"Baratto amministrativo, ecco il regolamento in linea con la legge"

“Baratto amministrativo, ecco il regolamento in linea con la legge”

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“Baratto amministrativo, ecco il regolamento in linea con la legge”

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sabato 13 Luglio 2019 - 07:17

Tavola rotonda organizzata dalla Rete per la promozione del partenariato sociale di cittadini con consiglieri comunali e presidenti di Circoscrizione

MESSINA – La rete per la promozione del partenariato sociale di cittadini, associazioni, parti sociali, costituitasi lo scorso giugno, ha invitato l’Amministrazione e il Consiglio a ritornare sul tema del “Baratto amministrativo”. Lo ha fatto nel corso di una tavola rotonda con consiglieri comunali e presidenti di Circoscrizioni che ha avuto luogo nella Sala commissioni del Comune. Il dibattito fa seguito alla bocciatura del regolamento per il “baratto amministrativo” proposto dall’Amministrazione, avvenuta lo scorso maggio. La “rete” ha definito un documento che indica “corrette linee-guida per un regolamento coerente con la vigente normativa e intende farne occasione di proposta al Consiglio comunale”.

L’obiettivo è di evitare che l’importante strumento dei “contratti di partenariato sociale” perda l’opportunità di attuazione a Messina.

LE ASSOCIAZIONI CHE COMPONGONO LA “RETE”

La rete è composta dalle associazioni Banca del tempo, Cantiere dell’incanto, Lelat, Piccola comunità Nuovi orizzonti, Rete cibo condiviso, Commercianti Piazza Cairoli, Confesercenti e Millevetrine. Completano la composizione le organizzazioni sindacali Cgil e Uil, il Laboratorio di partecipazione civica e MessinAccomuna.

E’ stato prodotto un regolamento “rispondente alla legge e utile alla città e ai cittadini, valutando correttamente la precedente sperimentazione realizzata a Messina nel 2017 per la piazza Cairoli”.

Nel regolamento, viene specificato, occorrerà valorizzare la progettualità dei cittadini e sostenerla (magari con un ruolo attivo della Consulta del terzo settore e delle Circoscrizioni). Quindi garantire la compatibilità di bilancio; prevedere in bilancio il finanziamento di interventi proposti da cittadini e associazioni che possano essere oggetto di sgravio tributario per importi corrispondenti e ipotizzare (in caso di necessità) forme di selezione dei progetti che privilegino i cittadini meno abbienti. Si dovrà altresì favorire la sistematicità e la continuità dei progetti; potenziare la ricaduta ambientale degli stessi; promuovere in maniera adeguata questo istituto per farne una reale risorsa di partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva di Messina.

La proposta di reglamento emersa dalla Tavola rotonda sui contratti di partenariato sociale è articolato in cinque punti.

LA VECCHIA PROPOSTA DI REGOLAMENTO

Lo scorso maggio il Consiglio comunale ha respinto una proposta di regolamento avanzata dalla Giunta sulla materia del “baratto amministrativo” (dizione impropria: la più corretta è “contratti di partenariato sociale”), considerando che la soglia di reddito proposta dall’amministrazione era troppo bassa (Isee di 2mila euro), restringendo in modo eccessivo la platea dei beneficiari.

“Nessuno si era accorto in realtà – è stato spiegato nel corso del dibattito – che la proposta era fuori dalla legge italiana. Il regolamento del sindaco Cateno De Luca si basa infatti su una norma abrogata ormai da due anni. La materia è in realtà regolamentata dal decreto legislativo 50/2016, ma questo dispositivo nella delibera non è nemmeno citato”.

“NO ALLA TRASFORMAZIONE DI TASSE IN LAVORO”

Le associazioni sostengono che “il regolamento approvato dalla Giunta è incoerente con la legge. Non è infatti vero – sottolineano – che il partenariato sociale nasca per trasformare in lavoro le tasse comunali per i cittadini meno abbienti. Lo scopo della legge è il recupero della partecipazione sociale dei cittadini alla vita della comunità. È un incentivo alla partecipazione, non uno strumento di riduzione delle tasse e trasformazione delle stesse in lavori forzati. Le modalità di accesso allo sgravio fiscale previste dal regolamento non rispondono alla legge. Era infatti previsto che, dietro presentazione di istanze di riduzione, i beneficiari fossero inseriti dal Comune in lavori di utilità sociale (Lus). La legge, invece – concludono i membri della rete di associazioni – stabilisce che i cittadini (singoli o associati) presentino progetti in base a cui sottoscrivere contratti di partenariato sociale: la procedura prevista dal regolamento è estranea e inversa alle previsioni di legge”.

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