cronaca

Avvocata in ritardo all’udienza, il giudice l’apostrofa in malo modo

MESSINA- E’ accaduto a Napoli ma la protagonista è una nota penalista di Messina: un lieve ritardo causato da altra concomitante udienza scatena l’ira del giudice che “denigra e offende pubblicamente il difensore, il suo onore e la sua professionalità”, racconta l’avvocata Daniela Agnello.

E’ successo venerdì sei maggio. In occasione di un’ordinaria udienza pubblica innanzi a una sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli, l’avvocata Agnello avrebbe dovuto collegarsi da remoto, alle ore 9.30 circa, per la trattazione dell’udienza relativa ad un complesso ricorso tributario proposto nell’interesse di una società multinazionale. Contestualmente era però impegnata in altra udienza telematica già celebrata ma in attesa di chiusura del verbale d’udienza. Il suo collega co difensore ha fatto perciò presente alla Commissione il ritardo di qualche minuto.

Una spiegazione che non sarebbe piaciuta al presidente della Commissione, che è andato avanti col co difensore e, quando la Agnello si collega, l’avrebbe definita più volte “Scorretta e maleducata”, alla presenza degli altri giudici componenti la Commissione provinciale, del segretario di cancelleria, dei funzionari dell’ADM e i colleghi difensori impegnati nella medesima controversia. La penalista messinese ha preteso le scuse ed ha chiesto che venisse verbalizzato tutto l’accaduto, chiedendo al giudice di astenersi da tutte le cause in cui lei è presente “per assenza di terzietà e imparzialità del giudice.”

Più che l’offesa in sé, per la legale messinese è una vicenda degna di riflessione: “Riassume la condizione in cui talvolta si trovano gli avvocati nell’esercizio della loro funzione. Una posizione ritenuta secondaria, subordinata e sulla quale risulta prevaricante lo strapotere attribuito alle altre parti processuali. Una vicenda di inaudita gravità che offende la dignità professionale dell’avvocato, spesso, troppo spesso, svilita e mortificata.”

“L’auspicio è che si possa raggiungere in tutte le sedi giudiziarie un reale equilibrio ma soprattutto un eguale rispetto per tutti i protagonisti della giurisdizione, nella reciproca stima dei ruoli, consentendo a ciascun attore della dinamica processuale di esercitare i propri diritti e poteri, le specifiche prerogative con equilibrio e moderazione, nell’interesse superiore della giustizia.”, si augura l’avvocata Agnello.