cronaca

Arresti in sanità a Messina, Catalfamo e quella eredità di Forza Italia

MESSINA – C’è di più. Dietro l’arresto di Antonio Catalfamo su richiesta della Guardia di Finanza e la Procura di Messina c’è un complesso di indagini “a scatole cinesi” e una serie di fili rossi che lo legano ad altre vicende. Vicende che, al netto dei risvolti giudiziari, consentono di inquadrare il contesto all’interno del quale si muoveva l’ex deputato regionale oggi accusato di tentata concussione e corruzione. L’esponente politico attende ora di essere interrogato, probabilmente il prossimo 7 luglio comunque entro questa settimana.

Intanto nell’ordinanza che lo ha portato ai domiciliari è lo stesso giudice Tiziana Leanza a delineare i primi contorni, spiegando che l’inchiesta messinese trova la sua genesi da una precedente indagine della Procura di Palermo, a sua volta nata da una trasmissione di atti della Procura di Milazzo. Turbata libertà degli incanti e corruzione in atti giudiziari i reati ipotizzati, che vedono tra gli indagati anche Antonio Catalfamo. A indagare è la Guardia di Finanza palermitana, che trasmette il “rivolo” messinese ai colleghi dello Stretto all’inizio del 2022. Sulla scorta di questa segnalazione anche i finanzieri messinesi si “mettono in ascolto” delle conversazioni telefoniche di Antonio Catalfamo, ed in particolare delle sue conversazioni che riguardano la “sua” (secondo la definizione degli inquirenti) referente all’interno dell’ospedale Papardo, ovvero la dirigente Francesca Paratore.

Sorella Sanità e Pulitori e Affini Spa al Papardo

Castrense d’origine, la Paratore viene nominata alla guida di una unità operativa dell’ospedale messinese nell’ottobre 2021. Proprio in quei mesi gli investigatori palermitani sono a lavoro su quello che è a tutti gli effetti il più grosso scandalo sulla sanità siciliana, sfociata poi nell’ottobre 2022 nella seconda tranche dell’operazione denominata Sorella Sanità. Al centro c’è il mega appalto per l’ingresso delle imprese negli ospedali siciliani, un affare da 227 milioni di euro su cui è intervenuto recentemente il CGA, disponendo di rifare tutto. Il lotto messinese si “chiama” ospedale Papardo di nome. Di cognome Pulitori e Affini Spa, che nel 2021 fa partire il servizio nella struttura sanitaria messinese appunto, aggiudicandosi anche un altro lotto a Catania.

Tra la Lega e Forza Italia come nei vasi comunicanti

Il PM Marco Accolla

Dal nome al cognome passando per il soprannome. Per gli inquirenti messinesi è quello di Antonio Catalfamo appunto, che tramite la “sua” dirigente medico Francesca Paratore cerca di guadagnarsi la sua fetta di influenza. E lo fa cercando di piazzare Giovanni Bucalo tra i dipendenti della Pulitori e Affini. Bucalo altri non è che il consigliere di quartiere della V circoscrizione, gravitante nel quartiere Giostra, riconfermato al quartiere alle ultime amministrative con 676 voti e passato alla Lega, nel gennaio 2022, proprio su acquisizione di Catalfamo. ll tentativo di far assumere Bucalo nell’impresa titolare del servizio al Papardo è al centro dell’indagine del pubblico ministero Marco Accolla (nella foto) appunto. Nel frattempo Catalfamo è passato a Forza Italia – aderendo al gruppo del senatore Tommaso Calderone, che oggi lo difende come avvocato penalista – partito dal quale arrivata appunto Bucalo, prima di aderire alla Lega.