Lo yes man, quella sottile differenza che c’è tra l’amicizia e la fedeltà

L’altro giorno ho fatto una lunga chiacchierata con un ex amministratore di questa città, una persona perbene, competente, che passava la giornata sulle carte, ha fatto cose concrete in silenzio senza strombazzarle ( proprio per questo è stato messo fuori dalla politica da molti anni) e mi faceva notare la profonda differenza che c’è tra amicizia e fedeltà. Se abbiamo la classe dirigente più scarsa del Pianeta, se la meritocrazia è un termine tra l’archeologico e il fantascientifico, se siamo rappresentati male e amministrati peggio è proprio a causa di questa differenza tra l’amicizia e gli yes man. In occasione dell’intervista sull’Italicum il professor Luigi D’Andrea, a proposito dei capilista bloccati spiegava come in Spagna e Germania ci sono le liste blindate e questo non solo non crea le stesse disastrose conseguenze che in Italia (non hanno i Razzi e gli Scilipoti per intenderci) ma non vengono neanche contestate. “Il problema non sono le leggi elettorali- diceva il costituzionalista- ma noi. E’ un problema di selezione di classi dirigenti. Puoi avere il miglior sistema del mondo ma se non sai selezionare i rappresentanti fallirai sempre”.

Il problema non sono le liste bloccate ma il modo in cui i capi scelgono chi metterci. Ed infatti solo i coraggiosi hanno contestato a Renzi i capilista bloccati, gli altri, i miracolati del porcellum hanno votato sì non perché convinti della bontà della riforma ma perché certi di essere i prescelti in virtù di quella fedeltà che è diventata la peggiore dote di un politico.

Alle amministrative del 31 maggio a Barcellona le liste sono piene zeppe di figli, mogli, nipoti, parenti stretti sia di ex che passano il timone che, ed è questa la cosa più ridicola, dei candidati stessi. Anche Messina nel corso degli anni ha avuto i figli d’arte, quasi tutti si sono persi per strada, alcuni sono rimasti. In alcuni casi i figli sono anche migliori dei padri ma non è affatto una legge di natura che certe doti si tramandino come il colore degli occhi o il carattere irascibile. Messina è stata amministrata da centinaia di yes man, partendo dall’Ente di prestigio per finire alla più piccola poltroncina di cda. Gli altri, quelli bravi, di solito li fanno fuori dopo pochi anni se non mesi. Chi non ha la “ventura” di essere parente o affine del potente di turno conta su un’altra arma: quella della fedeltà, una via di mezzo tra l’arte del cortigiano e la posizione dello zerbino. Nulla di più lontano dall’amicizia. Non è affatto detto infatti che uno yes man se finisci dalle stelle alle stalle poi non ti abbandoni nel momento della caduta, anzi di solito è proprio così. Quando precipiti dalla torre lui già sta scodinzolando dietro un altro giurando amore eterno. Il guaio è che gli yes man nella totalità dei casi non hanno competenze, hanno solo questa certezza, che se calano la testa ottengono una poltrona o uno strapuntino. Ed è quest’unica “dote” che ha rovinato l’Italia e tutti i Palazzi della politica.

La fedeltà è una bella cosa, un amico o un amore fedele ti staranno accanto per sempre anche se sbagli, se hai un carattere pessimo e se hai rapinato una banca sono persino pronti a fornirti un falso alibi. L’amico è quello che ti scuote, ti sprona, ti manda a quel paese e ti prende a pugni se è necessario, che c’è anche quando non l’hai visto per mesi, che se hai toccato il fondo è accanto a te, che quando pensi ti ferisca invece ti sta aiutando a metterti gli occhiali giusti per guardare la realtà. Un amico se sa di non valere niente come Presidente dell’Ente per l’empatia galattica o componente del Cda del Consorzio dei pomodori secchi, se sa di non essere in grado di dirigere un assessorato, se sa che è più adatto a fare l’agricoltore piuttosto che l’europarlamentare, te lo dice. Uno yes man ti è accanto solo per quello. I politici adorano gli yes man. Rifuggono dalla persona competente, intelligente, preparata, meritevole,perché questa gente ha una testa sua che un giorno potrebbe avere un pensiero diverso, un pensiero autonomo, rifuggono dalla meritocrazia come il peggiore dei mali. Restando in tema di porcellum al di là della competenza c’è un altro problema, quello dell’indifferenza ai problemi della gente, quello della mancata rappresentanza territoriale, ovvero il fatto che con i posti bloccati vengono eletti deputati che dimenticheranno un secondo dopo la localizzazione geografica di quella terra che gli ha portato in dote la poltrona e il vitalizio e non ci torneranno neanche per una breve vacanza. In Sicilia negli anni scorsi abbiamo eletto parlamentari che non si sono visti né in campagna elettorale né negli anni successivi (mogli di, figli di, fedeli di). Messina ha eletto Antonio Martino mandati su mandati e a parte i ricordi d’infanzia c’è da chiedersi che traccia la città ha lasciato in lui. Quando lui era ministro della difesa hanno smantellato un pezzo di Marisicilia sotto il suo naso e non ha battuto ciglio. La presidente della Camera Laura Boldrini è stata schierata da Vendola come capolista in due collegi, uno “a casa sua”, nella sua Regione, e poi nella Sicilia orientale. Eletta in entrambi i collegi la Boldrini ha optato per la Sicilia in modo da far scorrere la lista nella sua terra natia a favore di una persona che conosceva. Insomma l’abbiamo eletta noi. Con questo sistema non è deputata la messinese Sofia Martino, prima dei non eletti, e che si era sudata quella posizione con i voti alle primarie. Avere un’altra messinese alla Camera ci sarebbe servito eccome, ma non è questo che interessa ai capi.

Torniamo agli yes man che non stanno solo alla Camera, ma sono ovunque ci sia un posto da assegnare. Se ho un’azienda privata costruita con il mio sudore farò di tutto per mettere nei posti chiave le persone giuste. Nel pubblico e in politica vale l’esatto contrario. I nuovi “capi” , con scarsa lungimiranza, preferiscono i fedeli ai preparati e agli adatti al ruolo, perché un cortigiano non tradirà mai ed eseguirà gli ordini anche quando sono i più indigeribili. A uno yes man puoi far fare tutto e sarà pronto a tutto non perché ti stima ma perché tiene al suo posto. Lo fa per sé stesso. Non a caso l’Italicum (e non solo quello) è passato a colpi di fiducia. E’ proprio questo il termine che sta diventando inquietante nonostante etimologicamente avesse ben altra accezione. Votare riforme e leggi a colpi di fiducia vuol dire far leva su quel meccanismo lontanissimo anni luce da un rapporto paritario tra capo e prescelto. Prendiamo la mozione di sfiducia. Nei confronti di Crocetta ne sono state presentate due, entrambe ovviamente bocciate per pochi voti. Sono state bocciate non perché Crocetta goda della fiducia dei suoi, ma perché se fosse stata approvata avrebbero perso tutti la poltrona. E’ la poltrona l’unica destinataria della fiducia. E’ il portafoglio non la persona che te lo fa riempire.

E’ la fedeltà che rovinerà definitivamente il Paese. In Spagna e in Germania i leader dei partiti non mettono gli yes man perché sanno che per governare ci vuol gente preparata. Da noi chiunque, dal sindaco al deputato, ha paura di essere defenestrato e non vuole nessuno che cresca al di sotto del suo gradino. Alleva yes man causando un danno gravissimo all’economia, allo sviluppo, al futuro dei nostri figli. Spesso poi il nominato di turno si convince di essere lì perché è bravo. Ne ho conosciuti a decine di nominati che si sono convinti di essere stati scelti perché bravi. Quel che non capiscono i potenti di turno è che un amico bravo ti sa dire di no. Lo yes man, quando inizia la discesa, perché prima o poi inizia per tutti, ti abbandona alla velocità del pensiero, e te lo meriti. Perché il peccato più grave non l’hai commesso verso te stesso, perche ti sei fidato, ma verso i cittadini e la tua terra. L’hai umiliata lasciandola in mano a chi non era all’altezza.

Un amico te lo trovi anche quando sei accasciato sull’ultimo gradino, non ti dirà mai quanto sei bello- bravo-intelligente, né ti dirà “ma perché non mi hai nominato presidente dell’Atm? So guidare bene”. Ci puoi uscire la sera e parlare di film senza che ti esca il pizzino con la richiesta di un favore. I fedeli non solo ti nascondono la verità ma ti nascondono le informazioni, che sono invece le uniche cose che ti fanno restare in sella. Il fedele è in realtà molto più infedele di tutti gli altri, perché nasconde ai tuoi occhi le informazioni e la verità.

Ha ragione il professore D’Andrea, nessuna riforma elettorale ci salverà dai noi stessi. Cari politici che avete in mano il telecomando, so che sono stata brutale, ma qualcuno doveva dirlo e state certi che gli yes man che avete accanto non ve lo diranno mai.

Rosaria Brancato