Nulla di fatto per l’integrazione oraria dei precari comunali, si resta nel limbo

Oggi doveva essere il giorno della tanto attesa e discussa delibera per l’integrazione oraria dei precari. Lo aveva promesso lo scorso lunedì il segretario generale Antonio Le Donne accanto all’assessore Nino Mantineo che era stato costretto a sospendere un atto che era già pronto da giorni per un’osservazione dei Revisori dei Conti. Osservazione che sembra essere diventatati la causa del limbo in cui sono finiti in questi giorni i circa 300 precari comunali, compresi quelli che fanno parte della Polizia municipale, che così resterebbero con 18 o 24 ore. Questi giorni dovevano servire per chiarire tutti i dubbi e sgomberare il campo dall’ipotesi di sforare il tetto di spesa previsto dalla legge, così però non è stato e la giornata di oggi si è praticamente chiusa con un nulla di fatto. La delibera non è stata neanche stata trattata in giunta, i revisori dei conti sono rimasti fermi sulla loro posizione, sostenendo cioè la necessità di verificare il rispetto dei parametri previsti dalla legge per il costo del personale con riferimento agli anni 2013-2014 per evitare di andare fuori budget come pare potrebbe accadere, i precari dovranno attendere almeno domani.

Durissima la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè che attacca proprio i revisori dei conti definendo “inaccettabile” la loro posizione. “Non hanno tenuto conto neanche della circolare emanata nei giorni scorsi dall’Assessorato regionale al Lavoro che con ulteriore circolare del 3 marzo al riguardo ha fornito ulteriori indicazioni che chiarisce:

-l limití previsti dall'articolo 9, comma 28, del decreto legge 3Ì maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni, possono essere derogati limitatamente alla proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato stipulati dalle regioni a statuto speciale, nonché dagli enti territoriali compresi nel territorio delle stesse, a valere sulle risorse finanziarie aggiuntive appositamente rindividuate dalle medesime regioni attraverso misure di revisione e razionalizzazione della spesa corrente dagli organi di controllo interno.

-Sono fatte salve le disposizioni previste dall'articolo 11, comma 2 -ter, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. Ì22, per consentire I'attuazione dei processi di stabilizzazione in ogni caso nel rispetto del patto di stabilità interno. A tal fine gli enti territoriali delle regioni a statuto speciale calcolano il complesso delle spese per il personale al netto dell'eventuale contributo erogato dalle regioni, attribuite nei limiti dei risparmi di spesa realizzati q seguito dell'adozione delle misure di razionalizzazione e revisione della spesa di cui al primo periodo”.

Dunque per la Fp Cgil non ci sarebbe alcun vincolo all’integrazione oraria per i precari di Palazzo Zanca. Domani ci sarà un nuovo vertice per trovare intanto una soluzione tampone in attesa di ulteriori verifiche e confronti. L’ipotesi è di attribuire l’integrazione oraria per un mese, una tregua che, secondo Clara Crocè, consentirebbe alle Organizzazione Sindacali d’intervenire presso la Regione e con gli stessi revisori dei conti. Per questo motivo la Fp Cgil ha chiesto alla presidente del consiglio comunale Emilia Barrile di intervenire. “Il problema dei precari dev’essere affrontato da tutti. E’ necessario dare ristoro a 300 famiglie e nelle stesso tempo garantire i servizi all’utenza”.

Immediata anche la reazione di Cisl e Uil. I segretari delle Funzioni Pubbliche dei due sindacati, Calogero Emanuele e Pippo Calapai, hanno immediatamente indetto una nuova assemblea dei lavoratori per il prossimo lunedì. Se domani non arriverà una buona notizia anche la prossima settimana sarà incandescente per Palazzo Zanca.

F.St.