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Autonomia ed ex Province: è tutto scritto nell’intesa Regione-Stato di dicembre. Basta applicarla

L’accordo è stato siglato a dicembre tra il ministro dell’economia Tria ed il presidente della Regione Sicilia Musumeci.

E’ un accordo “riparatore” che mitiga i “danni” di quanto fatto dai precedenti governi con le intese del 2014 e nello stesso tempo è un piccolissimo inizio rispetto a quell’autonomia prevista dallo Statuto speciale siciliano e rimasta nei cassetti per decenni.

Quel che interessa oggi approfondire è la parte relativa al prelievo forzoso ed alle ex Province (ovvero Liberi Consorzi e Città Metropolitane di Messina, Catania e Palermo).

La prima parte dell’accordo riguarda il contributo che la Regione Sicilia dovrà versare alla finanza pubblica e che viene ridotto dai 1.304,945 milioni di euro per l’anno 2018 alla cifra di 1.001 milioni di euro annui dal 2019 (in applicazione alle sentenze della Corte Costituzionale). In cambio la Regione ritira i ricorsi contro lo Stato pendenti davanti alla Consulta in materia di finanza pubblica.

Limitiamoci però ad indicare le parti relative all’autonomia finanziaria ed alle ex Province, che sono sull’orlo del dissesto (Siracusa lo ha già dichiarato)

Lo Stato e la Regione Siciliana concordano di approvare le norme di attuazione dello Statuto siciliano in materia finanziaria entro il 30 settembre 2019, con effetti a partire dall’anno 2020, previa individuazione della copertura finanziaria ove necessaria. Entro il 30 settembre 2019, il Governo si impegna a trovare adeguate soluzioni per il sostegno ai liberi consorzi e città metropolitane della regione Siciliana, al fine di garantire parità di trattamento rispetto alle Province e città metropolitane del restante territorio nazionale e di favorire l’equilibrio dei relativi bilanci, nonché a considerare le misure di coesione e di perequazione infrastrutturale, previa individuazione di copertura finanziaria ove necessaria”.

In parole povere si individua la strada di un’equità di trattamento con le altre ex Province d’Italia. Principio approfondito nel passaggio successivo, con il quale Stato e la Regione si impegnano ad individuare modalità di attribuzione del gettito dell’imposta di bollo che garantiscano la neutralità finanziaria.

Mentre Lombardia, Piemonte e Veneto già dal 15 febbraio veleggiano verso l’autonomia differenziata noi, probabilmente, riusciremo ad ottenere brandelli di quanto stabilito dallo Statuto speciale sin dal ’46.

Al fine di favorire l’insediamento di imprese e cittadini europei ed extraeuropei nel territorio della Regione Siciliana, Stato e Regione si impegnano a verificare la possibilità di individuare forme di fiscalità di sviluppo, con le modalità indicate nei tavoli appositamente istituiti in materia di autonomia finanziaria regionale, fiscalità locale e condizione di insularità.

Lo Stato e la Regione Siciliana si impegnano a definire entro il 31 gennaio 2019 i contenuti del Decreto del ministero dell’economia e delle finanze per l’individuazione delle modalità di attribuzione dell’IVA alla Regione Siciliana.

Lo Stato riconosce alla Regione un trasferimento di 540 milioni di euro da destinare ai liberi consorzi e città metropolitane per le spese di manutenzione straordinaria di strade e scuole, da erogare in quote di euro 20 milioni annui per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e di euro 100 milioni annui per ciascuno degli anni dal 2021 al 2025.

Le restanti parti dell’accordo riguardano la riqualificazione della spesa ed inoltre l’obbligo a carico della Regione siciliana di destinare ai liberi consorzi del proprio territorio 70 milioni di euro annui aggiuntivi rispetto al consuntivo 2016, in base all’accordo tra il Governo e la Regione siciliana sottoscritto il 12 luglio 2017.

Stando a quanto si legge quindi i rapporti tra Stato e Regione Sicilia dovrebbero essere ribaltati rispetto agli anni scorsi.

Occorre però vedere come dalle parole si passerà ai fatti (la prima scadenza era quella del 31 gennaio ad esempio) e come la Sicilia saprà sfruttare l’opportunità di smettere di elemosinare e guardare solo ai privilegi di pochi e mutare il proprio approccio con i temi dello sviluppo e dell’autonomia.

Rosaria Brancato