Operazione Matassa, gli equilibri mafiosi a Camaro e Santa Lucia: i dettagli

Trentacinque arresti, quattro società sequestrate, tre clan mafiosi della città decapitati, stretti legami tra politica e criminalità organizzata. E' ingentissimo il risultato della mega Operazione Matassa che, stamattina, ha fatto tremare i quartieri più "caldi" della città, e non solo. Le indagini, scattate nel luglio del 2011 e durate circa due anni, hanno permesso alla Squadra Mobile di Messina di far emergere uno spaccato estremamente aggiornato degli equilibri mafiosi della città, in particolare dei quartieri di Camaro San Paolo e Santa Lucia Sopra Contesse dove ancora oggi operano incontrastati i clan facenti capo a Giacomo Spartà e Carmelo Ventura.

Grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, gli agenti hanno tracciato un quadro fatto di estorsioni, furti, controllo capillare del territorio, pianificazione di delitti, tra cui anche un tentato omicidio, intestazione di società a prestanome. L'inchiesta parte dall'arresto di Luca Siracusano (u biddichhiu) beccato nel luglio 2011 con quasi mezzo chilo di cocaina, droga detenuta per conto di Gaetano Nostro (Denti i Zappa) e Giuseppe Cambria Scimone (Peppone), entrambi legati al clan Spartà.

IL CLAN VENTURA. Estorsioni, spaccio di droga, false intestazioni di società, come ad esempio quella del panificio La Piazzetta di Camaro Superiore. Sono tante le accuse che gli inquirenti muovono a Carmelo Ventura, capo indiscusso del clan dominante del quartiere di Camaro San Paolo, ed ai suoi sottoposti Lorenzo Guarnera, Salvatore Mangano, Albino Misiti, Giovanni Moschitta, Adelfio Perticari, Domenico Trentin e Giovanni Ventura. Tra queste anche quella di tentato omicidio, con l'aggravante del metodo mafioso, che pesa adesso sul capo di Trentin. Il fatto risale al febbraio del 2012, quando ad esser preso di mira era stato un giovane messinese poi riuscito a sfuggire all'agguato nonostante i diversi colpi di pistola esplosi a grande vicinanza.

IL CLAN FERRANTE. Dalle indagini è emerso come il clan facente capo a Santi Ferrante operasse più che attivamente nel quartiere di Camaro San Paolo, in perfetto equilibrio con quello di Ventura. Nonostante sia al carcere duro, infatti, Santi Ferrante ha continuato ad esercitare il suo potere su tutta la zona, avvalendosi di intermediari ancora in libertà, come ad esempio il nipote Salvatore Pulio. Le accuse contro di loro vanno dall'associazione mafiosa alle estorsioni, allo spaccio di droga.

IL CLAN SPARTA'. L'operazione Matassa ha permesso agli inquirenti di ricostruire in toto anche gli assetti mafiosi della zona di Santa Lucia Sopra Contesse, al cui centro vi è il clan riconducibile a Giacomo Spartà. Le accuse per gli affiliati vanno dall'estorsione alla traffico di droga, fino ad arrivare alla gestione di appalti e servizi. In particolare, Gaetano Nostro, Raimondo Messina, Giovanni Celona, Francesco Celona e Vincenza Celona avrebbero costretto un imprenditore della zona a regalar loro diversi generi alimentari come "protezione" delle sue attività commerciali. Ad un imprenditore edile, invece, sarebbe toccato assumere un parente di un affiliato al clan come muratore.

LE SOCIETA' SEQUESTRATE. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche diverse società finite oggi sotto sequestro preventivo. Dalle indagini è emerso come i vari gruppi criminali collaborassero non solo per spartirsi zone ed aree di interesse, ma anche secondo veri e propri meccanismi di "mutuo soccorso". I sigilli sono scattati per il Consorzio Sociale Siciliano, la società Ser.Ge. Servizi Generali S.r.l e la Coperativa Sociale Angel (tutte riconducibili ad Angelo Pernicone ed al figlio Giuseppe), e la società La Piazzetta di Camaro. Secondo le accuse, i veri titolari si sarebbero prestati ad assumere esponenti dei diversi clan mafiosi per garantir loro soldi e benefici. (Veronica Crocitti)