Fallimento Gedim, chiesta la conferma delle condanne per i due ex deputati Germana’

La conferma delle condanne emesse in primo grado a carico dell’ex senatore Basilio Germanà, accusato, insieme ad altre cinque persone, di bancarotta fraudolenta aggravata. E' questa la richiesta che il procuratore generale ha avanzato stamattina al processo, apertosi davanti la Corte d'appello di Messina sul fallimento della Gedim costruzioni, impresa prima denominata “Venere”. L'accusa ha formulato una dura requisitoria contro l'ex senatore il fratello Nino, ex deputato regionale e nazionale, condannati a 3 anni ed 8 mesi in primo grado dal Tribunale di Patti.

Al centro del procedimento un giro di affari risalenti ai primi degli anni ‘90 e concluso con la dichiarazione di fallimento della Gedim, dichiarato il 12 febbraio 1996. Al banco degli imputati anche Vincenzo Milio Caruso, Cono Di Luca Lutopitto, Francesco Molica, tutti di Brolo, e Vincenzino Spiccia di Piraino. Sono ccusati di bancarotta fraudolenta con le aggravanti di avere cagionato un danno di rilevante gravità e di avere commesso il fatto col concorso di più di cinque persone.

Secondo l’accusa i due Germanà, assieme a De Luca, erano gli amministratori di fatto della società dichiarata fallita, mentre sulla carta gli amministratori unici, prima della Venere e poi della Gedim, erano Molica, Ricciardello e Spiccia. Tutti erano accusati di avere disposto le scritture contabili in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione degli affari e del patrimonio della società o comunque in modo da renderla difficoltosa, sempre per procurarsi un ingiusto profitto o comunque per recare pregiudizio ai creditori.

Il Tribunale di Patti ha riconosciuto colpevoli i due Germanà e Di Luca, condannando i due fratelli a tre anni e otto mesi ciascuno e Di Luca a quattro anni e otto mesi.I Germanà sono stati ritenuti concorrenti esterni nei reati di bancarotta e non amministratori di fatto. Due anni la condanna per gli amministratori Caruso, Molica e Spiccia.

Oggi l'accusa ha chiesto la conferma di quel verdetto, poi la parola è passata all'avvocato Giuseppe Di Peri, mentre il 25 febbraio prossimo è prevista l'arringa dell'avvocato Carmelo Occhiuto.

(Alessandra Serio)