Nel 2014 calano gli introiti. Meno biglietti venduti, male i parcheggi, poche le multe a bordo

Mancati incassi per 66 mila euro mensili. Al 31 luglio 2014 nelle casse dell’Atm, ogni mese, sono entrati 66 mila euro in meno rispetto agli anni scorsi. Il motivo? Una drastica riduzione della vendita dei gratta e sosta e dei biglietti di bus e tram. A causare questa perdita l’istituzione dell’isola pedonale, che ha fatto perdere 248 stalli blu e la decisione di rendere gratuiti i parcheggi Cavallotti e Zaera Sud dal 15 gennaio al 15 aprile e, per quanto riguarda il Cavallotti, anche la nuova politica tariffaria voluta dall’amministrazione comunale e in vigore dallo scorso gennaio. Ancor più sconfortanti i dati che indicano l’utilizzo del nuovo Zaera Sud: in media ogni giorno non sono più di 13 le auto custodite nel parcheggio, a fronte di 210 posti disponibili. Senza contare che vengono impiegati 8 lavoratori Atm al giorno. E’ questa la premessa della consueta relazione che il Direttore Amministrativo Atm, Ferdinando Garufi, ha consegnato sul tavolo del Direttore Generale Giovanni Foti. Un documento che fotografa attraverso i numeri quanto vale davvero il servizio offerto dall’azienda e che, proprio attraverso questi dati, suggerisce quali modifiche è necessario mettere in campo per evitare di continuare a percorrere una strada sbagliata.

Partiamo dai tagliandi gratta e sosta, necessari per usufruire dei parcheggi delimitati dalle strisce blu. Scorrendo la tabella è evidente che continua il trend negativo che ha caratterizzato questi ultimi anni. Nel 2014 però i cali sono significativi. Nel mese di gennaio per esempio l’Atm ha incassato 218 mila euro, mentre a gennaio 2013 erano stati 241 mila euro e nel 2012 242mila. A metà gennaio inizia l’isola pedonale e gli introiti continuano a calare. A marzo 2014 sono stati venduti tagliandi per 213 mila euro, nello stesso mese dei due anni precedenti, invece, per 247 mila euro e addirittura 258 mila euro. E’ evidente che all’appello mancano parecchie risorse. Nel 2012 e 2013 i tagliandi Ztl hanno rappresentato una delle maggiori entrate per la disastrata Atm, circa 2,5 milioni di euro, in questo anno si è invece registrato un preoccupante calo che di certo non fa bene ad un’azienda che non riesce a produrre e vendere i servizi per cui è stata creata.

Il declino dell’azienda di via La Farina, iniziato soprattutto nel 2013 e che oggi non accenna a fermarsi, è palese anche se si analizzano le cifre che riguardano la vendita dei biglietti. Nel 2012 ogni mese si incassava dai 131 mila euro del mese di gennaio ai 147 mila euro per maggio. Nel 2013, gli stessi mesi hanno fruttato rispettivamente 111 mila euro e 114 mila euro, cifre già lontane da quelle di appena un anno prima. Nel 2014 si peggiora ancora: 101 mila euro a gennaio e 106 mila a maggio. Stesso discorso vale per gli abbonamenti. Nel 2012 evidentemente i messinesi si fidavano di più dell’azienda trasporti e non disdegnavano di usare i bus con regolarità, tanto da sottoscrivere un abbonamento: a gennaio 2012 entrarono in casa 31 mila euro di abbonamenti, nel 2013 e 214 sono stati 27 mila. Cifre che non bastano a pagare neanche la gestione ordinaria dei parcheggi cittadini.

Altro capitolo interessante è quello che riguarda le multe e il personale addetto alle verifiche a bordo dei mezzi. In pratica nel 2012 i verbali ai viaggiatori senza biglietto hanno portato 21 mila euro, l’anno successivo 18 mila euro, per il 2014 al momento sono entrati in cassa 11 mila euro.

Dal prospetto salta fuori che l’anno più “virtuoso” è stato il 2012 poiché per il periodo luglio-gennaio comparivano all’appello 1935 verbali. Appena un anno dopo, a luglio 2013, solo 843 le multe registrate nel primo semestre e quindi caduta in picchiata per questo dato che invece potrebbe essere molto importante per l’economia dell’azienda. Nei primi sei mesi di questo 2014 sono state invece fatte 1393 multe. Per comprendere ancor meglio la portata di questi numeri prendiamo come esempio marzo 2014: nell’intero mese sono state fatte 281 multe, dunque una media di 9 al giorno. Ciò significa che al giorno i controllori Atm, tra bus e tram, hanno “beccato” solo 9 passeggeri furbi sprovvisti di biglietto. Purtroppo conoscendo le cattive abitudini dei messinesi è difficile credere che sia così. Si sa che il portoghesismo è un fenomeno che in Atm ha dimensioni di vasta portata. Si fa quindi ancor più urgente un’operazione di potenziamento di questo settore. Potenziamento ma anche riorganizzazione. Perché c’è un’altra tabella che mette in riga uno dopo l’altro quanto lavorano e quanto rendono i controllori dell’Atm. E saltano fuori dei dettagli che di certo non passeranno inosservati al Direttore generale Giovanni Foti. Su 23 lavoratori ce ne sono infatti 4 che in sei mesi non hanno fatto nemmeno una multa. Zero totale. Poi c’è un discreto gruppo che oscilla tra i 20 e i 50 verbali e poi ci sono i più ligi al dovere che superano il centinaio. Differenze significative che impongono un’attenta analisi e soprattutto un cambio di rotta anche nella riorganizzazione di pianta organica e personale.

E’ evidente che il trend incassi è negativo, si parte già da dati 2012 - 2013 disastrosi con un'azienda che da mercato introita meno del 15% rispetto al 33% previsto dalla legge. L’amministrazione Accorinti e la nuova governance dell’azienda trasporti però stanno puntando sul rilancio di struttura e servizi. In ballo ci sono due documenti importantissimi che tracciano quale dovrà essere il percorso dell’Atm: nel Piano decennale di riequilibrio del Comune e nel Piano Industriale è stata disegnata un'azienda che diventa sempre più virtuosa con meno trasferimenti di risorse pubbliche. Per fare ciò però occorre porre in essere tutte quelle modifiche organizzative per assicurare maggiori incassi dai titolo di viaggio e dalla Ztl e combattere il portoghesismo sui mezzi con sistemi diversi da quelli fino ad oggi utilizzati e un'organizzazione del lavoro in questi settori che va profondamente rivista. Modifiche che il commissario Domenico Manna e il direttore Foti hanno inserito proprio nel Piano industriale dove si parla, per esempio, di introdurre la responsabilità diretta di coordinamento nelle Ztl e il monitoraggio degli incassi sia dalle strisce blu che sui mezzi, combattere l’evasione con controlli mirati realizzati da squadre di 5 elementi che operano su un programma settimanale (vedi articolo correlato). 
Questi passaggi indicano chiaramente la volontà di imprimere un netto cambiamento in un’azienda che negli anni è stata lentamente abbandonata al suo destino e che è arrivata a mettere in strada non più di 8 bus al giorno. Oggi i progetti e le intenzioni sono diversi. Al momento le cifre non sono incoraggianti, sono però il punto da cui partire. In attesa di poter parlare di numeri che raccontano un’altra Atm.
Francesca Stornante