Dopo le parole di Accorinti, il caso gettonopoli irrompe di nuovo in aula: nervi a fior di pelle e attacchi pesantissimi

Nonostante sia trascorso più di un mese, il terremoto gettonopoli continua a far tremare Palazzo Zanca. E tutto il caos che non era scoppiato platealmente in quei giorni, quando tutti avevano deciso di tenere un profilo basso presi dalla bufera dell’inchiesta che ha letteralmente sconquassato il consiglio comunale, è improvvisamente esploso in aula consiliare. Nervi a fior di pelle, interventi urlati, parole pesanti come macigni, amarezza, rabbia, un gioco al massacro che rischia di paralizzare la vita amministrativa di Palazzo Zanca mentre fuori i cittadini continuano ad aspettare risposte. Dentro il palazzo ha creato non poco scompiglio l’intervento del sindaco Accorinti nella puntata de L’Arena dedicata a gettonopoli. Una puntata che ha come riaperto un vaso di pandora che a fatica il consiglio comunale stava cercando di chiudere per poter andare avanti e che in questi ultimi giorni si era inevitabilmente legato al caso politico di mezzo Pd transitato a Forza Italia al seguito di Francantonio Genovese. Le parole di Accorinti, seguite dalle dichiarazioni arrivate da leader e deputati, hanno scosso molti consiglieri comunali, al punto da ritrovarsi in un’aula in cui la tensione si tagliava visibilmente con il coltello. E, come se non bastasse, proprio mentre i consiglieri urlavano, lanciavano attacchi durissimi contro il sindaco, contro questa esperienza amministrativa, anche contro se stessi ormai svuotati di passione e legittimità, Accorinti rincarava la dose affidando in una nota stampa una serie di considerazione sui consiglieri comunali convolti nel caso gettonopoli (vedi articolo a parte).

Ad accendere i riflettori sull’argomento, aprendo un dibattito che poi ha monopolizzato l’intera seduta, l’accorato intervento della neo forzista Donatella Sindoni che già durante i lavori mattutini della commissione non aveva risparmiato toni durissimi. «Il sindaco non può permettersi di parlare in quei termini del lavoro dei consiglieri, non è assolutamente vero che non è al corrente di ciò che accade nelle commissioni, del fatto che non si può lavorare perché gli assessori disertano le convocazioni. Ci sono commissioni che durano ore e che però non producono nulla perché manca il confronto politico con l’amministrazione» ha letteralmente urlato la Sindoni che non ha più intenzione di tollerare attacchi che gettano ancora fango su consiglieri che sono prima di tutto persone. «Non ci sto a questo gioco al massacro. Basta».

Un intervento che ha scatenato una lunghissima scia di reazioni da quasi tutti gli scranni dell’aula. A riprendere le parole della Sindoni il collega Daniele Zuccarello: «L’intero consiglio è stato delegittimato ed è iniziata la gara della moralità. Tutti i problemi della città sono i gettoni e gettonopoli. Tutti sono diventati moralisti, a cominciare dal Sindaco che con dietro la bandiera della pace istiga all’odio mentre ci definisce “certa gente”. Ancora peggio è che i nostri deputati si ricordano dopo un mese che c’è gettonopoli, ci dicono che siamo inetti e che dobbiamo andare tutti a casa. E i deputati che fanno rimpasti per restare seduti su quelle poltrone? I deputati palermitani indagati per i rimborsi ai gruppi parlamentari fanno la morale a noi. La verità è che i deputati si sono svegliati e hanno capito che c’è un problema, che qualcosa si sta riorganizzando per presentare un progetto politico per la città. Che inizino ad andare a casa i signori che stanno a Palermo e Roma e poi andiamo a casa noi». Zuccarello non ha risparmiato nessuno e si è rivolte anche alle colleghe Risitano e Fenech, protagoniste nei giorni scorsi di una conferenza stampa e di un convegno dedicato proprio a gettonopoli e ai cambi di casacca: «Ci dicano quante proposte hanno fatto. Quali contributi hanno portato in due anni e mezzo. Siamo stanchi di questa ipocrisia».

Da Pierluigi Parisi un messaggio diretto agli assessori Perna e Cacciola, rimasti in aula sotto il fuoco incrociato dei consiglieri: «Abbiate rispetto per noi. Quante volte noi abbiamo sistemato i vostri errori di ignoranza? Quante volte non siete stati capaci di produrre delibere che potessero ottenere i pareri favorevoli? Quanti atti in X commissione sono arrivati da parte della giunta e quanti di questi erano sbagliati e abbiamo dovuto rimandarli indietro per errori tecnici o amministrativi? E la mia commissione era quella che doveva stare più a cuore a questa giunta. Ognuno risponde e risponderà ai cittadini del lavoro svolto, io farò un passo avanti, presenterò nei prossimi giorni tutto ciò che è stato fatto nella X commissione, ciò che ha presentato la giunta e ciò che ha fatto la commissione così mettiamo tutto sulla bilancia».

Da Giuseppe Santalco un’amara, quasi rassegnata, riflessione su ciò che sta accadendo al consiglio, ai consiglieri, ad un’intera esperienza amministrativa inevitabilmente segnata dai suoi protagonisti politici. Santalco si è rivolto direttamente a Perna e Cacciola, per spronarli a rendersi conto che stanno suonando le campane a morto anche per l’amministrazione Accorinti, poi anche ai colleghi: «Saremmo miopi a preservare in queste condizioni il posto in consiglio comunale. Ci abbiamo rimesso tutti la faccia, il primo io che in soli due anni e mezzo ho bruciato un’adamantina carriera politica. Siamo tutti nella cloaca. Pensate che la giunta Accorinti ne uscirà pulita da questa esperienza? Dobbiamo porre termine a questa esperienza per dare un futuro a questa città». Per Santalco l’amministrazione intera ha perso una grandissima occasione per cambiare davvero le cose e le dichiarazioni del sindaco hanno chiuso un percorso politico amministrativo.

Sulla stessa scia Nicola Cucinotta che non ha risparmiato attacchi neanche contro il commissario del Pd Carbone, che sempre all’Arena di Giletti ha parlato del caso messinese. L’altro ex consigliere Pd ha contestato a muso duro le apparizioni televisive di Accorinti: «Abbiamo un sindaco che quando si presenta in tv pensa solo a prendere consensi dicendo che non si mischia a chi fa certe malefatte, e un altro che quando viene in aula ci dice che ha 40 consiglieri. Non riesco più a comprendere come si possa andare avanti, ci siamo trovati con tonnellate di melma addosso senza che nessuno della giunta abbia detto una parola a nostra difesa e a difesa del lavoro che abbiamo fatto».

Un’arringa degna di un’aula tribunalizia quella fatta da Pio Amadeo che ha parlato a lungo di gettonopoli e dell’alibi che ha creato alle inefficienze della giunta. «Nessuno ha il coraggio, la schiena dritta, l’obiettività di dire le cose come stanno. Si è cercato di trovare il capro espiatorio in questo sgangherato e sottoculturato consiglio comunale. Sono per sfiduciare il sindaco subito, ma non perché lo dice D’Alia, che se avesse dignità non dovrebbe parlare. Noi siamo sacrificabili, lo capisco. A Palermo dove c’è un presidente che ne ha combinato molte di più rispetto a questo sindaco e dove ci sono stati cambi di casacca molto più opportunistici rispetto a quello di questi consiglieri comunali nessuno si scandalizza».

Nonostante le dichiarazioni del leader D’Alia, ha provato a gettare acqua sul fuoco il consigliere Udc Franco Mondello che ha invitato tutti ad abbassare i toni e ha rivolto un appello agli assessori in aula: «Sento troppa aria inquinata, velenosa. Dovreste contenere l’esuberanza del sindaco che quando va nelle trasmissioni deve comprendere che non è più il promotore di un pensiero politico, ma è il primo cittadino della tredicesima città d’Italia. Non so se ci sono le condizioni per andare avanti, invito però tutti a concentrarci sui temi che ci propone l’amministrazione, anche se gli impegni che erano stati assunti nei confronti della città sono stati traditi».

A prendere le difese del sindaco la consigliera Ivana Risitano che ha voluto chiarire che l’espressione “certa gente” non era riferita all’intero consiglio comunale ma significava prendere le distanze da certi atteggiamenti legati a gettonopoli e che ha voluto ricordare che è stato proprio D’Alia a dire che si devono dimettere tutti i consiglieri. Non è mancata neanche la replica a Zuccarello, etichettato come colui che si era presentato come la politica nuova che che si voleva staccare dal Pd genovesiano e che invece non ha perso un attimo per seguire proprio Genovese.

Durante il dibattito c’è stato anche chi ha parlato di azzeramento delle commissioni e dell’ufficio di presidenza, a tirare fuori l’argomento il vicepresidente del consiglio Nino Interdonato che non ha gradito il documento della collega Lucy Fenech e ha ufficialmente dichiarato di non avere intenzione di lasciare il suo posto finché non saranno i partiti che lo hanno eletto a chiederglielo. E anche la capogruppo Ncd Daniela Faranda non ha gradito di essere stata tirata in ballo dalla Fenech, nonostante la sua richiesta di azzeramento degli uffici di presidenza, e ha detto a gran voce di non avere intenzione di farsi tirare dalla giacca su decisioni non condivise e non concordate.

Qualcuno ad un certo punto ha cercato di riportare la discussione sui temi che più riguardano da vicino i messinesi, Libero Gioveni ha ricordato la nuova emergenza idrica che dovrebbe spingere ad una reale trattazione della questione, Nora Scuderi ha poi portato l’aula a votare per riprendere la discussione dai punti all’ordine del giorno, soprattutto quel contratto di servizio Atm che poteva essere trattato, vista la presenza in aula dell’assessore Cacciole e del dirigente alla Mobilità Mario Pizzino. Ma proprio su questa votazione è caduto il numero legale e così si sono ritrovati a dover rimanere in silenzio anche gli assessori Cacciola e Perna che avrebbero voluto replicare al duro attacco frontale subìto in aula.

«E’ scandaloso, abbiamo atteso fino alla fine per poter parlare e non ne abbiamo avuto l’opportunità. Volevamo spiegare che la trasmissione di ieri si è rivelata una trappola anche per il sindaco che si è trovato suo malgrado a doversi giustificare di un caso che non è certo imputabile a questa amministrazione» ha commentato Perna.

«Questo è il solito comportamento, i consiglieri parlano contro di noi, possono dirci di tutto, ma non riescono ad accettare nessun tipo di replica. I toni e le modalità usati non sono confacenti ad un luogo come questo. Non si può urlare a squarciagola pensando così di essere presi più in considerazione, sono state dette tante cose fuori luogo, avremmo voluto semplicemente replicare».

E invece nessuna replica è stata concessa agli assessori. Seduta andata a vuoto e uno strascico di profonda amarezza, uno spettacolo indecoroso e figlio di una situazione ormai insostenibile dentro il Palazzo. Un corto circuito che difficilmente porterà qualcosa di buono alla città.

Francesca Stornante