La dirigente Maria Canale: “Pressioni per le case popolari anche dai politici”. Ma non fa i nomi

Dichiarazioni forti che delineano contorni preoccupanti e che rischiano di gettare pesanti ombre su un settore difficile e delicato: il risanamento. Dichiarazioni arrivate direttamente dalla Dirigente comunale del Dipartimento Risanamento Maria Canale durante la seduta congiunta di IV e IV commissione lo scorso 14 aprile e che non hanno lasciato indifferenti i consiglieri Donatella Sindoni e Daniele Zuccarello. I due esponenti del nuovo progetto “Missione Messina” hanno raccolto i verbali di quella commissione e inviato una nota al Sindaco Accorinti, al segretario/direttore generale Le Donne e alla presidente del Consiglio comunale Barrile per portare alla luce le pesanti affermazioni della Dirigente ed eventualmente per accertare e prendere provvedimenti.

Ma vediamo come andò quella seduta congiunta dedicata all’emergenza abitativa alla quale erano stati invitati gli assessori Mantineo e Pino, la dirigente Canale, il tenente della Polizia Municipale Sanatagati e una cittadina che aveva espressamente richiesto di poter essere ascoltata in commissione per parlare delle proprie problematiche di emergenza abitativa.

La seduta si è concentrata sulla situazione abitativa di questa donna e della sua famiglia, una storia in realtà molto comune in città quando si parla di baracche, graduatorie e assegnazione di alloggi. A catturare però l’attenzione di Sindoni e Zuccarello è stato appunto il tenore delle dichiarazioni dell'architetto Maria Canale che, se per un verso esprimono il disagio di un ufficio che lamenta essere sottodimensionato, per altro verso lasciano intravedere atteggiamenti che appaiono inopportuni da parte di alcuni soggetti chiamati in causa come "politici".

La dirigente Canale ha chiaramente raccontato che sono tante le persone e le famiglie che non avendo titolo per poter chiedere l’assegnazione di un alloggio si rivolgono ai “politici” per farsi sponsorizzare. Un’affermazione pesantissima che si può configuarare come notizia di reato e sulla quale ai due consiglieri pretendono chiarezza assoluta perché le acceuse generiche rischiano di travolgere tutti.

Per questo motivo in qualità di presidente della VI commissione la consigliera Sindoni chiese, in modo molto acceso, alla dirigente comunale di fare i nomi, esplicitando che l'identificazione di un profilo astratto senza identificazione puntuale dei cosiddetti "politici" ai quali alludeva, finiva per rappresentare contumelia nei confronti di chi era estraneo a questo modus operandi.

«Riteniamo che invettive non seguite da censura o denunzia di fatti descritti con puntualità lascino solo tracce fumose e ombre senza innovare prassi costumi e stili che noi invece censuriamo e combattiamo» scrivono Zuccarello e Sindoni che riportano in modo testuale le parole dell’architetto Canale.

"…veniamo non solo aggrediti dalle persone, dagli avvocati e, scusate se ve lo dico, anche dai politici perché naturalmente ognuno trova poi la sua sponsorizzazione e viene a polemizzare contro le nostre decisioni e i nostri controlli , che con fatica immane però cerchiamo di fare.."

L'invito a dare un nome e un cognome e a non generalizzare per non colpire chi, pur facendo parte della classe politica, si sente distinto e distante rispetto a determinati tipi di atteggiamenti, è stato però interpretato dalla Dirigente come un’offesa personale, tanto da indurla ad abbandonare i lavori e a dichiarare che le offese ricevute la inducevano a non partecipare ad altre sedute di commissione e a declinare futuri eventuali inviti.

E non è finita qui. C’è un altro passaggio che i due esponenti di “Missione Messina” vogliono rendere noto e utilizzano proprio l’intervento della dirigente Canale durante la discussione sul caso della signora ospite in commissione.

La signora era assegnataria di una casa insieme al suo nucleo familiare; è stata assegnataria di casa facendo parte del nucleo familiare dei propri genitori, di una casa per dipendenti a Minissale alto; dopodiché, ha deciso di restare nella baracca e sono andati i genitori a stare nella casa: io questo lo devo dire perché è una sua decisione, all’epoca, è chiaro, Io devo dire, mi dispiace, perché questo è il solito sistema con cui con una baracca noi diamo quattro case, tre case, cinque case, perché uno se ne va e lascia gli altri! Anche questo è uno dei guai per cui noi ci troviamo nella situazione in cui siamo, ed è il caso che lo dica… Ci sono tante persone… Allora bisogna dire che restituiscano la casa di 90 mq., come previsto per legge e gli si dà una casa più piccola: se sono due solo persone… Perché un altro dei controlli che in linea teorica la legge prevedrebbe è che l’IACP o il Comune facesse questo controllo sull’utilizzo delle case, cioè sull’aggiornamento delle tipologie dei nuclei familiari!”

«Crediamo che l'architetto Canale debba essere invitata alla responsabilità della chiarezza che sia il suo ruolo che la sede istituzionale impongono, perché ogni sfogo sia pur dettato dall'essere "stufa" dall'essere " stanca" dall'essere "esasperata" appare sterile e fine a se stesso se per l'appunto non "esplicitato con nomi e cognomi"» ribadiscono Sindoni e Zuccarello.

Adesso chiedono all’amministrazione di fare chiarezza su tutta la vicenda e di prendere i necessari provvedimenti. Se ciò non accadrà saranno loro a valutare le eventuali attività consequenziali.

F.St.