Assenteismo allo Iacp, il PM ribadisce le 81 richieste di rinvio a giudizio e l’esclusione del falso

Si è conclusa con la nuova richiesta di rinvio a giudizio per gli 81 indagati la prima giornata dell’affollata udienza preliminare dell’inchiesta sull’assenteismo allo IACP che a dicembre portò all’arresto di quattro persone. Il PM Antonio Carchietti ha ribadito al gup Daniela Urbani la richiesta che tutti gli indagati finiti nella rete della Guardia di Finanza vengano processati. Carchietti ha chiesto la conferma del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e l’esclusione per tutti del reato di falso ideologico. Il gup Urbani deciderà nella prossima udienza fissata per il 5 giugno.
L’inchiesta delle Fiamme Gialle fece scalpore. Su 96 dipendenti dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina, 81 erano assenteisti.. Quattro di loro a dicembre finirono ai domiciliari perché si sono assentati per oltre 12 ore dal posto di lavoro. Uno dei quattro arrestati ha cumulato 90 ore di assenza in un solo mese. Due settimane intere. Per 54 dipendenti scattò l’obbligo di firma nella caserma dei Carabinieri. Altri 23 furono denunciati a piede libero per essersi assentati ingiustificatamente per meno di due ore e mezzo. Le indagini, avviate nel gennaio dell’anno scorso e concluse a settembre hanno preso in esame 35 giorni lavorativi a partire dal 14 febbraio 2012. Una telecamera nel locale dove c’erano i lettori dei badge ha accertato come i dipendenti, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo a questi di arrivare in ritardo, andare via in anticipo dal posto di lavoro, o uscire per dedicarsi a faccende personali. C’era chi andava al bar, altri passeggiavano per le vie dello shopping insieme ai colleghi. In altre occasioni la pausa per il pranzo, fissata in 30 minuti, durava oltre due ore e qualcuno, dopo il pranzo, sceglieva di non tornare del tutto dietro la scrivania