Un Gran Premio ad ostacoli per celebrare la memoria di Alfio Ragazzi

E’ il 12 novembre 2003.

A Nassiriya sono le 10.40. Un camion cisterna pieno di esplosivo si avvicina alla base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri. Pochi secondi, poi l’esplosione. E’ una strage. Nell’attentato perdono la vita 19 italiani.

Alfio Ragazzi, allora, aveva solo 39 anni ed era il maresciallo aiutante.

Nato a Messina nel 1985, la sua carriera nell’Arma era cominciata prestissimo. Dalla Stazione Carabinieri di Cariati alla Compagnia di Lamezia Terme, dalla Stazione di San Pietro Maida al R.I.S. di Messina, nel 1992, dove la sua passione per le indagini balistiche gli aveva permesso di raggiungere risultati di assoluto rilievo, fino all’Antica Babilonia, la missione nella lontana Nassiriya dell’Iraq.

Quel 12 novembre 2003, Alfio si trovava alla base, ed è stato proprio lì, nella guerra della terra asiatica, che Ragazzi ha sacrificato la sua vita, insieme ad altri undici militari dell’Arma dei Carabinieri, a cinque militari dell’Esercito Italiano e a due connazionali civili.

Questa mattina, nel villaggio di Larderia, un Gran Premio di salto ad ostacoli a cavallo ha ricordato e celebrato il suo valore, la sua storia e la sua memoria.

Tiziana Montalto, moglie di Alfio, era lì, presente ed organizzatrice dell’evento.

Vi erano tutti, autorità civili e militari, comandanti, colonnelli, insegnati ed alunni della scuola elementare di Briga Marina. Tutti uniti nel non voler dimenticare il valore del nostro Caduto.

Veronica Crocitti

@VCrocitti