Striscione no Pontista in cima al Pilone in segno di solidarietà alle proteste della Val di Susa

Un gesto per dimostrare massima solidarietà ai “colleghi” della Val di Susa è stato compiuto questo pomeriggio da un gruppo di attivista messinesi del movimento No Ponte. I ragazzi hanno affisso in cima al Pilone uno striscione in segno di vicinanza nel giorno della mobilitazione nazionale indetta dal movimento valsusino. Un’azione che mette in risalto lo spirito di compattezza fra qui gruppo che a nord come a sud dicono no alla realizzazioni di infrastrutture che ritengano possano solo rappresentare un danno ed un rischio per il paese.

Sono solidali, ma per altre ragioni, i rappresentanti della Confederazione Unitaria di Base e della Confederazione Cobas di Messina, con i nove operai dei cantieri lavoro e con il sindacalista della Fillea Cgil raggiunti da un decreto penale di condanna per aver bloccato il traffico nel corso di una manifestazione del 2 settembre 2011, nella quale veniva rivendicato il pagamento del salario (cinque euro l’ora) in ritardo da svariati mesi. Il decreto in questione prevede pene da uno a quattro mesi di reclusione e multe da 7.500 a 15.000 euro ciascuno (pena sospesa con la condizionale) con l`accusa di interruzione di pubblico servizio. Il provvedimento segue quanto già avvenuto nei mesi scorsi nella città dello Stretto per 49 lavoratori del trasporto urbano e due sindacalisti dei sindacati Orsa e Cub, condannati per le lotte in difesa del posto di lavoro, e ha preceduto di qualche giorno l’annuncio di altre 14 denunce per le iniziative del 1. Marzo in solidarietà al movimento No Tav. “A chi pensa di rispondere alle mobilitazioni contro la crisi attraverso la repressione – scrivono le sigle – non possiamo che rispondere che non abbiamo paura e che le lotte non si processano”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni del Segretario Generale dei Pensionati della Cgil, Giuseppe Locorotondo, vicino al sindacalista della Fillea Cgil Daniele David ed ai lavoratori edili colpiti dal decreto penale: “Ogni anno – scrive Locorotondo – oltre 2.000 giovani lasciano la nostra terra per andare a cercare opportunità di lavoro al nord o addirittura all’estero, mentre altri, che non hanno la forza di combattere, si lasciano andare a gesti estremi. In questo contesto ed in assenza di risposte da parte delle Istituzioni e della politica, ogni posto di lavoro viene difeso con ogni mezzo, anche a costo di pesanti ripercussioni personali. Occorre una risposta forte e chiara da parte di chi è stato eletto con i voti di questa cittadinanza, per fare gli interesse di questa città. Una risposta chiara per il rilancio di una economia cittadina boccheggiante, anche aprendo, se necessario, fasi conflittuali con i Governi Regionale e Nazionale”.

Anche Sel manifesta solidarietà ai manifestanti colpiti dai provvedimenti giudiziari: “In un momento drammatico di crisi come quello che il nostro paese e Messina stanno attraversando, il conflitto è l’unico strumento rimasto a cittadini, precari e lavoratori per difendere i propri diritti negati e tutelare la propria dignità. Le istituzioni non possono pensare di affrontare queste situazioni come se fossero problemi di ordine pubblico”.