sezioni o nelle tabelle di scrutinio ma: “In alcune sezioni facendo ricorso ai dati del CED, per altre attraverso l’ interpello del Presidente e del Segretario di Seggio; per altre non compilando alcune pagine; per altre ricorrendo alla copia delle tabelle di scrutinio informalmente detenute presso la Segreteria Comunale”.

Le ragioni dell’appello per riformare la sentenza n. 280/2014 del TAR di Catania sul ricorso n.1738/2013 RG e, quindi disporre l'annullamento dell’atto di proclamazione alla carica di Sindaco del Comune di Messina del prof. Renato Accorinti del 25.6.2013; non hanno convinto il Cga che ha confermato il provvedimento del Tar ponendo la parola fine, ad un anno e mezzo di distanza dall’elezione di Accorinti ad una querelle che spaziava dai Tribunali ai Palazzi della politica, come in uno scacchiere. Resta però in piedi ancora il secondo appello, per il quale non è stata pubblicata la decisione.

"Rimaniamo sereni e continuiamo a lavorare con determinazione come e più di prima- ha commentato a caldo il sindaco Accorinti- Aspettiamo anche la sentenza del secondo ricorso. Ovvio però che questa sentenza dà più serenità e prospettive a tutto l'ambiente".

Rosaria Brancato