«Università di Messina: situazione insostenibile. Necessario ripristinare la democrazia»

Il prossimo 29 febbraio scadranno i 120 giorni concessi al MIUR dalla Legge n. 240 del 2010, meglio conosciuta come Riforma Gelmini, per presentare eventuali osservazioni al nuovo Statuto dell’Università di Messina, adottato dal Senato accademico lo scorso 29 ottobre. «Le osservazioni ci saranno», assicura il segretario nazionale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, che sul “caso” Messina ha inviato una lettera direttamente al ministro dell’Università, Francesco Profumo. «Dagli uffici del Ministero – continua Sinopoli – ci hanno fatto sapere che lo Statuto di Messina è sotto osservazione». Questione di giorni, quindi, e si consoceranno le “obiezioni” mosse da Roma all’atto che ridisegna la struttura dell’Università di Messina in base ai dettami della legge Gelmini e che, così come approvato dagli organi di governo locale, consentirebbe all’attuale rettore , Francesco Tomasello, di restare in carica sino al 2013 grazie all’anticipazione della data di inizio dell’anno accademico, sancita nel nuovo statuto, come ha più volte sottolineato Tomasello – in virtù del principio di autonomia di cui godono le Università italiane . E proprio su questa autoproroga, ma anche su quella del 2010, la Flc Cgil ha stilato un documento pesantissimo che segue la lettera inviata al ministro Profumo , pubblicato sul sito nazionale ma stranamente non divulgato a livello locale.

Di seguito il testo integrale del documento, in cui il sindacato evidenzia le numerose “anomalie” che caratterizzano l’attività dell’Università messinese ed invoca interventi da parte del Ministro Profumo per ripristinare la democrazia:

«Nel corso del 2010, il Senato Accademico, su proposta del Rettore, ha adottato alcune modifiche allo Statuto d’Ateneo, inserendo tra l’altro una norma di autoproroga degli organi accademici .Numerosi docenti hanno proposto ricorso in opposizione all’autoproroga presso il Ministero che, in sede di controllo ha respinto la proposta di modifica. Il Senato tuttavia ha comunque emanato la norma in parola, permettendo al Rettore e alla maggior parte dei Presidi in carica, in naturale scadenza al 31 ottobre 2011, di autoprorogarsi analogamente ai direttori di dipartimento. La nuova norma contenuta nello Statuto è stata impugnata da parte di alcuni docenti dinanzi al T.A.R. di Catania che ha accolto tutti i motivi di ricorso».

«Entrata in vigore la Legge n. 240 del 2010, l’Ateneo di Messina, pur in regime di autoproroga, ha avviato i lavori per la modifica dello Statuto. Reso pubblico il testo del nuovo Statuto si è scoperto che l’Anno Accademico avrà inizio il primo ottobre di ogni anno (non più, quindi, il primo novembre) per terminare il 30 settembre e poi che le norme statutarie sono retroattive. Dal combinato delle due norme discende che, dopo l’entrata in vigore dello Statuto la data di adozione dello Statuto, ossia il 29 ottobre 2011, sarà considerata retroattivamente come appartenente all’A.A. 2011/12, sicché il Rettore potrà ritenere applicabile la proroga nella carica. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria sospensione della democrazia e al tentativo di rinviare oltre il termine di legge la possibilità per il corpo elettorale di esprimersi».

«Inoltre, ricordiamo che lo stesso Rettore è stato coinvolto in una serie di inchieste giudiziarie, che hanno portato alla sospensione dalla carica per ben due volte. Pertanto ci aspettiamo che il Ministro metta in atto tutti quegli interventi che, impedendo proroghe oltre ogni limite previsto dalla legge, consentano agli elettori di poter ritornare ad esprimersi liberamente, e per questo restituire prestigio ad un Ateneo che non può vedere confuso il suo destino con quello del Prof. Tomasello».