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Assunzioni MessinaServizi, il limite di età è illegittimo. Lo dice il Tribunale del Lavoro

Le recenti assunzioni di MessinaServizi rischiano di finire nel caos. A creare non poco scompiglio una sentenza del Tribunale del Lavoro di Messina che mette nero su bianco l’illegittimità di quella famosa e contestata clausola del limite di età. All’avviso, pubblicato un anno fa per la selezione di 100 operatori da assumere a tempo determinato, potevano partecipare solo candidati che avessero tra i 18 e i 40 anni.

C’è chi è rimasto escluso dalla pre-selezione proprio perché fuori da quella fascia. Si è appellato al Tribunale del lavoro contro una clausola ritenuta fortemente discriminatoria e penalizzante. E in effetti, con l’ordinanza dello scorso 17 giugno, il Giudice Valeria Todaro ha dichiarato illegittima la clausola del bando che prevedeva il limite di età. Ma non solo. Perché la sentenza ordina anche a MessinaServizi di valutare la domanda della persona che ha vinto il ricorso e di inserirlo nella graduatoria di coloro i quali avevano poi sostenuto le prove successive. Senza ovviamente tenere conto della fascia d’età.

Un passaggio che rischia di rimescolare tutte le carte in gioco dopo un anno di procedure che nel frattempo hanno portato alle 100 assunzioni che MessinaServizi ha fatto. Sarebbero tanti ad aver fatto ricorso. E dunque adesso quella illegittimità di una delle clausole del bando potrebbe scatenare un effetto a cascata. Oltre 2 mila candidati si erano presentati per candidarsi alla selezione nel settembre scorso davanti il Centro per l’Impiego di Messina. Se non ci fosse stato il limite di età sicuramente sarebbero stati molti di più.

A segnalare il caso è il sindacato SI Cobas. «Un bando concepito male da principio, con requisiti discriminatori e illegittimi». Un passaggio spicca dall’ordinanza, cioè che le procedure di selezione per l’avviamento al lavoro, cioè la formula scelta da MessinaServizi, non devono prevedere limiti di età “salve deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessità” che però MessinaServizi non ha espresso esplicitamente nell’avviso.

Il sindacato segnala poi che il bando prevedeva l’assunzione di 100 operatori, mentre oggi è in atto uno scorrimento di graduatoria che è andato oltre il 150 nominativo. E cita una delibera della Corte dei Conti che ritiene illegittime le assunzioni a scorrimento di una graduatoria a tempo determinato, in quanto alimentano precariato. A tutto questo si aggiunge che non è stata prevista una riserva per coloro che avevano lavorato per MessinaServizi attraverso le borse lavoro finanziate con soldi pubblici. «Il Comune di Messina avrebbe sperperato denaro pubblico, al fine di sfruttare manodopera a basso costo per lo svolgimento di mansioni utili a MessinaServizi, salvo poi non considerare minimamente i soggetti formati e pronti a svolgere il lavoro, nel momento delle assunzioni».

Anche il consigliere Libero Gioveni adesso chiede risposte. «Lungi da me il voler mettere il classico dito nella piaga, ma non posso nonesprimere il mio rammarico per ciò che avevo puntualmente evidenziato l’anno scorso. Al Presidente Lombardo, nell’agosto 2019, avevo evidenziato che “i limiti di età, per espressa disposizione normativa (Legge Bassanini), anche alla luce delle pronunce della Corte di Giustizia Europea, devono essere inseriti nel Regolamento organizzativo dell’Amministrazione che indice la selezione. E devono essere soprattutto adeguatamente motivati in ragione dell’attività da svolgere e delle funzioni da espletare. I limiti riguardano, però, principalmente la necessità di garantire oltre l’idoneità al servizio da svolgere, la disponibilità a svolgere tale servizio almeno per parecchi anni prima della pensione, principio questo evidentemente condivisibile per rapporti di lavoro a tempo indeterminato e non certamente per un periodo lavorativo di soli 12 mesi”. 

Per Gioveni è evidente che adesso ci si dovrà assumere la responsabilità di scelte fatte forse “con troppa superficialità e un pizzico di presunzione”.