Sciacca: “Prolungare una rampa per aprire al più presto anche l’uscita da Boccetta verso Giostra”

Dire “l’avevo detto”, spesso, può risultare antipatico. Quando però poi i fatti danno ragione a chi aveva prospettato le soluzioni migliori, non si può far altro che darne atto. E’ quanto accaduto al cantiere dello svincolo di Giostra, dove, finalmente, si aprono quantomeno le due rampe in entrata. Il “premonitore” è l’ing. capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, che, da tempo, andava ripetendo che lo svincolo poteva essere aperto in entrata indipendentemente dalle sorti del viadotto Ritiro, poiché, in questo caso, non vi era alcuna interazione. “Anzi – afferma Sciacca – le due rampe in entrata potevano essere aperte diversi mesi fa e non so per quale motivo si sia perso del tempo”.

Inutile piangere sul latte versato, ma anche per quest’inaugurazione – a parere dell’ing. capo del Genio Civile – non c’è poi tanto da esultare. “Per carità – dichiara – anche l’apertura parziale è importante, ma questi squilli di trombe mi sembrano eccessivi. Il progetto prevede chiaramente quattro rampe e adesso stiamo festeggiando per una cosa incompleta. Siamo contenti per l’apertura delle due rampe, ma siamo amareggiati perché non sappiamo quanto tempo passerà per il completamento. E’ come se avessimo costruito una casa a cui manca il tetto. Sono lavori che andavano fatti prima, sfruttando i poteri speciali. Avevamo trovato il compromesso del giunto, anche se non è la soluzione migliore, ma si sono intestarditi per proseguire senza interventi riparatori”.

Al momento, prima di veder aprire anche le due rampe in uscita dello svincolo, sarà necessario attendere i lavori di messa in sicurezza del viadotto Ritiro, propedeutici alla messa in opera del famigerato giunto di collegamento. Ma l’iter va per le lunghe. Il Consorzio Autostrade Siciliane ha spiegato di aver affidato il progetto all’Università, dalla quale si attende un responso entro il mese di luglio. A quel punto, il Cas rimanderà il progetto al Rina, una società privata internazionale di certificazione, che farà una nuova verifica, stavolta con esito presumibilmente positivo. Il Cas dovrà allora validare il progetto e inviarlo all’Ivca, l’ispettorato di viglianza delle concessioni autostradali, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per l’ok definitivo alla gara d’appalto.

Ecco allora che Sciacca ripropone una soluzione già suggerita in passato, senza un adeguato riscontro. Secondo l’ing. capo del Genio Civile è possibile, anche in questo caso, adottare una soluzione che non preveda interazioni col viadotto Ritiro e dunque non necessiti del giunto, quantomeno per l’uscita verso il viale Giostra da parte di chi proviene da Catania e di conseguenza da Boccetta. “Si tratta – spiega Sciacca – di anticipare l’uscita, con un semplice prolungamento delle rampe, sul rilevato esistente, la cosiddetta montagnola. Questa soluzione potrebbe avere un costo di circa un milione, massimo un milione e mezzo, contro i circa sei milioni e mezzo di costo previsto per il giunto. Si avrebbe così un risparmio economico e soprattutto di tempo, perché in questo modo si potrebbe aprire immediatamente il terzo innesto, consentendo anche un’altra uscita fondamentale”.

Fondamentale per la viabilità ma anche per la Protezione Civile poiché, in caso di sisma o comunque di problemi sul viadotto Ritiro, quest’uscita potrebbe bypassarlo e ricollegarsi con la nuova entrata che si proietta sul viadotto Baglio, garantendo la prosecuzione della viabilità ed evitando l’isolamento della città di Messina dal resto della Sicilia.

Soluzione più complicata, ma comunque fattibile, per l’ultima uscita. Quella verso il viale Giostra per chi proviene da Palermo e di conseguenza da Villafranca. “Quest’ultima uscita – prosegue – andava concepita in modo diverso in fase progettuale. Qui non c’è una montagnola su cui anticiparla, ma si doveva studiare un allargamento della galleria. Ormai non è più possibile, ma anche in questo caso il giunto può essere evitato. Una volta aperta la prima uscita, il traffico in direzione Villafranca può essere spostato sui nuovi viadotti, mentre quello in direzione Boccetta può essere spostato sull’altra carreggiata. In questo modo si possono chiudere alternativamente le carreggiate del viadotto Ritiro ed adeguarlo sostituendo le travi in cemento armato con quelle in acciaio, garantendone la sicurezza sismica”.

Tutto, dunque, dipende dall’anticipazione sulla “montagnola” dell’uscita da Boccetta verso Giostra. Soluzione che comporterebbe diversi risultati positivi: risparmio di tempo e denaro, fluidificazione della viabilità cittadina, maggiore sicurezza per gli automobilisti in transito sulla tangenziale. “Se non ci si sbriga – conclude Sciacca – l’impresa Ricciardello andrà via e, prima di vedere lo svincolo completo, passeranno anni”. Con la speranza che non sia una nuova vox clamantis in deserto.

(Marco Ipsale)