Orsa e Cub: “Anche per l’Atm serve un’operazione verità. Diciamo no alla Spa”

Dall’Atm a Metromare, passando per Bluferries, il fronte trasporto pubblico a Messina è un pentolone in ebollizione che rischia di esplodere da un momento all’altro. Per scongiurare il peggio e per non dover dire “noi ve l’avevamo detto”, questa mattina Orsa e Cub hanno tenuto una conferenza stampa, alla presenza anche del sindaco Accorinti, per illustrare tutte le ferite aperte e proporre un “pronto soccorso”.

Se Rfi sta pensando alla vendita di Bluferries nello Stretto e quindi al definitivo smantellamento, non in migliore salute è l’Atm il cui destino, se diventare una Spa o altro, è ancora avvolto nel più profondo mistero.

E’ stato Michele Barresi, Orsa, a sintetizzare la situazione Atm, dove per la prima volta i lavoratori avranno lo stipendio di gennaio in tempi “normali”, ma sul fronte futuro ci sono più temporali che sole. Il sindacalista ha ricordato come, dopo un lungo percorso, la legge di stabilità 2013, non preveda più l’obbligo di liquidare le partecipate in perdita, ma dia la possibilità alle amministrazioni, intervenendo in tempo sul fronte risorse, a mantenere una gestione totalmente pubblica.

Da febbraio 2012 c’è una delibera, targata giunta Buzzanca e approvata dal consiglio comunale, che prevede la liquidazione dell’azienda e la trasformazione in Spa, ma da parte della giunta Accorinti finora non si hanno notizie certe su quale sia la strada da intraprendere, anche se nel piano di riequilibrio pluriennale è stata inserita la trasformazione in Spa.

“Noi chiediamo un’operazione verità anche per l’Atm, così come si vuole fare per Messinambiente- spiega Barresi- E nel frattempo riteniamo che, così come prevede la legge di stabilità, non si proceda più con la privatizzazione, dal momento che ormai questa strada è una scelta, ma non obbligata”.

Come chiarito anche da Mariano Massaro la Spa non è la migliore delle soluzione e nessuna scappatoia simil-pubblica può rappresentare la salvezza dell’azienda.

“Occorrono scelte coraggiose da parte di questa giunta, anche sul fronte della gestione- continua Michele Barresi- Non si può friggere sempre con lo stesso olio, soprattutto se quell’olio è lo stesso che ha portato a gestioni a dir poco fallimentari. Non possiamo affidarci come direttore generale a chi, per esempio, è indagato nell’inchiesta sui chilometraggi gonfiati, né a chi, come il commissario Manna ha già avuto modo, fallendo, di guidare le sorti dell’azienda. Serve un’agenzia esterna che non abbia mai avuto a che fare con quella cogestione politico-sindacale che è all’origine dell’attuale situazione drammatica”.

I sindacalisti stigmatizzando una gestione commissariale “troppo etero-diretta” da persone che all’interno dell’azienda ci sono da anni, sottolineano come, nonostante le richieste ufficiali avanzate sin dal 5 luglio 2013, data dell’insediamento di Manna, il commissario non abbia mai voluto incontrare Orsa e Cub, né dare lumi in merito alla pianta organica.

“Abbiamo 30 autobus e 6 tram ed oltre 500 dipendenti- spiega Francesco Urdì, Cub- Il problema non è l’organico eccessivo, il problema è la mancanza di mezzi e la riorganizzazione del personale e del lavoro. Il commissario Manna dovrebbe occuparsi esclusivamente di Atm, non è un incarico che può consentire di occuparsi anche di altri settori”.

E a proposito di personale nei giorni scorsi è accaduto un fatto assai strano. Conti alla mano gli incassi del 2013 relativamente alle zone blu sono diminuiti ed i dirigenti dell’Atm, invece di riflettere sugli errori di gestione, sull’assenza di segnaletica adeguata, sull’efficacia di una strategia diversa, hanno pensato bene di paventare provvedimenti sanzionatori nei confronti degli ausiliari, peraltro i pochi all’interno dell’azienda che, insieme agli autisti, stanno realmente in strada giorno per giorno, mese per mese, anno per anno, “pagando” il prezzo più alto di un carrozzone nel quale “gli eletti” stanno in ufficio e non certo come conseguenza di procedure concorsuali o basate sul merito. Ma oltre al danno pure la beffa diventa intollerabile ed anche su questa vicenda l’Orsa non starà zitta.

“La verità-conclude Alfonso Sutera, Cub- è che all’Atm non c’è alcuna interlocuzione per i sindacati. Noi vorremmo almeno dall’amministrazione risposte chiare e definitive sul destino dell’Atm, sarà liquidata o no? Sarà una Spa o no?”.

Il secondo fronte è quello di Bluferries, che nei piani di Rfi è al capolinea e quindi pronta ad essere venduta per 21 milioni di euro.

“E’ un paradosso- commenta Mariano Massaro, Orsa- perché basta guardare i dati forniti dall’Autorità portuale per il 2013, Bluferries è non solo in attivo, ma produce incassi e posti di lavoro. Il vettore pubblico vuol quindi abbandonare il Sud per dedicarsi all’alta velocità nel centro-nord. Andiamo ai dati: il gommato leggero ha avuto un incremento di traffico dal 4,1% al 7,2% ed il gommato pesante dal 20% al 24%. Grazie a questo si è azzerato il passivo da 8 milioni di euro. Nel 2012 Bluferries ha avuto un bilancio in attivo di 3 milioni e 200 mila euro e nel 2013 di quasi tre milioni. Stesso discorso per Metromare che annualmente perdeva 200 mila euro e adesso ha chiuso in attivo, per non parlare dell’aspetto occupazionale”.

Quanto al flusso dei pendolari Bluferries trasporta 2 milioni di persone l’anno, il 30% dell’intero flusso. Rfi di fatto vende un’azienda in attivo, indispensabile, e che crea occupazione e indotto.

L’Orsa ha però una proposta per l’amministrazione Accorinti che nel suo programma aveva messo la flotta comunale tra le priorità. La battaglia per mantenere in vita Bluferries, secondo il sindacato, deve vedere in prima fila anche le istituzioni con un ruolo attivo, concentrando ogni risorsa, compresi i 7 milioni previsti nel programma per il naviglio, nell’acquisizione, in quota parte dell’azienda.

“Sarebbe- spiega Massaro- l’investimento del pubblico nel pubblico per garantire il diritto alla mobilità, un grande passo verso il consorzio dei trasporti che potrebbe contenere anche l’Atm”.

Ascoltate le segnalazioni e le proposte Accorinti si è detto pronto a valutare l’ipotesi di non liquidare l’Atm (anche se la delibera inserita nel piano di riequilibrio prevede l’esatto opposto), ma ha chiarito “Manna resta commissario, farò in modo però che i sindacati possano finalmente avere un confronto con lui”. L’idea alternativa alla Spa potrebbe essere una Multiservizi anche se non è ben chiaro al momento in che modo concreto realizzarla e con chi. Quanto a Bluferries il sindaco ha ricordato che ci sono tre gruppi che stanno studiando la flotta comunale e che si potrà valutare anche l’ipotesi di puntare sull’azienda. Il sogno è quello di un settore trasporti totalmente integrato, compresa Metromare, collegamento con l’aeroporto di Reggio Calabria, Atm, Metroferrovia e persino una stazione all’interno dell’aeroporto di Catania. “Certo, se ci riuscissimo davvero cambieremmo la storia. E anche la geografia”, conclude Accorinti.

La realtà, oggi, è di gran lunga più lontana e disegna una geografia con una Messina sempre più isolata e meno “attraente” per il pubblico e per il privato. Se Cristo si è fermato a Eboli, Rfi ha fatto al massimo alcune stazioni in più.

Rosaria Brancato