Dialogo al vetriolo tra Foti e Gioveni, il direttore risponde ma il consigliere non incassa

“Il Sae, Sistema di Ausilio all’Esercizio, così come descritto nel manuale della ditta costruttrice, è un Sistema che, attraverso le informazioni di localizzazione provenienti dalla flotta, svolge funzioni di monitoraggio. cioè di visione della posizione dei tram lungo la linea e di comunicazione radio con i conducenti. Non ha nessuna attinenza con la sicurezza dell'esercizio e neanche con il sistema di radiocomando degli scambi. La sicurezza rispetto agli scambi è garantita dal segnalamento verticale a terra e dalla marcia a vista del conducente. Lo scambio non può certo essere azionato dal Sae al centro per evidenti motivi di sicurezza”.

Il direttore generale dell’Atm, Giovanni Foti, interviene per fare chiarezza sulla vicenda, in seguito all’interrogazione del consigliere comunale Libero Gioveni, che aveva lanciato l’allarme sulla dismissione del Sae.

Un allarme ingiustificato, secondo Foti, perché “il sistema in uso nella nostra citta è ormai obsoleto in quanto basato su una tecnologia superata sia dai sistemi di localizzazione satellitare, sia dai sistemi di comunicazione mobile di ultima generazione. Nel Sae di Messina la localizzazione è ancora realizzata attraverso spire (loop induttivi) immerse nell'asfalto e trasponder a bordo tram e la comunicazione con i conducenti è ancora prevista con uso di un ponte radio. Tutte le aziende di trasporto evolute hanno da tempo innovato questa tecnologia riducendo le infrastrutture hardware (sia sui mezzi che a terra), di conseguenza diminuendo drasticamente i costi di investimento manutenzione e migliorando invece nettamente l'affidabilità. Si usano ormai in modo diffuso i sistemi di localizzazione satellitare gps, e per la comunicazione la rete di telefonia mobile (Gprs/Umts), che hanno costi di manutenzione e gestione di quasi 1/10 di quelli del vecchio sistema".

Sono questi i motivi – spiega Foti – che hanno indotto l’Atm, in previsione di un prossimo rinnovo tecnologico del sistema di monitoraggio, a decidere “di unificare la sala operativa che prima era divisa in 2 sale (la sala Sar con 9 persone in turno e la sala Dco con 5 persone previste in turno) in un'unica sala con 5 persone di turno, evitando di sprecare ulteriormente risorse sul Sar. II personale eccedente è stato reimpiegato nella guida dei tram, in quanto in possesso delle opportune abilitazioni, risultato di opportuni percorsi formativi. Nella sala operativa, chi gestisce la linea tranviaria dal centro dispone del quadro sinottico di monitoraggio del Sae e per comunicare usa i telefoni mobili aziendali. Ciò permette uria migliore efficienza di personale ed il risparmio è stimabile in circa 250mila euro l'anno, oltre a circa 150mila euro all'anno per la manutenzione".

Dopo le spiegazioni, l’attacco nei confronti di Gioveni: “Scrive che non vuole far polemica o vestire i panni di esperto del settore, ma è proprio ciò che fa entrando nel merito di scelte aziendali e tecnico/economiche che hanno l'obiettivo di ridurre i costi del personale (eliminando duplicazione di ruoli) e di usare al meglio un sistema Sae che velocemente si è degradato a causa dei numerosi guasti e dei dispositivi ormai fuori mercato che richiedono costi notevoli di manutenzione. E' come se il consigliere ci chiedesse nostalgicamente di sostituire i nostri telefonini dotati di Gps con le radio ricetrasmittenti di una volta".

Il dg dell’Atm coglie allora l’occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa, visto che “è la seconda interrogazione che Gioveni propone su questi temi, ancora una volta in difesa della vecchia azienda e della restaurazione di posizioni ormai indifendibili e con costi crescenti non più sopportabili. Nella prima interrogazione si era fatto paladino di coloro che contestavano il primo concorso interno indetto da Atm (dopo anni di passaggi di livello per cause di lavoro) per selezionare gli addetti all'esercizio esercizio alla Sala Operativa (unica) con criteri meritocratici”.

Il giudice del Tribunale del Lavoro – ricorda Foti – “ha rigettato tale primo ricorso (ex art. 700 c.p.c.) con condanna ai ricorrenti della rifusione delle spese in favore di Atm (procedimento n. 5946/2014 RG Tribunale di Messina sezione Lavoro) evidenziando la legittimità del bando di concorso indetto da Atm”. Nell'ordinanza del giudice si legge che "non è stata ravvisata nel bando Atm alcuna violazione di legge né della contrattazione collettiva" e l'insussistenza della pretesa di funzioni superiori.

L’Atm, infine, valuterà come salvaguardare il proprio patrimonio aziendale nelle sedi opportune perché “certe avventate dichiarazioni – conclude Foti – causano un danno all’immagine dell’Atm, con conseguenze anche di ordine economico. Il timore che può ingenerarsi nell’utenza dalla diffusione di paventate notizie di problem di sicurezza può avere conseguenze gravissime che non possono essere tollerate".

Non si è fatta attendere la controreplica di Libero Gioveni che non ha mandato giù le dichiarazioni del direttore Foti.“Rimango basito per le giustificazioni addotte rispetto a quella che voleva essere una semplice nota chiarificatrice su aspetti tecnici e scelte aziendali legate a un sistema di telecontrollo della Tranvia, che non può, anche indirettamente, contrariamente a quanto sostiene Foti, non avere a che fare con la sicurezza” dice Gioveni.

Per il consigliere “la sicurezza deve essere sempre e comunque a 360 gradi e quando lui stesso ammette che il SAE svolge funzioni di monitoraggio, cioè di visione della posizione dei tram lungo la linea, non può non essere sottinteso il fatto che, venendo a mancare questo prezioso ausilio un pregiudizio (anche minimo) alla sicurezza non possa comunque essere arrecato. In merito invece alle sue esternazioni che mi vedrebbero difendere il vecchio sistema (accusa che respingo decisamente al mittente) o a non essere aperto alle innovazioni tecnologiche, mi preme ricordare al buon Foti che in data 29 maggio 2014 personalmente formalizzai a lui la proposta, per esempio, di installare nella ZTL i parcometri per la sosta in luogo degli scomodi "gratta e sosta"; ebbene, non solo il direttore generale non si è nemmeno degnato di scrivere due righe in risposta alla mia proposta (al contrario, invece, della replica odierna che in 24 ore ha messo subito su), ma non mi risulta nemmeno che abbia posto in essere l'iter che porti a questo utilissimo e comodo sistema”.

Gioveni ribadisce che l’intenzione era solo quella di fare chiarezza su un vicenda che riguarda "sicurezza, efficienza del servizio e, particolare non trascurabile, denaro pubblico speso negli anni in grosse quantità. Rimango ancora fiducioso nel lavoro di Foti seppur, a quasi 1 anno dal suo insediamento, oltre ad averci resi edotti dell'esistenza della GTT di Torino che intascherà dall'ATM dei bei soldini per la collaborazione prestata, francamente di risultati finora non se ne sono ancora visti".