Colpo grosso alla gioielleria Arte Orafa, carabinieri chiudono il cerchio su una famiglia di rapinatori. VIDEO

Chiuso il cerchio sulla rapina messa a segno lo scorso 26 aprile alla gioielleria Arte Orafa di Saponara Marittima. I Carabinieri della Compagnia Messina Centro, coordinati dal Maggiore Emanuela Rocca, e del Nucleo Operativo hanno individuato a arrestato un’intera famiglia responsabile dell’atto criminale. Si tratta di Antonio Genovese (padre), Annarita Cattareggia (madre) e del figlio di 16 anni che, in quella occasione, portarono via un bottino da 70mila euro ferendo anche il titolare della gioielleria.
Una rapina piuttosto violenta, quella che la sera dello scorso fine aprile aveva destato allarme in tutta la frazione di Saponara, sia per la rapidità che per le modalità. Un vero e proprio “battesimo di fuoco” per il sedicenne che mise a segno il colpo, insieme al complice 50enne Arcangelo Seminatore, mentre i suoi genitori osservavano compiaciuti dalla loro macchina posteggiata vicino ad un bar. Secondo quanto ricostruito, e soprattutto grazie alla visione delle immagini di videosorveglianza, il quartetto era arrivato in zona con due mezzi, una moto e una macchina. A bordo del primo vi erano il ragazzo e Seminara armato di pistola, a bordo del secondo mamma e papà. In pochi attimi, sedicenne e cinquantenne avevano fatto irruzione nella gioielleria, dove c’erano un titolare, una commessa e un cliente, brandendo la pistola ed arraffando quanto più possibile. Settantamila euro la cifra esatta del bottino, oltre all’hard disk staccato poco prima di scappare a piedi, con tutte le registrazioni delle immagini di videosoeveglianza interna.

Credevano di averla fatta franca, in realtà, se non fosse che all’esterno vi erano altre telecamere pronte a immortalare tutti i loro spostamenti. Video chiarissimi in cui si scorgono i due rapinatori, poco dopo il colpo, avvicinarsi compiaciuti ai genitori del ragazzo.
Le indagini, quella sera, scattarono immediatamente. Grazie alla comparazione dei tabulati telefonici e delle impronte degli indagati lasciate sulla moto e sul casco, ritrovati poco dopo, i militari sono così riusciti a chiudere il cerchio. Per Genovese e Seminatore si sono già aperte le porte del carcere di Gazzi, mentre per Cattareggia il Gip ha disposto i domiciliari. Il baby rapinatore, invece, verrà portato nell’istituto minorile di Acireale. (Veronica Crocitti)