Presidio costante dei manifestanti. Conte richiama i responsabili d’area

Giorno nuovo, vita vecchia. Anche oggi i lavoratori dell’Atm in protesta sono davanti a palazzo Zanca per richiedere soluzioni immediate alla loro situazione. Alcuni di loro hanno anche dormito sul posto ed ancora in questo momento stanno occupando la sala commissioni, mentre le forze dell’ordine tentano di farli desistere.

In quattro sono ancora a cavalcioni su una finestra e minacciano di gettarsi nel vuoto. I vigili del fuoco sono presenti in pianta stabile ed hanno posizionato un “materassino” per prevenire gesti esasperati. Uno dei manifestanti, probabilmente a causa dell’agitazione, della stanchezza e del sole, ha avvertito un malore ed è stato necessario l’intervento del 118.

A protestare anche gli studenti che si sono visti privati del servizio di trasporto pubblico. Le ultime segnalazioni di corse saltate riguardano il 9 per Larderia, il 35 per Cumia e l’81 per Ponte Gallo.

Ieri, la conferma che entro la fine del mese sarà possibile trasferire all’Atm l’importo di un dodicesimo delle somme stanziate nell’esercizio precedente, pari a circa un milione e 333 mila euro, ma sono somme che non bastano. Il quadro è stato tracciato dal commissario dell’azienda, Santi Alligo. Da qui al 31 dicembre, il Comune verserà nelle casse dell’Atm 4 milioni di euro. Per garantire gli stipendi fino a quella data, invece, di milioni ne servono 11. Senza contare il milione e mezzo necessario per pagare i fornitori.

Ed intanto il direttore generale dell’Atm, Claudio Conte, ha diramato un ordine di servizio rivolto ai responsabili d’area dell’azienda, a proposito del personale libero dal servizio per mancanza di bus e/o tram. Scrive Conte: “In caso di mancanza di bus e/o tram, i responsabili d’area devono provvedere ad impiegare il personale di linea nelle restanti mansioni che il contratto collettivo nazionale di lavoro prevede per i conducenti di linea (plurimansioni) ove di utilità per l’azienda ed ove tecnicamente procedibile”.

Diversamente – prosegue Conte – “il personale in esubero deve essere collocato d’ufficio fuori servizio. Quanto sopra quale ovvia conseguenza del fatto che non può corrispondersi una retribuzione in mancanza di una prestazione. La presente disposizione deve estendersi anche al restante personale, con l’unica variante che la mansione alternativa a cui impiegare il personale in esubero dovrà essere di volta in volta concordata con il sottoscritto”.