L’Amam sceglie il suo nuovo Direttore generale: da Roma arriverà Claudio Cipollini

La scelta è stata fatta, anche se non ancora ufficialmente formalizzata. L’Amam ha individuato il suo nuovo direttore generale. Si tratta di Claudio Cipollini, un nome sicuramente nuovo in città. Manager romano, 63 anni, laurea in Architettura a La Sapienza e master in Direzione aziendale al Politecnico di Torino, un curriculum pieno di esperienze in Italia e all’estero, due cattedre a contratto all’Università La Sapienza di Roma, numerose pubblicazioni su innovazione, sviluppo, territori e imprese.

Cipollini ha all’attivo consulenze strategiche per Sicamera – Unioncamere; Ferrovie dello Stato – R.F.I.; European Business Promotion Center (Cina); Regione Calabria; Agriturist; Confagricoltura; Pro Economicus Sp.Zo.O. (Polonia); Rete Destinazione Sud – Confindustria. Dal 2005 Direttore Generale di Retecamere, società di servizi integrati per le PMI e lo sviluppo locale; dal 1999 al 2005 Direttore Generale Mediacamere società di marketing territoriale e sistemi informativi e di comunicazione, digitale, responsabilità sociale. Dal 1991 al 1998 nelle Ferrovie dello Stato, Direttore Generale di Metropolis, società per la valorizzazione del patrimonio immobiliare e responsabile della Segreteria Tecnica del Programma Roma. Dal 1979 a Bonifica, società d’ingegneria del gruppo IRI Italstat.

Il nome di Cipollini arriva dopo un approfondito lavoro di analisi delle candidature esterne portato avanti dalla commissione esaminatrice composta da Ennio Quaranta, Simonetta Di Prima e Giovanni Restuccia. Commissione che si era insediata lo scorso 7 settembre, praticamente un mese dopo la chiusura dei termini del bando esterno pubblicato dall’Amam per la selezione per titoli e colloquio del nuovo Direttore generale dopo il pensionamento di Luigi La Rosa nel maggio scorso.

Un bando nato tra mille polemiche, arrivato dopo 4 tentativi che l’Amam aveva messo in campo fin dal febbraio scorso, quando in fretta e furia aveva avviato una selezione lampo praticamente ad insaputa del Comune. All’epoca era stato lo stesso Accorinti a chiedere all’azienda il ritiro della selezione. Poi a giugno arrivò il secondo bando, stavolta la delibera firmata dall’assessore De Cola che apriva la strada alle assunzioni di un direttore generale e di un direttore tecnico, lasciando nelle mani dell’Amam la predisposizione del bando e superando tutti i paletti che la stessa giunta aveva fissato soprattutto con l’atto di indirizzo datato 9 dicembre 2015 che stabiliva i criteri per le assunzioni nelle partecipate, prevedendo per l’Amam la possibilità di assumere ma solo rispettando tappe ben precise, a cominciare dal reclutamento interno tramite mobilità. Quel secondo bando quindi era indirizzato a possibili figure da individuare tra le partecipate, una selezione ristretta alla mobilità interaziendale con scadenza per la presentazione delle domande fissata al 29 giugno. Un ulteriore avviso, il terzo, datato 14 luglio, era stato poi pubblicato sul sito dell’Amam, sempre per mobilità tra partecipate, con scadenza 22 luglio. A sorpresa però, prima ancora che scadesse il tempo utile per la mobilità interna, sempre l’Amam bandì il concorso esterno. Un’anomalia che attirò l’attenzione di diversi consiglieri comunali, tra cui per esempio gli esponenti Pd Antonella Russo e Claudio Cardile, che parlarono di “pasticcio giuridico amministrativo”, inviando una nota

al sindaco, alla Regione ed alla Corte dei conti, senza però fino ad oggi ricevere alcuna risposta. L’attenzione si era concentrata soprattutto sulla mancata mobilità interna, considerato anche per esempio da Messinambiente erano state presentate delle candidature evidentemente non tenute in considerazione, ma anche sulla legittimità di assunzioni esterne per un Comune in condizioni di pre-dissesto che con il reclutamento di figure professionali apicali esterne potrebbe ritrovarsi un costo ulteriore di oltre 300.000 euro.

La fretta di individuare al più presto i due professionisti, anche il direttore tecnico per cui però la procedura è ancora aperta, era stata così motivata dall’assessore De Cola: «Evitare che l’assenza di due ruoli chiave possano pregiudicare l’organizzazione tecnico, amministrativa e finanziaria dell’ azienda e il regolare svolgimento del servizio idrico integrato, con possibili ricadute sull’efficienza del servizio, tenuto conto, tra l'altro, della recente crisi idrica».

Un iter tortuoso, pieno di atti e delibere concatenate, che ha fatto discutere e che sicuramente anche adesso aprirà nuove polemiche. Amam e amministrazione hanno però deciso di andare avanti e di optare il più possibile su una scelta che potrà portare alla guida dell’Amam nuove competenze e professionalità. Una scelta che ricorda in qualche modo quella del direttore dell’Atm Giovanni Foti e dell’ex liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci, anche se stavolta basata su una selezione pubblica. Anche per l’Amam si punta oltre lo Stretto. Adesso si dovrà aspettare solo che la nomina sia formalizzata.

Francesca Stornante