Autostrade. L’Orsa: “Regione e Cas diano risposte ai siciliani”

Asfalto dissestato, buche (vere e proprie voragini), gallerie al buio, colonnine S.O.S. guaste, automatismi telepass e casse automatiche obsoleti, lunghe file ai caselli per carenza di personale: questo è lo stato di salute attuale delle autostrade gestite dal CAS in Sicilia, la concessionaria autostradale che gestisce la Messina – Palermo, la Messina – Catania e un tratto della Siracusa – Gela per un totale di circa 300 km. Chilometri che presentandosi in uno stato di degrado, insieme anche ad una cattiva e poco trasparente gestione del personale, hanno suscitato le rimostranze del sindacato OR.S.A., che si condensano in quattro quesiti che i sindacalisti hanno voluto indirizzare al CAS.

"La politica e la dirigenza del CAS – scrivono i sindacalisti – diano delle spiegazioni ai siciliani, rispondendo a 4 domande:

– a quale altro capitolo di spesa sono stati destinati i fondi alla manutenzione dell’infrastruttura (pari al 33% annuo) negli ultimi dieci anni; si evincerà dai bilanci?

– perché il Consorzio Autostrade Siciliane continua ad essere multato dall’ispettorato del Lavoro di Messina per l’abuso del ricorso al lavoro straordinario e la violazione di leggi e norme che tutelano la salute dei lavoratori (ricordiamo la multa di otto milioni di euro del 2010 e quella più recente di oltre un milione del 2016)? Sono i nostri soldi che vengono sperperati per pagare straordinari e multe;

– secondo quali criteri è stato trasferito il personale in mobilità da altri enti al CAS e da quale bando di evidenza pubblica questo si può evincere?

– come può la dirigenza del CAS permettere la revoca di € 1.092.714,23 per la mancata realizzazione di progetti finanziati? forse il CAS naviga nell’oro?"

Domande scomode e pungenti, dunque, che arrivano anche in un momento delicato per il CAS, i cui vertici sono stati recentemente coinvolti nell'inchiesta Tekno portata avanti congiuntamente dalla DIA di Catania e di Messina, con accuse di appalti truccati e compensi gonfiati, per un totale di 56 indagati di cui 12 già sottoposti a misure cautelari. Questa situazione chiama in causa anche la Regione, ed in modo particolare l' assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Siciliana, Giovanni Pistorio, che dovrebbe render conto del suo ruolo di controllo ed indirizzo nei confronti dell'ente autostradale.

"Infine, vogliano comprendere – concludono i sindacalisti – che tutto quanto sopra descritto è configurabile con il concetto di inadeguatezza e incompetenza, ed è abbastanza per chiedervi, sempre cortesemente, di rassegnare immediatamente le dimissioni".