CapitaleMessina: “Le speranze su Gioia Tauro ridotte al lumicino”

CapitaleMessina, ancora una volta, interviene sulla questione dell'accorpamento delle Autorità Portuali di Messina e Gioia Tauro, riportando quando sostenuto il 28 aprile, durante una conferenza nella cittadina calabrese, da numerosi studiosi che, analizzando la situazione del porto di Gioia Tauro, non possono che prevedere un futuro cupo per il destino dello scalo merci.

Con la soppressione dei finanziamenti per la linea ferroviaria ad alta capacità sembra che il Governo abbia deciso di lasciare il porto di Gioia Tauro nelle mani dei monopolisti che gestiscono il porto e possono decidere di abbandonarlo al suo destino quando lo ritengano conveniente. Mercoledì infatti si terrà al Ministero delle Infrastrutture un vertice con gli amministratori delle società MSC, gli armatori che portano con le loro navi i container a Gioia Tauro, e Contship che gestisce il terminal container del porto, per decidere sull'esubero dei portuali calabresi. Gianluigi Aponte, fondatore e proprietario della MSC, è lo stesso che non più di 10 giorni fa dichiarava in una lettera al Ministro Delrio: "un altro sciopero e lascio Gioia Tauro".

Domenico Marino, professore associato di politica economica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, intervenuto durante la conferenza del 28 del mese scorso, arriva a sostenere: "Guardando lo scenario del settore del trasporto containerizzato non possiamo non constatare che le probabilità che nel 2030 il porto Gioia Tauro sia ancora attivo sono ridotte al lumicino". Marino definisce la ZES, il progetto di Zona Economica Speciale al quale si affidano le speranze di rilancio dello scalo calabrese: " una bufala colossale. Perché, come è chiaro a chi ha un minimo di conoscenze sul funzionamento dell’UE, la ZES non può violare le norme europee sulla concorrenza e sugli aiuti di stato. Essa, quindi, non può riguardare gli investimenti delle grandi imprese, non può prevedere vantaggi fiscali se non molto limitati, non può in sostanza derogare dalle regole del “de minimis”.

Dalle previsioni di questi studiosi, quindi, se il Governo non interverrà in modo concreto per il rilancio e la tutela del Porto di Gioia Tauro, le previsioni di chiusura della struttura saranno sempre più concrete. E alla luce del prossimo accorpamento delle Autorità Portuali di Gioia Tauro e Messina, il futuro del nostro porto sembra legato inesorabilmente a quello della città calabrese, che se affonderà trascinerà anche noi con lei.