La Soprintendenza taglia il servizio di pulizie per risparmiare, lavoratori in sit-in

Dal primo giugno niente più servizio di pulizia per i locali della Soprintendenza ai Beni Culturali. Mancano le risorse e si è deciso di risparmiare sulle pulizie. L’allarme che Fp Cgil e Filcams Cgil avevano lanciato nei giorni scorsi adesso è esploso nella sua gravità. Perché questo provvedimento del Soprintendente significa perdita del lavoro per chi fino a pochi giorni fa si occupava di pulizie.

Per protestare e per chiedere il ripristino del servizio, questa mattina sit-in dei lavoratori davanti ai locali della Soprintendenza ai Beni culturali di Messina, la protesta organizzata dalla FPCGIL e dalla FILCAMS-CGIL, le due categorie che rispettivamente seguono i dipendenti pubblici e i lavoratori impegnati nel servizio di pulimento.

“L’interruzione del servizio, oltre a provocare condizioni lavorative insopportabili per i dipendenti della Soprintendenza e per i siti archeologici, comporterà inevitabilmente la perdita di ulteriori posti di lavoro (25) che la nostra città non può permettersi”, fanno presente Clara Crocè e Rosa Raffa della FPCGIL e Carmelo Garufi e Francesco Lucchesi della FILCAMS.

Le organizzazioni sindacali già nei giorni scorsi erano intervenute chiedendo all’Assessore Giusi Furnari i fondi necessari per il ripristino del servizio e al Soprintendente di Messina la revoca della disposizione con l’immediata ripresa del servizio.

La Segreteria dell’Assessore Furnari ha reso noto che i fondi per il funzionamento dei beni culturali sono stati richiesti all’Assessorato all’Economia il quale in giornata dovrebbe fornire delle risposte.

“Per la FILCAMS – incalzano Garufi e Lucchesi – è inammissibile sospendere il servizio senza provare ad individuare delle soluzioni per salvaguardare posti di lavoro e un servizio svolto in locali aperti al pubblico e di interesse turistico. Non consentiremo una nuova macelleria sociale”.

“L’ipotesi di utilizzare il personale PIP per la pulizia delle Soprintendenze dei musei e delle aree archeologiche non è ipotizzabile – continua Clara Crocè – nelle province, escludiamo anche l’utilizzo del personale in categoria A. E’ utile ricordare che il personale contrattualizzato in categoria A, non può essere utilizzato per il servizio di pulimento in quanto non previsto dai profili professionali. Inoltre, da anni i lavoratori sono adibiti in compiti amministrativi e tecnici, anche in mansioni superiori non riconosciute dalla Regione”.

In mattinata le organizzazioni sindacali hanno raggiunto la segreteria dell’assessore Furnari, quest’ultima ha manifestato la disponibilità ad incontrare la Cgil e i lavoratori.