D’Alia: “C’è spazio per il centro moderato che guarda al Pd. Il centro destra gestito da caporali di giornata”

Di svoltare a destra D’Alia non ci pensa proprio e se il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa vuol tirare dritto in quella direzione ci sarà la frattura definitiva.

Da oggi e fino al Referendum del 4 dicembre la guerra nell’Udc è in un certo senso “congelata”, perché la resa dei conti si farà ad urne chiuse. Sempre più probabile il divorzio, con Cesa che, da segretario dell’Udc terrà il simbolo ed il presidente del partito, D’Alia che porterà i suoi verso il lido dei moderati che guardano al Pd di Renzi.

"il 4 dicembre, giorno del referendum costituzionale, sarà una data storica perché segnerà il cambiamento della vita politica. Si aprirà una nuova stagione" e ci sarà "uno spazio enorme per il 'Centro', tradizionalmente rappresentato del ceto medio che è stato la spina dorsale del nostro Paese”.

L’ipotesi quindi è quella di un centro moderato che guarda al Pd renziano e che potrebbe anche essere quell’Area Popolare nata nei mesi scorsi dall’unione tra i deputati Ncd ed Udc che hanno formato intergruppi in Parlamento ed all’Ars.

E subito dopo il messaggio ai naviganti, cioè i centristi che invece vogliono andare a destra, D’Alia lancia la stoccata al centro destra siciliano: “Il ceto medio è stato impoverito dalla crisi economica ma rimane il cuore pulsante del Paese nonostante il fallimento del bipolarismo e soprattutto del centrodestra in crisi irreversibile perché si identifica con Berlusconi e viene gestito da caporali di giornata. Penso invece ad un'alleanza salda fra forze popolari e forze riformiste, con Renzi che reggerà all'esito referendario”.

A proposito del 4 dicembre l’ex ministro è schierato per il sì e domenica, insieme a Casini terrà la convention siciliana. La guerra con Cesa si combatte anche sul referendum dal momento che il segretario nazionale del partito è invece per il no

“Ci siamo impegnati tutti a portare avanti il percorso riformatore e noi siamo sempre rimasti coerenti. La riforma contiene anche la clausola di supremazia con cui lo Stato potrà intervenire in materie di competenza regionale quando lo richiede "la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica", cioè "dell'interesse nazionale". Quando al governo c'era il centrodestra siamo stati proprio noi a volere la clausola, posizione condivisa anche da Alleanza nazionale ma ora Fratelli d'Italia, erede di An, vota contro".

Rosaria Brancato