Il Consiglio boccia la rinegoziazione dei mutui, Signorino non ha convinto l’aula

Rinegoziazione dei mutui saltata. L’operazione che l’assessore Guido Signorino ha riproposto ieri sera al Consiglio comunale evidentemente non ha convinto l’aula che si è spaccata sul voto. In 9 hanno votato contro, in 4 si sono astenuti e 8 sono stati invece i consiglieri che hanno provato a dare il via libera a questa delibera che l’amministrazione aveva inizialmente proposto come soluzione per coprire il buco dei servizi sociali, che era stata poi ritirata dopo un affondo durissimo della consigliera Nina Lo Presti e che alla fine è tornata in aula per trovare un no che per l’assessore Signorino dev’esser stato pesante mandar giù. La proposta che il vicesindaco era tornato a proporre prevedeva la rimodulazione di 39 mutui da circa 58 milioni di euro attraverso l’opportunità offerta dalla Cassa Depositi e Prestiti che lo scorso 7 novembre ha inviato a tutti gli Enti locali una circolare con cui si illustravano dettagli e requisiti per poter beneficiare di questa possibilità (vedi articoli correlati). L’assessore Signorino ha provato a cogliere al volo quella che fin da subito ha presentato come l’opportunità per avere già per questo 2014 due milioni di euro li liquidità e in totale circa 18 milioni nel giro dei prossimi dieci anni, da spendere in investimenti e per estinguere mutui già contratti. La pecca, rilevata da molti consiglieri, era l’esagerata dilazione nel tempo di questi mutui che con la rinegoziazione sarebbero stati portati fino al 2029, 2034, 2039, e addirittura 2044.

Ma il vicesindaco ci ha provato fino alla fine, ha chiesto anche all’esperto Giuseppe Cannizzaro di spiegare in commissione Bilancio tutti i dettagli dell’operazione, in modo da rispondere a dubbi e interrogativi dei consiglieri che, come al solito, in pochissimi giorni hanno dovuto decidere il da farsi perché i termini per poter accedere alla rinegoziazione scadevano ieri a mezzanotte.

Tra i 21 presenti in aula, a dire no al provvedimento sono stati Nina Lo Presti, Gino Sturniolo, Piero Adamo, Nino Interdonato, Daniele Zuccarello, Santi Sorrenti, Daniela Faranda, Nino Carreri e Nicola Crisafi. Per Sturniolo e Lo Presti il motivo è rimasto legato soprattutto alla necessità di non lasciare macerie e debiti a quelli che verranno dopo, visto che chi c’è oggi ha trovato la stessa situazione ed è diventato ormai un cavallo di battaglia. L’ex consigliera di CMdB ha però aggiunto che, nonostante gli elementi aggiunti in questo secondo atto, al documento mancavano ancora dettagli importanti, come la dimostrazione dell’effettiva convenienza di ogni singola rinegoziazione inserita in delibera. Non si è fatto convincere neanche Piero Adamo, dubbioso soprattutto per il fatto che in delibera non si chiarisce quali potranno essere gli investimenti da sostenere nei prossimi dieci anni con i 18 milioni che si avranno a disposizione grazie all’abbassamento delle rate semestrali dei 39 mutui.

Hanno scelto la via dell’astensione Giuseppe Santalco, Pippo De Leo, Donatella Sindoni e la presidente Emilia Barrile. Un’astensione che soprattutto per i primi due aveva più il sapore della sonora bocciatura. Santalco non ha perso l’occasione per puntare il dito contro l’impostazione finanziaria data dall’amministrazione alle vicende del Comune di Messina, definita “un po’ pressapochista e non idonea ad affrontare le vere emergenze della città e i veri nodi del Comune. Santalco ha fatto intuire di essere pronto a parlare di sfiducia, per quanto riguarda i mutui ha espresso dubbi sui tassi che in quasi tutti i casi si rivelano superiori a quelli attuali, perplessità su quello che potrebbe essere il giudizio della Corte dei Conti che sta con il fiato sul collo sul Comune di Messina, timori per come verranno effettivamente impiegati i soldi. De Leo è rimasto invece convinto che questa operazione non avrebbe portato alcun ossigeno al Comune e alla sua situazione economica.

Neanche l’appello di Signorino lanciato durante il dibattito è riuscito a convincere i contrari che alla fine hanno fatto cadere la delibera: “Penso che se tutti noi siamo qui è perché riteniamo che sia possibile lavorare per far crescere la città. Dobbiamo fidarci della nostra capacità. Questo è uno strumento che ci consente di programmare investimenti e sarà sempre il Consiglio a decidere sotto iniziativa dell’amministrazione così si farà e dove verranno destinati i soldi. E non è vero che lasceremo un’eredità pesante a chi verrà dopo. I futuri Consigli sono già impegnati in rate di mutuo più onerose di quanto lo sarebbero con la rinegoziazione. In questo modo possiamo lasciare un minor numero di mutui e debiti o la possibilità di contrarre di nuovi mutui per investimenti perché nel frattempo ne chiuderemo altri, aumentando la capacità di indebitamento dell’Ente”.

Sono invece riusciti a vedere la bontà dell’operazione gli 8 consiglieri che hanno detto sì: Antonella Russo, Simona Contestabile, Francesco Pagano, Nicola Cucinotta, Ivana RIsitano, Lucy Fenech, Elvira Amata e Carlo Abbate. In questo caso però l’unione di Pd, un pezzo di Dr e CMdB non ha fatto centrare all’amministrazione l’obiettivo di avviare questa rinegoziazione. Non è passata neanche inosservata l’assenza di alcuni “big” che questa volta sono mancati facendo sentire, soprattutto all’assessore Signorino, la loro assenza. Totalmente assente l’Udc, come anche il capogruppo Pd Paolo David e tutta Forza Italia, compreso Pippo Trischitta.

Stavolta dunque niente da fare, l’amministrazione ha incassato una batosta mentre il Consiglio ha deciso di rinunciare a quella che da molti era stata letta come un’opportunità. Adesso sgomberato il campo da servizi sociali e mutui ci si dovrà riconcentrare sul bilancio consuntivo. Oggi e domani, alle 12, sedute straordinarie della Commissione Bilancio, l’obiettivo è riuscire ad esitarlo in tempo per arrivare in aula per la seduta fissata per il prossimo martedì alle 11.

Francesca Stornante