Atm, De Luca: “Siamo ormai al cortocircuito. Lavoratori resteranno senza stipendio”

Atm, De Luca: “Siamo ormai al cortocircuito. Lavoratori resteranno senza stipendio”

Redazione

Atm, De Luca: “Siamo ormai al cortocircuito. Lavoratori resteranno senza stipendio”

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lunedì 02 Dicembre 2019 - 07:10

Il sindaco Cateno De Luca lancia la ‘bomba’ al termine de tavolo tecnico domenicale convocato per dare il punto della situazione sul servizio di trasporto pubblico locale

MESSINA -“I lavoratori di ATM in liquidazione non percepiranno lo stipendio di novembre dicembre e tredicesima e potranno percepire lo stipendio solo quando parte la nuova ATM spa e per il servizio prestato nella nuova azienda”. Il sindaco Cateno De Luca lancia la ‘bomba’ al termine de tavolo tecnico domenicale convocato per fare il punto della situazione sul servizio ATM.

“Il quadro è inquietante”

Il quadro è inquietante” annuncia in premessa del suo lungo post sulla sua pagina Facebook. Il primo cittadino definisce i contorni della vicenda, dando la sua versione dei fatti. Secondo De Luca, ci sono due parti contrapposte: da una parte sindacati e Consiglio comunale, che ostacolerebbero la nascita della nuova Spa; dall’altra giunta e commissari liquidatori, costretti a subire le loro azioni.

Le accuse contro i sindacati e il Consiglio

“Le organizzazioni sindacali – scrive il sindaco – fanno di tutto per continuare a sperperare denaro pubblico lasciando la gestione del servizio alla vecchia azienda in liquidazione esercitando pressioni su una parte del consiglio comunale”. L’attacco del sindaco è duro e diretto. Indice puntato anche contro il Consiglio comunale, “che ha deliberato di rinviare l’esame del piano di liquidazione dell’azienda ATM a data da destinarsi non tenendo conto che entro il 31 dicembre 2019 deve partire la nuova ATM spa e che nel frattempo si è creato un ulteriore danno di quasi 20 milioni di euro perché siamo decaduti (30 novembre) dai benefici della rottamazione dei contributi ed imposte non pagate negli ultimi 5 anni per oltre 50 milioni di euro”. E a questo proposito commenta: “era un gioiello ATM”, riferendosi alla descrizione che veniva fatta dell’azienda speciale dall’amministrazione Accorinti.

Il ruolo della giunta e dei commissari

Il sindaco sostiene inoltre che “ la giunta comunale ha fatto tutto ciò che era di propria competenza per non far andare in cortocircuito il servizio di trasporto urbano predisponendo tutti gli atti e le relative coperture finanziarie per far partire la nuova ATM spa con i nuovi servizi previsti nel contratto di servizi”.

“I commissari di liquidazione di ATM – aggiunge – hanno eroicamente gestito il servizio in questi mesi in mille difficoltà ed hanno depositato il 4 novembre la relazione conclusiva sul disastro ereditato”.

De Luca fa sapere che “i commissari porteranno i libri in tribunale e così sarà la Magistratura ad occuparsi dei conti di ATM”; spiega inoltre che “l’agenzia delle entrate ha notificato due giorni fa un primo pignoramento di somme per circa 10 milioni di euro impedendo al Comune di Messina di poter trasferire altre risorse ad ATM in liquidazione in assenza di un piano approvato dal consiglio Comunale”.

Chi paga le conseguenze del caos

A fare le spese di questo caos saranno gli utenti del trasporto pubblico urbano, che sarà “non sufficiente” ed i lavoratori, che rischiano di trascorrere il Natale senza stipendio.


Insorgono Filt Cgil e UIltrasporti

A difesa dei lavoratori insorgono Filt Cgil e UIltrasporti: “sul salario dei lavoratori non è ammessa alcuna speculazione”.

“Oggi, se allarme c’è – dichiarano Filt Cgil e UIltrasporti – è per un piano di riequilibrio sovradimensionato per ben 29 milioni che saranno i cittadini a pagare con le loro tasse per i prossimi 20 anni e stipendi ( forse ) in discussione per la recente gestione approssimativa di un’azienda pubblica. Alla porta ci sarebbero circa 500 licenziamenti per i lavoratori Atm che il sindaco deve mettere in campo alzando deliberatamente la tensione sul consiglio comunale ma che gli sono necessari per avviare una SPA che già costa alla città , tra capitalizzazione e nuovo piano industriale , una media di circa 5 milioni di euro in più l’anno per i prossimi tre anni .

“Serve chiarezza e non ancora inutili commedie – concludono Filt e Uilt – fare leva sui salari dei lavoratori per spingere l’acceleratore sulla liquidazione non è un’operazione che può essere accettata dal sindacato che si opporrà ci auguriamo senza distinzione di sigla” .

Un commento

  1. …occorre un movimento di piazza che io chiamerei “le costardelle” !

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