Piano di riequilibrio: il giallo della nota del Ministero giunta a Palazzo Zanca

Il “responso” del Ministero sul Piano di riequilibrio 2.0 è atteso da molti mesi. Si aspettava già a fine maggio, giugno, ma è trascorsa anche l’estate senza che da Roma siano arrivati cenni, tranne sporadiche voci di corridoio di opposte interpretazioni. Oltre 4 mesi dopo l’ipotetica data entro la quale anche l’amministrazione si attendeva risposte, Palazzo Zanca è ancora nel limbo. Il parere sarà comunque seguito dalla decisione finale della Corte dei conti cui spetta l’ultima parola (ma il Comune in caso di bocciatura può sempre ricorrere alla Corte dei conti in sezioni riunite). Già sul finire dell’estate ci fu un’intera giornata caratterizzata dal tam tam d’indiscrezioni sull’arrivo del responso dal Ministero dell’Interno senza nulla di concreto. Ieri pomeriggio è riesploso il giallo della nota. Negli uffici di Palazzo Zanca è arrivata una nota dolente del Ministero dell’Interno che riguarda proprio quel Piano di riequilibrio riveduto e corretto ad inizio 2015 alla luce di una lunga serie di osservazioni fatte precedentemente. Non è il parere atteso ma la nota giunta all’attenzione del sindaco e dell’amministrazione a quanto pare è “dolente” perché le correzioni apposte alla prima stesura non sono riuscite a convincere Roma. Il Ministero chiederebbe un’ulteriore rimodulazione al Pluriennale, probabilmente nei punti più “fragili”. Una sorta di mezza bocciatura. La rimodulazione però dovrebbe ripassare dal Consiglio comunale ed il clima non è più né quello di settembre 2014 né quello di gennaio 2015. Il percorso per l’amministrazione, qualora dovesse arrivare a chiedere l’approvazione di un Piano di riequilibrio 3.0 all’Aula si farebbe più ostico alla luce delle recenti posizioni prese dai centristi di D’Alia, di alcuni dissidenti Dr, e di frange del Pd. Per non parlare del continuo finto dibattito sulla mozione di sfiducia. La nota sembra essere rimasta chiusa in pochi uffici e non è stata ancora trasmessa ai revisori dei conti e alla presidenza del consiglio.

Rosaria Brancato-Francesca Stornante