A Itala commemorato il Bicentenario del Respinto Sbarco Francese in Sicilia

Ieri, lo splendido scenario del sagrato dell’Abbazia Normanna dei Santi Pietro e Paolo di Itala ha fatto da degna cornice ad un nuovo appuntamento con il “Bicentenario del respinto sbarco francese in Sicilia, 1810-2010” promosso dall’Associazione Amici del Museo di Messina. Tema di questo appuntamento culturale è stato: “Aspetti storici, militari, architettonici e culturali in merito al tentativo di occupazione francese della Sicilia nel Settembre del 1810”. Sono intervenuti come relatori: Alessandro Fumia, Marco Grassi e Franz Riccobono. La serata rievocativa è stata aperta dall’esecuzione degli inni del Regno delle Due Sicilie, inglese e francese in omaggio a coloro che duecento anni fa nella riviera jonica messinese si resero protagonisti di un significativo episodio militare di carattere europeo. I relatori, con la proiezione anche di rare immagini, hanno analizzato sotto vari aspetti questo tentativo di occupazione francese della Sicilia auspicando che venga riscoperta questa significativa pagina della nostra storia a partire da uno dei suoi protagonisti il Principe Giovanni Capece Minutoli di Collereale, che sarà in seguito anche il munifico fondatore dell’omonimo ospizio di via Catania a Messina. Franz Riccobono in modo particolare ha sottolineato l’aspetto legato alle fortificazioni che furono approntante nei primi dell’800 a difesa di un possibile attacco del territorio siciliano, come l’effimero rafforzamento dei castelli di Taormina, Forza d’Agrò, Capo Sant’Alessio e Scaletta Zanclea. Alessandro Fumia ha ricordato gli aspetti politici legati a questo tentativo di occupazione come l’inedito rapporto epistolare tra la Regina Carolina di Borbone e l’Imperatore Napoleone Bonaparte. Infine Marco Grassi nell’ambito del suo intervento ha ricordato i protagonisti di questi fatti d’arme come il comandante francese Jacques Marie Cavaignac de Baragne e il comandante inglese Sir James Campbell of Inverneill. Al termine è seguita una apprezzata cena in ambientazione franco – anglo – duosiciliana, presso il contiguo locale “Antica Badia”, curata da Giancarlo La Spada ed accompagnata dal sottofondo musicale di antichi canti e inni riferiti al periodo storico trattato.

Queste iniziative, partite lo scorso 18 Settembre e che godono del Patrocinio Gratuito del Comune di Messina, hanno l’obiettivo di far conoscere alla cittadinanza una significativo episodio di rilevanza europea avvenuto duecento anni orsono nel nostro territorio. Proprio quest’anno infatti per gli abitanti della Riviera Jonica Messinese e in modo particolare per le Vallate di Briga, S. Stefano, Galati e Mili, ricorre un significativo anniversario. Proprio duecento anni fa, il 18 Settembre 1810, gli abitanti di queste contrade bloccarono il tentativo di sbarco delle truppe francesi di Gioacchino Murat inteso ad occupare l’intera Isola, unica regione d’Europa rimasta esclusa dal dominio francese, oltre che l’Inghilterra. Tale sbarco ebbe particolare rilevanza strategica, in quanto concluse la fase delle inarrestabili conquiste napoleoniche e segna l’inizio del declino dell’Armata francese. All’azione presero parte circa tremila francesi, provenienti dalle coste calabresi, sotto la guida del Generale Comandante Cavaignac. Sorprendente fu l’intervento delle popolazioni locali, con a capo il messinese Giovanni Capece Minutolo Principe di Collereale, a cui solo successivamente si aggiunsero le truppe inglesi del Generale Campbell dislocate lungo il litorale siciliano a rincalzo dell’esercito borbonico unitamente a reparti svizzeri e tedeschi accampati presso il Monastero di San Placido Calonerò. Quindi uno scontro dai risvolti inaspettatamente europei che merita di essere ricordato nella ricorrenza bicentenaria. Oltre al Monumento di Mili, sempre legato a questo evento storico, rimangono altri significativi cimeli tra cui i brandelli della bandiera di combattimento francese presa a suo tempo dagli abitanti di Mili che, dopo essere stata conservata per quasi un secolo in Cattedrale, oggi si conserva nei depositi del Museo Regionale, e alcuni tamburi presi sempre alle truppe murattiane tra cui quello che un tempo si conservava a Pezzolo si trova da qualche anno al Museo Musica e Cultura dei Peloritani di Gesso mentre un altro si dovrebbe conservare a Galati. Un intero anno di iniziative culturali, giunto con questa di Itala al sesto appuntamento,atte a promuovere e conoscere questa importante pagina della nostra storia dai rivolti europei.

LETIZIA SALVO