“Leggere un libro in più è un atto di ribellione contro un sistema che ci vuole omologati e massificati. Non voglio ottenere nessun tipo di riconoscimento, questo svilirebbe il mio lavoro di artista: fino ad oggi ho lottato contro tutti per portare avanti i miei progetti e la volontà di differenziarsi dagli altri si traduce nel dover sempre affrontare un percorso in salita ed irto di ostacoli”. Il mecenate Antonio Presti ha rivolto le sue parole soprattutto ai giovani dell’Istituto Basile che hanno affollato il Salone degli Specchi della Provincia per la conferenza stampa di presentazione della mostra “Restituire e rigenerare bellezza”, in programma dal 3 ottobre al Castello di Spadafora. “Mi auguro che questa esposizione si sposti in tutte le scuole della territorio messinese”, ha dichiarato il creatore del parco artistico di Fiumara d’Arte (Tusa), “nei bagni degli istituti, nei corridoi, in tutti quei posti in cui è presente la vera vita degli studenti: relegare l’arte in una grigia Aula Magna significherebbe tradire lo spirito del mio lavoro. Il popolo deve trasformarsi in pubblico per ragionare e commentare il discorso artistico; internet è la dittatura del nulla, uno strumento di controllo utilizzato dai governanti per spiare le abitudini e gli umori dei cittadini. Odio l’autoreferenzialità, una piaga che considero la morte dell’arte: sono orgoglioso di questa mostra dedicata al mio lavoro, ma preferisco guardare avanti verso nuovi obiettivi da raggiungere”.
In precedenza, dopo la breve ed incisiva introduzione del commissario straordinario della Provincia Filippo Romano incentrata sul rapporto tra ordine, giustizia e bellezza, si sono susseguiti gli interventi della dirigente della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina Tosi Siragusa, del direttore artistico dell'iniziativa "Contemporary Art in Sicily" Ranieri Wanderlingh, del direttore tecnico Antonio D’Arrigo e di Salvina Cordaro della ATI Inart. “L’opera di
Domenico Colosi