Al Papardo arriva un ex 007 in pensione. Va al nucleo anticorruzione

Al Papardo arriva un ex 007 in pensione. Con delibera n°303 del 26 novembre il direttore generale dell’azienda Papardo-Piemonte Michele Vullo ha deciso di dotare il nosocomio di un consulente investigativo, avvalendosi di un ex 007 in pensione dal 2011, Vincenzio Ciacio da Alcamo. L’idea è del neo responsabile del gruppo anticorruzione Carmelo Alma, attraverso la proposta n°58 del 20 novembre che pochi giorni dopo viene recepita dal direttore generale perché evidentemente l’ospedale necessita di un esperto di supporto al nucleo che si occupa dei procedimenti in materia di trasparenza e lotta alla corruzione al punto da dover chiamare per un anno e a titolo gratuito, un ex ispettore “in possesso- così si legge nella delibera- di titoli di studio e formativi nel settore di polizia giudiziaria per l’espletamento dell’attività di supporto per la direzione generale aziendale”.

Un po’ inquieta pensare che un ospedale necessiti di attività investigative alla James Bond, ma la nomina è a titolo gratuito, in base alla recente disposizione voluta da Renzi che prevede per quanti siano in quiescenza l’obbligo di non espletare incarichi remunerati nelle pubbliche amministrazioni ma solo gratuitamente e per un anno non rinnovabile.

Ciacio ha firmato una dichiarazione di assenza di conflitto d’interessi, impegnandosi anche a sollevare l’azienda da qualsiasi onere economico relativo alle coperture assicurative. Nulla si legge invece nella delibera a proposito di eventuali rimborsi spese. La delibera proposta da Alma ha avuto parere positivo del direttore sanitario Paolina Reitano e del direttore amministrativo Domenico Moncada.

Vincenzo Ciacio balzò agli onori della cronaca nell’agosto 2005, quando, ispettore di polizia in servizio alla sezione investigativa del commissariato di Alcamo, finì insieme al collega Mario Sottilotta agli arresti domiciliari. I due, secondo l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Trapani Francesco Belvisi, avevano rivelato ad una persona che era stata aperta un'inchiesta a suo carico e che avrebbero potuto evitare il peggio, in cambio di denaro. L’uomo però era sorvegliato dai carabinieri che intercettarono il tentativo di corruzione da parte dei due 007 che, formalmente agenti al commissariato, operavano sotto copertura. Proprio per questo dichiararono di aver agito nell’ambito di una precisa attività investigativa respingendo le accuse e patteggiarono la pena. La vicenda costò ad entrambi una condanna a 18 mesi ed il pagamento, su disposizione della Corte dei conti di 5.000 euro a titolo di risarcimento del danno all’immagine provocato allo Stato con la loro condotta. Successivamente furono reintegrati in servizio e dal 2011 Ciacio è in pensione. Dal 26 novembre è il nuovo esperto di supporto al gruppo anticorruzione del Papardo.