Giunta Accorinti: il caso Perna, il tutor, ed il rischio di finire come Willie il coyote

I retroscena sul prossimo rimpasto evidenziano una condizione di tensione che non si risolverà in pochi giorni e lascerà strascichi per molto tempo. Quanto accaduto negli ultimi giorni e soprattutto nella lunga riunione di giunta di martedì pomeriggio rappresentano una frattura che al di là delle dichiarazioni di facciata, non sarà sanata con un sorriso e una stretta di mano.

Due sono infatti le domande da farsi per capire cosa sta accadendo in una giunta, per dirla all’ Almodovar, sull’orlo di una crisi di nervi, stretta tra le tortuosità di un parere del Ministero che tarda ad arrivare, gli strali del Prefetto, le missive della Corte dei conti, la maxi cartella esattoriale, un consuntivo 2014 ancora al palo, la situazione delle partecipate a dir poco problematica.

1)La prima domanda è: perché se va via l’assessore alla cultura Tonino Perna chi lo sostituirà prenderà la delega al bilancio che è di Signorino?

2)La seconda domanda è: se il nuovo assessore non si occuperà né di cultura, né di turismo ma di bilancio, siamo di fronte ad un tutor, ad un commissariamento della figura cardine della giunta, ovvero Signorino e quindi ad una sorta di “bocciatura” del suo operato?

Se il sindaco, 2 anni e mezzo dopo, dovesse decidere di togliere la delega fondamentale per il destino del Palazzo, allora vuol dire che siamo di fronte ad una “sconfessione” o quantomeno all’ammissione del fatto che finora non si sono raggiunti i risultati sperati e ci si è infilati dentro un tunnel.

E mentre l’opposizione chiede la testa dell’assessore Ialacqua è lo stesso sindaco a “depotenziare” il ruolo di chi, nell’immaginario collettivo e nei rapporti con l’Aula e con Roma, è sempre stato molto più di un vicesindaco, ma il vero pilastro dell’amministrazione. Non sappiamo quindi, come Signorino stia prendendo l’idea dell’arrivo di una “badante”, di un tutor, di un nuovo navigatore.

Facciamo un passo indietro. L’assessore Perna, subentrato nella delega alla cultura all’assessore Todesco, sin dai primi mesi ha capito che non si possono fare le nozze con i fichi secchi e che tra tutti gli uomini in squadra a lui sarebbero stati chiesti i sacrifici maggiori. Dalla fine di novembre 2013 ad oggi, periodicamente ha protestato, annunciando le dimissioni. Negli ultimi mesi ai problemi legati all’assenza di risorse si sono aggiunti quelli di salute. Ma è stato proprio lui a proporre il nome di Vincenzo Cuzzola per cercare di raddrizzare una situazione economica drammatica. L’ex vicesindaco di Reggio Calabria ha un curriculum da consulente per Enti locali ed Enti pubblici, consulente per aziende e revisore dei conti che fa capire come i conti da raddrizzare siano il suo pane quotidiano. Ma il suo ingresso in giunta equivarrebbe all’uscita di un altro assessore. Cuzzola o chi per lui dovrebbe prendere la delega che è di Signorino ma dovrà essere un altro a fare un passo indietro. Chi deve fare il passo indietro per far spazio a chi sostituirà Signorino? E’ stato un po’ come il gioco del fiammifero, nel quale perde chi resta con il fiammifero più corto. E chi se non l’assessore che per 2 anni ha detto a più riprese che voleva andar via? La cultura andrebbe alla Panarello, il turismo al vicesindaco che terrebbe per sé anche lo sviluppo economico ed al nuovo assessore andrebbero in mano le sorti di Palazzo Zanca. Cuzzola, che non ha ancora sciolto le riserve e non potrebbe dedicarsi “anima e corpo” al Comune perché ha anche altri incarichi di notevole spessore, salirebbe a bordo di un’auto in corsa e su un percorso da Camel Trophy. Da 2 anni e mezzo infatti Signorino e Le Donne hanno avviato un percorso che si è concretizzato con il Piano di riequilibrio 1, il Piano di riequilibrio 2.0 e si avvia alla fase Piano di riequilibrio 3.0. Sostituire il deus ex machina del Piano di riequilibrio mentre ancora non è arrivato al traguardo equivale a sconfessare sia l’intero operato che il Pluriennale stesso ancora in attesa del parere del Ministero. E' come ammettere d'aver fallito.

Né si può pensare che venga divisa la delega in 2. Questo passaggio di consegne mentre il treno corre non è rischioso? Siamo di fronte ad un commissario per l’intera giunta? Potrà infine, come un Mago Zurlì raddrizzare quel che ancora non va?

Probabilmente ad accelerare la riflessione sull’ingresso di un esperto di conti in giunta è stata la vicenda del maxi-pignoramento. Spostare un problema da un posto ad un altro o rinviarlo non equivale alla soluzione del problema stesso.

Nel caso della maxicartella esattoriale l’assessore Ialacqua ha dichiarato: “adesso diventa obbligatorio il passaggio del personale da Messinambiente all’Amam”. Così facendo non si risolve il problema, quei 29 milioni di euro di imposte e tasse non pagate con relative sanzioni. Spostare il personale comporta spostare il problema da Messinambiente all’Amam. Tra 5-6 anni schiatterà al suolo. E questo non è carino nei confronti di chi amministrerà Messina, chiunque esso sia.

Infine la sostituzione di Perna con un esperto al bilancio determinerebbe un ulteriore frizione con Cambiamo Messina dal basso. Se già con la sostituzione di Cucinotta vi furono scintille, questo passaggio, che comporterebbe la “testa” del reggino senza toccare quella del vicesindaco, potrebbe non vedere entusiasti i sostenitori di Accorinti. Per giunta per far spazio ad uno sconosciuto. Strada facendo la conformazione di quest’amministrazione, gli obiettivi, i metodi, stanno allontanandosi sempre più dalla fotografia del maggio 2013.

Gli ultimi fatti di ottobre, con la nota del Ministero, liquidata frettolosamente ignorando la parte nella quale si chiede il piano analitico 2015-2017, la maxi cartella esattoriale,anche questa liquidata con un “ lo sapevamo già”, con una richiesta di sospensiva e di un tavolo tecnico con il prefetto ed un appello a Crocetta (che ha già i suoi guai, ed un buco da 500 milioni di euro da coprire entro dicembre), mi hanno ricordato una scena tipica dei cartoni animati. In particolare Willie il coyote tenta in ogni modo di fregare Beep Beep.

Spesso disegna nelle pareti della montagna una finta galleria sperando che il rivale ci finisca contro, ma immancabilmente è lui quello a schiantarsi come un treno in corsa.

Se continuiamo a liquidare frettolosamente ogni ostacolo convinti di essere su un treno che sta per entrare in galleria rischiamo di non accorgerci che quella galleria è dipinta. Finiremo come nei cartoni animati, andremo a sbattere e non sarà indolore.

Rosaria Brancato