cronaca

Asm Taormina, una sola condanna confermata per gli appalti truccati

MESSINA – Resta in piedi una sola condanna per gli appalti dell’Asm di Taormina, sfociata il 3 novembre 2021 nel terremoto societario e le sospensioni del funzionario Santo D’Agostino. Il processo principale è però ancora in corso in primo grado.

La sentenza d’appello

Intanto la Corte d’Appello di Messina ha confermato la condanna per l’imprenditore Francesco Cipolla, riconoscendogli le attenuanti generiche e quindi uno “sconto di pena”, che scende a 2 anni e 10 mesi, che ha anche l’interdizione a contattare con la pubblica amministrazione per 5 anni. In primo grado, nel 2022, il processo in abbreviato si era chiuso per lui con la condanna a 5 anni di reclusione. Erano invece stati scagionati i catanesi Pietro Monaco e Vincenzo Caserta. La Corte d’Appello ha confermato le assoluzioni.

Imprenditori e dirigenti Asm alla sbarra

La partita giudiziaria sull’Azienda servizi municipalizzata di Taormina non è però ancora chiusa. E’ ancora in corso il processo di primo grado per lo stesso D’Agostino e gli imprenditori Alfio Lo Pinto e Giuseppe Sabato di Taormina; Giuseppe Piccolo di Fiumedinisi; Carmelo Portogallo di Mascali, Salvatore Vercoco di Biancavilla e Antonino Giacona di Mascali; infine Agostino Pappalardo (62) di Taormina. La prossima udienza davanti al Tribunale di Messina è fissata per il prossimo 3 aprile, saranno ascoltati diversi testimoni.

L’Asm è parte civile assistita dall’avvocato Giovanni Mannuccia, mentre gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Orazio Carbone, Gianluca Gullotta, Isabella Barone, Antonio Noè, Antonio Scarcella e Giuseppe Floresta.

Gli appalti truccati

A condurre le indagini è stata la Polizia di Taormina, guidata dal commissario Fabio Ettaro, che ha ricostruito i retroscena di tutti i lavori affidati dall’azienda acquedotti nel 2020. Sotto processo sono così finiti i titolari delle imprese che hanno partecipato alle gare o hanno avuto in affidamento diretto, in appalto o subappalto i lavori all’acquedotto nel 2020. Gare truccate, fondamentalmente secondo l’accusa, perché in alcuni casi affidati direttamente in violazione delle normative previste, subappaltati a ditte non autorizzate, o con imprese concordate.