Beni Comuni. Gli studenti del La Farina vicini ai ragazzi del “Pinelli”

“L'incontro con il professore Salvatore Settis, organizzato dalla scuola, ci ha spinto ancora di più nella direzione del bene comune, già intrapresa da alcuni anni, testimoniando così la vicinanza istituzionale a queste tematiche e l'impegno per la costruzione di una scuola diversa, partecipata e democratica”. Ad affermarlo sono i rappresentanti degli studenti del liceo La Farina, che hanno riaperto un’aula autogestita con l’intesa di tutte le componenti scolastiche.

Al di là degli impegni strettamente scolastici, gli alunni si stanno già occupando della tomba di Giuseppe La Farina e della piazzetta Crisafulli, in via XXIV maggio, nei pressi della scuola. “Ma soprattutto – affermano – partecipiamo attivamente al movimento studentesco e alle vicende della nostra città. Per questo lanciamo un invito ad avviare iniziative simili in tutte le scuole, che fungano da aggregante sociale, che diventino luoghi di discussione e centri nevralgici dell'impegno sociale, che facciano cultura ma che curino ancora di più l'Azione Popolare di cui parla il professor Settis, non chiudendosi in sé stesse ma aprendosi alla città”.

Dopo la creazione del Comitato Studentesco, le occupazioni, la lotta sul contributo volontario e l'aula autogestita, è partita anche la prima attività, ossia il gruppo di ascolto, luogo di discussione dove ai grandi temi si affianca la sfera privata nell'ottica di una crescita interiore comune e nella necessità di ascoltare e farsi ascoltare, del confronto.
Durante l’occupazione, gli studenti hanno incontrato le istituzioni comunali e i ragazzi del Teatro “Pinelli”. Da qui, la domanda: “Perché da un lato veniamo spinti dalle istituzioni nelle nostre istanze e dall'altro vediamo le stesse venire soppresse in altri luoghi con altre persone? Non era forse il Teatro Pinelli manifestazione viva e concreta del Bene Comune, dell'autogestione e dell'autonomia, caposaldo dell'Istruzione italiana? Non vogliamo credere che coloro che ci dovrebbero proteggere e guidare possano rendersi artefici di uno sgombero di questo genere”.

Gli studenti del La Farina sono dunque vicini ai ragazzi del “Pinelli”, “nella speranza che torni a svolgere la propria funzione di centro culturale, aggregativo e politico, che torni cioè ad essere la realtà che proviene dai nostri sogni e che anche a scuola stiamo cercando di realizzare”.