Accorinti ha fallito l’unica missione che doveva portare a termine: cambiare Messina

La guerra delle missioni che sta infiammando il dibattito politico è lo specchio di questa città. A un certo punto ho avuto una sensazione di deja-vu. Lo scambio di accuse tra quellichecisonoadesso e quellicheceranoprima ha riportato le lancette indietro al 2013 come se il tempo non fosse mai trascorso. Ma, ed è esattamente questo il punto, sono passati 3 anni e mezzo da allora, le cose sono cambiate eccome. In peggio.

Il dibattito politico non può essere ibernato ai fatti del 2013, altrimenti vuol dire che la vittoria di Accorinti non è servita a nulla. La sua elezione è equivalsa,nel cuore dei messinesi, stanchi di sperperi e cattiva politica, alla chiusura di quella stagione ed all’inizio di una nuova fase. Il primo capitolo della nuova stagione sta nell’aver eletto un sindaco che non spreca il denaro pubblico, dorme in alberghi a 3 stelle , pranza con un trancio di pizza. Bene, ma quello è il presupposto. In 3 anni e mezzo mi aspetto di più come messinese. E’ stato eletto per costruire una Messina diversa, per cambiarla in meglio. Il suo fallimento non è nell’euro di caffè che si è fatto rimborsare (per quanto sia un comportamento poco elegante).

L’unica missione che Accorinti ha fallito in 3 anni e mezzo era l’unica che doveva invece fare, poco importa se in tenda o in un camper, mangiando riso integrale o braciole. Doveva salvare Messina, cambiarla dal basso. Non è riuscito nella missione che i messinesi gli hanno affidato nel 2013.

Messina è una città sommersa dai rifiuti, con Messinambiente sull’orlo del tracollo, che quando arriva la prima pioggia si trasforma in un pantano, con le zone verdi in stato pietoso, le strade dissestate, i servizi sociali affidati in proroga perenne, costretta a vivacchiare sull’orlo del default in una permanente gestione provvisoria, con un piano di riequilibrio improbabile improponibile ed insostenibile, destinato a crollare come un castello di carte. Il Piano di riequilibrio è l’alibi dell’amministrazione, con la complicità del consiglio comunale, per tirare a campare fino alla fine del mandato. E l’unica missione portata a termine sarà, non avendo dichiarato il dissesto, salvare dalla responsabilità amministrativa quellidiprima.

Siamo l’unica città metropolitana che non ha firmato ancora il Masterplan e che tra le decine di missioni istituzionali non ha portato un solo fatto tangibile, per migliorare la città. Ma nel frattempo stiamo a disquisire sugli esiti fantasmagorici dei viaggi del sindaco a Venezia per premiare Valeria Solarino o a Milano per il compleanno di Dario Fo. Ma stiamo scherzando?

Onore e merito ad Accorinti che non sceglie gli alberghi di lusso, anche Leonardi andava negli hotel a 3 stelle ma non lo strombazzava in giro. Onore e merito alla scelta della piadina invece che della spigola, ma invece del fascicolo contro quellicheceranoprima , da messinese,mi aspetto che metta sul tavolo, ormai quasi a fine mandato, le cose che ha realizzato. I fatti, non gli scontrini di chi ha amministrato prima. Buzzanca per l’utilizzo dell’auto blu è stato condannato ed è stato dichiarato decaduto al termine di una lunga vicenda, sulla quale tutta la stampa ha sempre scritto. Così come la stampa, compreso Tempostretto ha sempre scritto delle spese degli ex amministratori.

Per fortuna il capitolo degli sperperi si è chiuso con l’elezione di Accorinti. Aspettiamo ancora che inizi il capitolo dei fatti.

Se gli argomenti della campagna elettorale 2018 saranno gli stessi di quella del 2013 “tu bevevi champagne io chinotto, tu sei la principessa sul pisello io il campeggiatore, tu sei ladro io tirchio” vuol dire che non meritiamo una nuova classe dirigente. Anzi che non c’è proprio.

Ci sono comportamenti eticamente biasimevoli ma penalmente irrilevanti e viceversa. Non sempre inoltre le due cose coincidono.

Una ricevuta per una cena da 100 euro è eticamente biasimevole ma non ha risvolti penali. Ci sono poi casi diversi. Ha risvolti giudiziari se ti fai rimborsare una ricevuta per una cena per due persone ma la missione istituzionale vale solo per chi rappresenta l’istituzione stessa. I risvolti ci sono indipendentemente dalla cifra spesa, se cioè hai dormito in una reggia o in un pagliericcio. Al di là dell’importo, che nel primo caso è eticamente riprovevole e nel secondo lodevole, entrambi i casi sono penalmente contestabili. Qualora venga segnalato un fatto penalmente rilevante spetta alla magistratura (contabile e non) intervenire. Come avvenuto, per esempio nel caso di Buzzanca o all’Ars per le spese dei capigruppo, o in quasi tutte le Regioni d’Italia, dal Lazio al Piemonte.

Quanto alle missioni istituzionali secondo i calcoli fatti da Trischitta sia Accorinti che Buzzanca hanno speso più o meno la stessa cifra ( l’attuale sindaco ne ha fatte di più a costi minori e ancora ha davanti un altro anno e mezzo di mandato, mentre l’ex ne ha fatte di meno a costi maggiori). Il capogruppo di Forza Italia ha però aperto un altro tema, ed è per questo che ha chiamato in causa la Corte dei Conti. Trischitta si chiede se l’andare alla festa di compleanno di Dario Fo possa considerarsi missione istituzionale. E questo a prescindere sia dal fatto che Fo è un premio Nobel che dall’entità dei caffè rimborsati. La Corte dei Conti non valuta il quoziente intellettivo del destinatario della visita o il luogo dove vai a dormire. Valuta se esistono le motivazioni reali per utilizzare i soldi pubblici.

Per l’uso dell’auto blu per andare a Bari e prendere la nave da crociera Buzzanca è stato condannato e lo sarebbe stato ugualmente anche se a bordo di quella nave era in programma la festa di compleanno di Rita Levi Montalcini.

Se vai a spese delle collettività (che già ti paga l’indennità) è eticamente lodevole che ti fai rimborsare la bufalotta invece della fiorentina, ma ci sono aspetti che alla Corte dei conti interessano, come il fatto che in quei mesi eravamo in gestione provvisoria e che la stessa Corte dei conti aveva imposto solo le spese indifferibili e necessarie.

Infine la biblioteca per bambini. Accorinti dichiara di essere andato da Dario Fo per motivi istituzionali giacchè il Nobel “ha fatto tanto, ci ha donato la biblioteca”.

Lo spettacolo di Dario Fo al Teatro greco di Taormina è del 7 settembre 2014. In quell’occasione Fo mise a disposizione un certo numero di biglietti per quanti volessero andare a vederlo. Contestualmente assessori, consiglieri comunali e di quartiere furono invitati (e lo fecero con piacere) a contribuire alla causa acquistando, per una cifra ridotta, i biglietti da dare poi a chi volesse vedere lo spettacolo. Nel replicare a Trischitta il sindaco ha dimenticato di ringraziare quanti, in quei giorni hanno pagato i biglietti da mettere a disposizione degli spettatori e con l’obiettivo di realizzare la biblioteca.

Lo spettacolo è stato nel settembre del 2014. Un anno e mezzo dopo, nel marzo del 2016, Accorinti va al compleanno di Dario Fo. Fino a quel momento non si era saputo più nulla della Biblioteca, né al ritorno dalla festa di compleanno il sindaco rilascia dichiarazioni in merito ad ulteriori gesti di Dario Fo per la struttura o per una sua presenza ad una prossima inaugurazione. Passano altri sei mesi. La scorsa settimana, quindi 2 anni dopo lo spettacolo, Trischitta esce fuori gli scontrini. E Accorinti si ricorda, dopo un silenzio durato due anni, della Biblioteca per i bambini, che per inciso,è fruibile ma ancora non è stata inaugurata.

Aspettando che tra quellidiprima e quellidiora ci sia una terza via l’auspicio è che arrivino quellichefannolecose.

Rosaria Brancato