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Asm Taormina, futuro a rischio per 50 lavoratori: pronti al sit-in davanti al Duomo

TAORMINA – Sale la tensione tra i lavoratori dell’Asm, l’Azienda servizi municipalizzata di Taormina. Il clima con il Comune negli ultimi giorni si è arroventato. Si teme per il futuro, del quale chiedono chiarimenti al sindaco Mario Bolognari. I lavoratori si preparano ad un sit-in (si attende l’autorizzazione formale) programmata per martedì mattina dalle 10 a mezzogiorno, in piazza Duomo.  Precisamente intorno alle “4 Fontane”. “Senza intralciare la circolazione – viene specificato – e senza megafoni o cartelli. Vi prenderà parte una delegazione di dipendenti composta da non oltre 20 unità”.

Avviate le “procedure di raffreddamento”

L’iniziativa è appoggiata da Cgil, Cisl, Cisal, Uil e Ugl. Intanto sono state avviate, come si dice in gergo tecnico, le “procedure di raffreddamento e conciliazione”, successive alla proclamazione dello stato di agitazione sindacale. Il documento è stato inviato al prefetto Cosima Di Stani, alla Commissione di garanzia sullo sciopero servizi pubblici essenziali el liquidatore, al sindaco, al presidente del consiglio Lucia Gaberscek, agli assessori e ai consiglieri. Il tutto in seguito alla comunicazione inviata dal commissario liquidatore dell’Asm, Antonio Fiumefreddo, al sindaco di Taormina Bolognari il 25 maggio con la quale si “manifesta la crisi finanziaria che attanaglia ormai da parecchio tempo l’Azienda visto il protrarsi della condizione emergenziale e del prolungarsi della mancata erogazione di fondi da parte del Comune”. Situazione “che ha indotto lo stesso liquidatore a sospendere a partire dalle ore 24 del 26 maggio i servizi erogati al Comune inerenti scuolabus, manutenzione acquedotto, manutenzione pubblica illuminazione e la riduzione, come consentito dalla legge, delle linee di trasporto urbano e la sospensione del servizio navetta per le frazioni, con i risvolti dell’interruzione di tutti i rapporti di lavoro interinale interessati.

Asm non è più in grado di garantire stipendi e forniture primarie

Inoltre – si legge nel documento sottoscritto dai sindacati – si apprende che considerata la crisi finanziaria dell’Asm, aggravata dalla crisi pandemica che ha di fatto ridotto del 50% gli introiti, la Municipalizzata non è più in grado di garantire non solo i pagamenti degli stipendi ai lavoratori dipendenti ma anche gli acquisti di beni e forniture primarie per lo svolgimento dei servizi e delle attività quotidiane (cloro, carburante, pagamenti bollette energia elettrica, utenze telefoniche, ecc.)”.

La transazione da 2,4 milioni

L’attenzione viene quindi richiamata sul fatto che “questa situazione è dovuta alla mancanza da parte del Comune del rispetto dell’accordo firmato tra lo stesso ed Asm il 28 maggio 2020 in cui entrambi gli Enti si impegnavano a sottoscrivere una transazione relativa al dare-avere a favore dell’Azienda per 2 milioni e 400 mila euro, frutto dei mancati pagamenti dei servizi resi nel periodo 2010-2019, aggiungendo in una seconda fase anche il 2020, pur mantenendo lo stesso importo. Malgrado tale sacrificio da parte di Asm – chiosano i sindacati – il Comune ad oggi non ha rispettato l’impegno preso lasciando l’Azienda ed i lavoratori al proprio destino”. Una situazione ingarbusgliara che vede adesso l’Azienda “subire passivamente decreti ingiuntivi da parte dei propri fornitori per decine di migliaia di euro.

Debito per un milione di euro con società interinale

Pende come una spada di Damocle sull’Azienda anche un debito contratto con la società interinale Wintime che fornisce i lavoratori in somministrazione pari a circa 1 milione di euro, a cui l’Asma è dovuta ricorrere per garantire buona parte dei servizi resi al Comune che lo stesso ad oggi non ha onorato. Risulta grave anche la circostanza che ormai da moltissimi anni mancano i contratti di servizio tra i due Enti, nonostante si siano susseguiti nel tempo degli incontri tra i responsabili dei vari servizi Asm e l’Ente Comune su iniziativa della stessa Azienda municipalizzata. Fino ad oggi – evidenziano i sindacati – a subire le conseguenze più gravi di questa situazione sono stati solo i lavoratori dipendenti che da più di un anno sono stati posti in Cassa Integrazione per ben tre volte in attesa, così come promesso dal sindaco, che il Comune si facesse carico di sanare al più presto la situazione debitoria. Cosa che a tutt’oggi non è avvenuta…

Lavoratori stanchi e preoccupati

Sono state chieste delucidazioni ed in via ufficiosa la risposta è stata che non risulta che questa Azienda abbia subito delle perdite per il 2020 rispetto al 2019, quando, come già precedentemente esposto, le perdite ammontano a circa il 50%”. I lavoratori “stanchi e preoccupati del perdurare di questa condizione (anche perché l’Azienda è stata messa in liquidazione dal Consiglio comunale dell’epoca dal 22 settembre 2011) sono costretti a manifestare il proprio dissenso e chiedere contestualmente un incontro urgente il Prefetto per espletare il tentativo di conciliazione con le parti in causa al fine di evitare ripercussioni sui servizi erogati all’utenza, risolvere il prima possibile la gravissima situazione finanziaria in cui si trova l’ Azienda e di conseguenza per salvaguardare il destino incerto di 50 lavoratori e delle loro famiglie”.