La giunta Crocetta vara la norma anti-parentopoli

L’ha detto e l’ha fatto. Persino subito, in tempo reale. Crocetta fa sul serio e se qualcuno pensava che subito dopo l’elezione sarebbe “passato a più miti consigli” si sbagliava di grosso. Ieri mattina il Presidente ha annunciato la norma anti-parentopoli negli enti e in nottata la giunta l’ha messa su carta. Il governo regionale in poche ore dallo scandalo formazione ha approvato un disegno di legge anti-parentopoli che prevede l'incompatibilita' per i politici negli enti.

Dopo la trasmissione Report che ha messo a nudo un sistema, quello della formazione, divenuto bacino clientelare nonché ufficio di collocamento per i parenti di politici e deputati, Crocetta aveva denunciato “è un sistema insopportabile dal punto di vista morale e politico” , dando mandato agli uffici di bloccare i pagamenti agli Enti riconducibili ai deputati e annunciando una norma per l’incompatibilità “in Sicilia esiste persino per i consiglieri del paesino più sperduto, ma non per assessori e deputati. Adesso ci pensiamo noi”. L’ha detto e l’ha fatto, varandola in nottata.

Il disegno di legge, che adesso dovrà passare all’esame dell'Ars, prevede: "è incompatibile con la carica di deputato regionale chi ha ascendenti o discendenti, parenti o affini fino al secondo grado, che hanno in essere con l'amministrazione regionale contratti di appalti o concessioni di lavori, forniture o servizi, oppure che godano di contributi, sussidi o garanzie a qualsiasi titolo da parte della Regione, fatti salvi contributi, sussidi o garanzie che discendano da leggi di tutela della persona e della famiglia".

La norma prevede inoltre che "l'incompatibilita' opera anche nel caso in cui l'ascendente o il discendente, il parente o affine fino al secondo grado, ricopra all'interno della societa' o ente privato che ha in essere con l'amministrazione regionale contratti di appalti o concessioni di lavori. L’incompatibilita' opera anche in relazione al socio occulto. Resta da capire anche la posizione in tema d’ineleggibilità. La proposta varata dalla giunta Crocetta naturalmente riguarda anche gli assessori regionali e prevede, in caso di violazione che “gli atti posti in esser siano nulli”.

Già ieri il governatore aveva annunciato la creazione di una task force che vigili sui soldi della Regione, ovvero sui metodi e canali di distribuzione delle risorse, includendo anche quelle comunitarie per le quali sono a Palermo gli ispettori dell’Ue. Sotto i riflettori non solo gli Enti di formazione, ma anche i rapporti tra società private e le partecipate della Regione.

Sull’incompatibilità è intervenuto anche il segretario provinciale del Pdci di Messina Antonio Bertuccelli, che ha invitato Crocetta “ad avviare la procedura, prevista dalla L.R. 22 del 2007, che dichiari incompatibile la carica di Deputato Regionale con chi ricopre una funzione di preminente interesse negli Enti in questione. Al Presidente Crocetta diciamo che non è “rivoluzione” solamente bloccare i finanziamenti agli enti che fanno riferimento a politici. Bisogna che si applichi la legge che prevede, che “i deputati regionali non possono ricoprire cariche, né esercitare funzioni di amministratore, presidente, liquidatore, sindaco o revisore, direttore generale o centrale, consulente legale o amministrativo con contratto di carattere continuativo in associazioni, enti, società o imprese che gestiscano servizi di qualunque genere per conto della Regione o di enti regionali. Stiamo valutando l’ipotesi di perseguire tutte quelle azioni legali (ad esempio ricorso all'azione popolare) e sociali che abbiano come finalità il ripristino della legalità”.

Entusiasta della norma il deputato regionale Franco Rinaldi, Pd, intervistato da Report proprio a proposito dei familiari (suoi e di Genovese) che lavorano negli Enti di formazione nei quali lo stesso deputato è presente: “Esprimo apprezzamento e condivido pienamente la proposta del presidente Crocetta finalizzata ad estendere all'ARS la normativa in materia di ineleggibilità ed incompatibilità e sarò il primo a sostenerla. Presentarla in aula al più presto servirà ad allontanare pretestuosi sospetti ed a far emergere le reali intenzioni riformatrici di tutti. Restano ora da risolvere questioni serie che riguardano il destino di diecimila lavoratori della formazione. Di questo dobbiamo continuare a preoccuparci seriamente."

Adesso la norma anti-parentopoli passerà al vaglio dell’Ars dove resta da vedere quanti la sosterranno. Se sul M5S non ci sono dubbi, anzi, la norma rientra proprio nello spirito portato avanti dal movimento, l’Udc per voce del segretario regionale D’Alia ha dato pieno sostegno alle dichiarazioni di Crocetta, ma una cosa sono le parole un’altra il voto in Aula. Quanto al Pd il momento del voto sarà anche una resa dei conti tra le correnti interne al partito. Un dato è certo, la norma norma anti-parentopoli sarà un banco di prova per verificare se i vecchi partiti vogliono davvero cambiare o restare ancorati al passato ed arroccarsi su una difesa di interessi di categoria lontana anni luce dalle esigenze del mondo reale.

Rosaria Brancato