Il legale: “La gestione Manna non c’entra”. L’ex dg Conte: “Io, novello Robin Hood”

Scoppiano le polemiche dopo il rigetto della richiesta di costituIone di parte civile dell’Atm da parte del giudice monocratico Pagana che si sta occupando di uno dei tanti tronconi processuali relativi alla mala gestio dell’azienda di via La Farina. Costituzione richiesta alla prima udienza utile per il neo legale dell’Atm, l’avvocato Vittorio Di Pietro, incaricato dal commissario Domenico Manna di occuparsi del processo. Il legale ci tiene quindi a precisare che se qualche udienza è trascorsa “infruttuosamente”, non è stato certo per scelta dell’attuale gestione, e che non era certo lui a ricoprire l’incarico, in precedenza. Riceviamo e pubblichiamo quindi, di seguito, la lettera del legale, che ricostruisce accuratamente tutti i passaggi. Vi fanno seguito le dichiarazioni dell’ex direttore generale Claudio Conte.

• Il sottoscritto legale è divenuto, per la prima volta, componente del Collegio di Difesa dell’ATM solamente in data 6 novembre 2013 (Delib. Comm. N. 130) con il mandato di valutare e apprestare le opportune difese dell’Azienda in sede penale.
Quindi, deve evidenziarsi che, né alla data del 24/06/2013 – individuata dal Giudice Monocratico quale termine ultimo per la regolare costituzione di parte civile – né alle udienze precedenti a quella odierna – l’ultima delle quali si è tenuta il 25/10/2013 – lo scrivente era stato investito da alcun incarico legale dall’Azienda.
Pertanto al sottoscritto non può addebitarsi alcun comportamento negligente in ordine alla dichiarata tardività della costituzione di parte civile.
Parimenti, alcuna omissione può essere ascritta all’attuale Commissario Speciale, Ing. D. Manna, che si è insediato in data 2/07/2013 e quindi successivamente all’udienza del 24/06/2013 in cui sarebbe stata ammissibile – secondo la opinabile valutazione del Giudice Monocratico, difforme rispetto al prevalente orientamento giurisprudenziale – la costituzione di p.c. e che è venuto a conoscenza della pendenza del giudizio interessato solo di recente, grazie alle inchieste interne attivate su impulso dello stesso, atteso che nel procedimento oggetto dell’articolo giornalistico l’ATM non è stata formalmente individuata dalla A.G. come persona offesa dal reato e conseguentemente non è stata destinataria di alcuna comunicazione giudiziaria.

L’avvocato Di Pietro sottolinea infine un altro aspetto: ” la decisone adottata dall’A.G. penale non pregiudica assolutamente l’attivazione di procedure risarcitorie nella naturale sede civile, per i fatti illeciti contestati ai dipendenti dell’Azienda”.

“La questione giuridica in effetti è un poco più complessa” interviene Claudio Conte: “l’Atm non era neppure stata individuata dal giudice come parte offesa” “Ed anche nel mio caso, ad esempio – precisa il direttore generale – le ipotesi di condotte illecite ai danno dalla Regione avanzate dalla Procura non erano rappresentate come da me perpetrate per intascare personalmente un qualche vantaggio, ma per far ottenere quei soldi all’Azienda. Insomma, io sarei un novello Robin Hood che ha rubato ai ricchi per dare ai poveri, in questo caso i dipendenti dell’Atm”.