Caos dipartimento Patrimonio. L’odissea di un lettore per acquistare un alloggio popolare

“Vivo in una casa di proprietà del Comune di Messina da sempre. Qualche anno fa in seguito al decesso di mia madre, assegnataria dell’alloggio, mi sono portato ad Dipartimento Patrimonio che gestisce l’immobile presentando istanza di voltura a mio nome ai sensi del D.P.R. 30/12/1972 n. 1035 art.12.

La mia legittima richiesta, però, si è scontrata con la limitata professionalità degli impiegati del Dipartimento che di volta in volta mi invitavano ad esibire documenti diversi. Quando sembrava che la documentazione necessaria fosse completa, si “accorgevano” che mancava ancora qualcosa.

Dopo aver girovagato per mesi tra gli uffici dell’anagrafe e la Conservatoria, dopo che i vigili hanno accertato la mia residenza nell’alloggio in questione, mi è stato presentato un altro problema: era necessario il parere dei Beni Tutelati. Bisognava attendere ancora.

Nei mesi che seguirono, l’impiegata a cui mi rivolgevo per sapere notizie, mi rimandava palesemente infastidita. A tal punto, ho deciso di rinunciarvi. Qualche tempo fa, parlando con i vicini di casa, apprendevo che parecchi assegnatari avevano comprato l’alloggio e molti altri erano riusciti a regolarizzare la loro posizione che era simile alla mia.

Decido, allora, di fare un ulteriore tentativo e mi porto presso gli Uffici del Patrimonio. Stavolta il mio interlocutore è un viso nuovo, una responsabile del servizio “Alloggi”di una professionalità e disponibilità non comuni. In breve tempo ha istruito la mia pratica, nonostante lamentasse una grave carenza di personale, e nell’arco di un mese mi sono ritrovato titolare dell’alloggio e, integrando ulteriormente la documentazione con certificati tecnici, ho presentato istanza d’acquisto. Purtroppo si è dovuto rimandare la stipula dell’atto di vendita a settembre a causa della pausa estiva, alla fine della quale il mio proposito è andato in frantumi.

Mi reco all’Ufficio Patrimonio venerdì 30 agosto e trovo soltanto un corridoio pieno di persone come me, con la documentazione pronta per l’acquisto e tutte le porte degli uffici “Fitti Attivi” chiuse. Mi viene detto che gli impiegati erano assenti per malattia e la responsabile che seguiva le vendite era stata trasferita.

Dopo aver dato incarico ad un legale che rappresenti le mie motivazioni davanti ad un giudice per i danni morali e materiali che ho subito (per l’acquisto dell’alloggio ho fatto un prestito presso una banca e le stesse certificazioni tecniche che ho dovuto produrre per diventarne proprietario hanno avuto un costo ingente), adesso vorrei chiedere al sindaco, prof. Renato Accorinti a cui io e la mia famiglia abbiamo dato fiducia perché da sempre ritenuto persona di estrema correttezza, di grandi ideali e sani principi, se è a conoscenza della paralisi in cui, in questo momento, riversa il settore degli alloggi comunali.

Vorrei chiedere a questa Amministrazione come intende risolvere i problemi che attanagliano le classi sociali dei meno abbienti come me che possono fare affidamento soltanto sul buon funzionamento della macchina pubblica. Vorrei chiedere secondo quale criterio viene trasferita ad altro Ufficio l’unica persona che dopo anni di guazzabuglio stava riorganizzando un settore abbandonato e lasciato alla deriva dalle Amministrazioni precedenti, senza prima pensare di sostituirla con altro funzionario altrettanto preparato e con altrettanta capacità di gestire un Ufficio di tale rilevanza considerata la precaria situazione finanziaria su cui riversa il Comune.

Vorrei, infine, aggiungere che la Vara, la passeggiata dei Giganti, il verde cittadino sono senz’altro la bella cornice di un quadro il cui valore viene quantificato, tra le tante altre cose, anche dalla funzionalità dei servizi”.