L’Antitrust: “Non c’è alcun cartello che controlla le tariffe nello Stretto”

Non c’è alcun “cartello” nello Stretto di Messina. A sostenerlo è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha concluso l’istruttoria aperta nel giugno dello scorso anno nei confronti di Caronte & Tourist, RFI e Meridiano Lines in relazioni all’esistenza di una sorta di “cartello” volto a mantenere un rigido controllo di tariffe omogenee tra i diversi vettori.

Nella decisione dell’Authority si legge che “sono venuti meno i motivi di intervento nei confronti delle società […] in relazione all’intesa contestata in violazione dell’articolo 2 della legge n. 287/1990 o dell’articolo 101 TFUE”.

L’Antitrust ha quindi “assolto” le compagnie di navigazione che operano nello Stretto dall’accusa di aver costituito un cartello teso a omogeneizzare i prezzi dei biglietti e a blindare il mercato di riferimento dall’accesso di ulteriori competitors.

Quanto sostenuto dall’Antitrust è stato accolto con soddisfazione dagli Amministratori Delegati di Caronte & Tourist, Antonino Repaci e Vincenzo Franza, che hanno sottolineato come il provvedimento accolga le argomentazioni proposte dalla Società, difesa dall’ avvocato Fabio Cintioli , nel corso del procedimento.

Stando agli accertamenti effettuati dall’Autorità garante della concorrenza non sarebbero emerse prove di una “concertazione” tra le società operanti nello Stretto per bloccare le tariffe e quindi blindare il mercato all’ingresso di nuovi operatori.

In particolare, secondo l’Antitrust non si può escludere che le parti abbiano deciso i prezzi ognuno indipendentemente dall’altro: “le condotte delle parti possono essere interpretate come frutto di autonome scelte individuali” senza quindi un’azione sinergica per chiudere il mercato ad eventuali concorrenti.

“Non è stata peraltro posta in essere alcuna concertazione in ordine alla ripartizione del mercato mediante un uso strategico dell’approdo di Tremestieri- si legge ancora nella nota di Caronte Tourist- in quanto “il contesto in cui hanno operato i vettori riflette la strutturale incapacità del nuovo porto di Tremestieri, nella sua attuale configurazione, ad accogliere l’intero traffico merci dello Stretto”.

Il fatto che Tremestieri sia sistematicamente operante in modo parziale non è, sempre secondo l’AGCM, imputabile agli operatori alle società di navigazione e pertanto la chiusura ad eventuali competitor è più legata a fattori oggettivi, e cioè ad un attracco ancora inadeguato e ad una situazione nello Stretto ancora caotica e non definitiva, che non a fattori soggettivi, ovvero ad una concertazione tra le società.

“L’inchiesta era stata avviata a seguito di segnalazioni dei vari comitati di cittadini e di pendolari locali- conclude la nota- L’auspicio di Caronte & Tourist è che i risultati dell’indagine fughino ogni residuo dubbio”.